«Nei tre anni dell’ultimo piano industriale di UniCredit, che finisce nel 2024, abbiamo liberato le forze interne della banca per riposizionarci in un sentiero di sviluppo, dopo un periodo di ottimizzazione della qualità del portafoglio». Roberto Fiorini, da quasi tre anni regional manager Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna di UniCredit, analizza le strategie della banca e le prospettive del territorio.
«Non c’è dubbio che la centralità di Roma e del Lazio sia preponderante nei volumi del nostro business – racconta – con la regione che pesa per l’80% e la capitale per il 70%». Nelle quattro regioni di riferimento – spiega Fiorini – «abbiamo circa 3mila colleghi, per 360 filiali e 1,2 milioni di clienti. La nostra quota sugli sportelli è del 13,5%. L’anno scorso abbiamo erogato 2,2 miliardi, di cui 1,3 miliardi alle imprese (440 milioni a piccole e medie imprese). Con una crescita significativa rispetto al 2022: +10% per i finanziamenti alle imprese e +4% per i finanziamenti al consumo, come prestiti personali e cessioni del quinto dello stipendio». Il tutto in un contesto nazionale non facile, che, sottolinea il regional manager, ha visto «la totalità del sistema bancario nazionale riportare un -2,5% dei finanziamenti alle famiglie e un -5,8% per le imprese».
La strategia di UniCredit, in questo 2024 che si annuncia «complesso», come dice Fiorini, sarà rivolta a rafforzarsi su specifici comparti: l’audiovisivo, il terzo settore e l’agricoltura. Con una attenzione alle piccole e medie imprese «dove abbiamo ampi spazi di crescita». È finita la stagione in cui le grandi banche nazionali chiudevano le filiali, lasciando le piccole e medie aziende alle cosiddette banche del territorio. «Abbiamo dislocato su tutto il territorio di riferimento 140 gestori – sottolinea il manager di UniCredit – dedicati alle imprese tra 1-50 milioni di fatturato. Gestori che seguono gli imprenditori passo passo e li aiutano anche a redigere il loro piano industriale per accedere ai finanziamenti».
A livello settoriale, UniCredit punta a consolidarsi come banca di riferimento dell’audiovisivo: «In poco meno di tre anni – spiega Fiorini – abbiamo erogato 300 milioni di finanziamenti al settore, di cui 120 milioni solo nel 2023, supportato 100 opere cinematografiche e audiovisive, e 20 acquisizioni di licenze di diritti per la distribuzione. C’è una squadra di quattro colleghi dedicata solo a questo settore, per prodotti che vanno dal tax credit fino ai basket bond e ai mini bond. Questa è una filiera lunga (ogni euro investito si moltiplica per 2,5), con notevoli ricadute occupazionali, che ci sta dando molte soddisfazioni», precisa.
Per il terzo settore, UniCredit ha un modello di servizio e una filiale dedicata. «Seguiamo 8mila clienti non profit – dice Fiorini – tra cui anche enti ecclesiastici. A Roma, d’altronde, si trova il 40% delle organizzazioni non profit nazionali e il 70% degli enti ecclesiastici. Questo ci aiuta anche con i finanziamenti Esg – quelli legati alla sostenibilità, misurando fattori ambientali, sociali e di governance – che contiamo di aumentare quest’anno del 47%».
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