diDonato Mongatti
Mentre vanno avanti i lavori per ristrutturare lo stadio Franchi restano sulla carta le opere destinate al quartiere che da sempre riceve la massa dei tifosi e anche i fan dei concerti. Perse le tracce anche del parcheggio
Mentre vanno avanti i lavori di ristrutturazione dello stadio Franchi, malgrado le incertezze sulla copertura finanziaria e la necessità di un accordo sul cronoprogramma degli interventi tra Fiorentina e Comune, a oggi, l’unica certezza è che il destino della circostante area di Campo di Marte resta tutto da scrivere.
Addio alla «vela verde»
Il concorso internazionale di progettazione bandito da Palazzo Vecchio prevedeva per i partecipanti, oltre allo stadio, la riqualificazione delle zone limitrofe e lo studio Arup (che aveva vinto il bando anche e soprattutto per l’idea di riqualificazione esterna allo stadio) aveva ideato di costruire accanto al Franchi una «vela verde», al di sotto della quale dovevano sorgere 15 mila metri quadrati di nuove funzioni (commerciale, hotel e uffici), oltre a una nuova piscina e parcheggi. La palestra del centro sportivo «Astori» sarebbe stata inglobata dalle nuove volumetrie e negli impianti della polisportiva Affrico doveva essere costruito un palazzetto di 2.400 mq.
La «vela verde», architettonicamente, si sarebbe integrata con la copertura rettangolare del Franchi, garantendo, dalle colline circostanti, una vista elegante e integrata dell’area.
Ma una volta aggiudicato il concorso, l’amministrazione si è concentrata solo sullo sviluppo progettuale dello stadio, mentre la riqualificazione delle aree limitrofe è rimasta ferma al palo, tant’è che la variante urbanistica inizialmente inserita nel piano operativo comunale è stata stralciata.
Il primo a chiedere di non procedere alla costruzione della galleria con le nuove funzioni fu il Consiglio del Quartiere 2, accogliendo poi il favore di Spc e M5s (forze di opposizione), assieme al comitato «Vitabilità» che fin dall’inizio riteneva i 15 mila mq «uno stravolgimento dell’intero quartiere».
Cosa rimane?
Cosa rimane oggi della trasformazione di Campo di Marte che, integrandosi alla futura linea della tramvia Libertà-Rovezzano e la vicina stazione ferroviaria, avrebbe dovuto dare nuova luce al quartiere?
Ben poco e alcuni dei progetti ipotizzati, a oggi, non solo devono ancora essere approvati, ma non sono nemmeno sulla carta. Il parcheggio multipiano da 2.500-3 mila posti auto (utilissimo per i residenti e in occasione degli eventi al Franchi) da costruire in area ferroviaria lungo via Campo d’Arrigo è fermo alle interlocuzioni tra Palazzo Vecchio e Ferrovie e l’area, oggi, serve da deposito per i «conci», gli elementi con cui si realizza il rivestimento delle gallerie del tunnel dell’alta velocità.
La riqualificazione dei giardini di Campo di Marte, finché i titolari di alcuni impianti in concessione non vedranno scadere le convenzioni, rimarrà un’idea.
Stessa sorte per i «Campini» e la palestra del centro sportivo «Astori», per la quale si prevede di costruire altri spogliatoi e poi pubblicare un bando per la concessione, ma il Comune deve ancora individuare le risorse per i lavori e dovrà tenere conto che, quando sarà ristrutturato lo stadio del rugby Padovani, la palla ovale si trasferirà temporaneamente sull’ex campo di allenamento della Fiorentina.
I lavori al Franchi comportano lo smantellamento della piscina interrata (in concessione alla Rari Nantes), l’idea è di costruirne una nuova a Campo di Marte e nei mesi scorsi un soggetto privato avrebbe dimostrato interesse a realizzarla, ma anche qui siamo ancora lontani da qualcosa di concreto.
Infine il sottopasso ciclabile tra via Mannelli e Campo d’Arrigo (e possibile eliminazione della passerella aerea) è un’idea. Se ne parla dal lontano ‘78, ma intanto un disabile per superare la ferrovia deve passare dal ponte del Pino o da piazza Alberti.
Campo di Marte, dopo la prospettiva di un progetto lineare, oggi appare come un puzzle i cui pezzi si incastrano con difficoltà.
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