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Crisi dell’auto, Bosch riduce Edim per poi venderla: altri 40 esuberi – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


di
Federico Nicoletti

Annuncio ai sindacati, dimezzato lo stabilimento di Quero: «Ora tavolo al Mimit. È difficile mandare avanti la produzione anche a ranghi dimezzati»

Auto in crisi, altri 40 esuberi in Veneto. Non si ferma lo stillicidio di nuove crisi aziendali apertasi questa settimana con le batterie della veronese Sunlight e i forni della vicentina Meneghetti, che hanno aperto un nuovo scenario nella crisi d’autunno, entrata nella fase delle richieste di esuberi e licenziamenti, dopo mesi di difficoltà gestiti con la cassa integrazione.

L’annuncio

Venerdì nuovo caso nella componentistica auto; e ancora, come per la Sunlight a proprietà greca, di aziende di grandi gruppi di proprietà estera. Il colosso tedesco Bosch ha annunciato l’intenzione di dismettere gli stabilimenti della controllata italiana Edim, per cui è partita la ricerca di un compratore, con il conseguente annuncio di un taglio del 50% degli organici, in un dimagrimento funzionale alla vendita: comporta 160 esuberi, di cui 40 su 81 dipendenti, nello stabilimento bellunese di Quero Vas. L’annuncio è stato dato in una nota congiunta dei sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, all’indomani dell’incontro a Monza con la direzione di Edim spa, il cui quartier generale è a Villasanta, dove gli esuberi sono 120.




















































Le assemblee

A stretto giro di posta, anche a Quero le assemblee dei dipendenti, per decidere le forme di protesta, mentre i sindacati hanno dichiarato inaccettabili gli esuberi e hanno chiesto la convocazione di un tavolo di crisi al ministero delle Imprese, attivando anche l’Unità di crisi della Regione. Il prossimo incontro tra azienda e sindacati è stato fissato per il 3 dicembre, stavolta a Feltre. «La direzione aziendale ha giustificato la decisione – affermano i sindacati nel comunicato – con motivi legati a difficoltà economiche e con il fatto che le attività in Edim non hanno mai fatto parte del core business di Bosch e che in una situazione di crisi si preferisce porre questa realtà sul mercato».

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I sindacati 

Il quadro preoccupa i sindacati anche su Quero, visto il peso di 40 esuberi nell’ambito di una provincia di soli 200 mila abitanti come Belluno. Dove il quadro dell’industria è già in chiaro scuro: a fronte di realtà come il colosso della refrigerazione industriale Epta Costan che non conosce crisi, ve ne sono altre che fanno i conti con la cassa integrazione, da Eliwell-Schneider a Carlo Gavazzi, da Manfrotto-Videndum a Pandolfo, fino alla solidarietà in Sest. Ora la svolta negativa in Edim. «Pare anche solo difficile mandare avanti la produzione a ranghi dimezzati – dice il segretario provinciale Fiom di Belluno, Stefano Bona -. L’azienda ha parlato di interessamenti a subentrare da Canada e Cina, mentre sarebbero necessari investimenti per rilanciare gli stabilimenti. Ma sull’automotive è necessario convocare un tavolo nazionale, per evitare di perdere un intero settore della nostra manifattura».

I fronti aperti

Lo stabilimento di Quero dell’allora Albertini era stato acquisito da Bosch nel 2017, da dove arrivavano per il gruppo tedesco forniture per i cambi anche di Mercedes, evitando così rischi di inadempienze contrattuali. In un risanamento non si sa quanto completato: il bilancio 2023 di Edim parla di ricavi per 78 milioni, con una perdita per 9,9. Con una fonderia, lo stabilimento a Quero opera lavorazioni di alluminio in pressofusione per componenti di sicurezza per auto, come scatole dello sterzo e del cambio o pompe per l’olio. Automotive di qualità nel senso classico, sotto pressione dalla svolta elettrica. Per intanto, sul fronte delle crisi aziendali, la settimana si chiude con le notizie positive del ritiro dei 480 licenziamenti nella crisi del produttore di meccanica pesante Berco, nel Ferrarese, che interessano anche 200 addetti polesani, e della vendita, a Padova, a Ivision e Innovatek, dell’azienda di componentistica Molex Zetronic lasciata dagli americani, con il salvataggio di 119 addetti. Restano da indirizzare i casi di Meneghetti, Sunlight e ora Edim. Dove la strategia di minima appare la possibilità di un ritiro degli esuberi per passare ad altre soluzioni.

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