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Prevenire la crisi: la composizione negoziata è un’opportunità per le imprese in difficoltà: il 67% delle imprese che fa ricorso alla Composizione Negoziata è una S.r.l., nel 62% dei casi si tratta di microimprese.
La Composizione Negoziata della crisi di impresa, entrata in vigore a novembre del 2021, è stata oggetto di continue modifiche normative. Recepita dal nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza (D.Lgs 14/2019), in vigore dal 15 luglio del 2022, rappresenta una delle più importanti opportunità per le imprese in difficoltà: è uno strumento utile per prevenire il default e cercare di garantire il più possibile la continuità aziendale. La Composizione Negoziata prevede che l’impresa che si trovi in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario chieda volontariamente la nomina di un Esperto che faciliti le trattative tra l’imprenditore in crisi e i creditori e gli altri possibili soggetti interessati, con la prospettiva di un accordo che ristrutturi l’impresa e ne ripristini l’equilibrio economico.
Per ulteriori approfondimenti: Le procedure della crisi d’impresa

1. La procedura, l’istanza e i soggetti preposti


Quando attivarsi? Quando l’impresa è in uno stato di “crisi” o di “insolvenza”: la crisi è lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi. L’insolvenza, invece, è lo stato del debitore che si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Una delle parole chiave è la volontarietà: solo l’imprenditore può scegliere di presentare l’istanza e richiedere l’intervento dell’Esperto negoziatore che lo assista, dialogando con i creditori, nella ricerca di una soluzione tesa al risanamento dell’azienda.
Chi può presentare l’istanza? L’imprenditore (commerciale o agricolo) in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, che rendono probabile la crisi o l’insolvenza, quando risulti ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa.
Perché è importante farvi ricorso? La Composizione Negoziata (CNC) è nata con l’obiettivo di ristrutturare le attività, prevenire il default e garantire laddove possibile la continuità.
Come si presenta l’istanza? L’imprenditore può avviare la pratica per via telematica attraverso la Piattaforma Nazionale di Composizione Negoziata.
Figura cardine della procedura è l’Esperto, un negoziatore che deve possedere determinate caratteristiche e si iscrive ad un apposito elenco. La nomina dell’Esperto compete:

  • al Segretario Generale della Camera di commercio a cui è iscritta l’impresa, per le imprese sotto soglia;
  • ad una Commissione Regionale, per le imprese sopra soglia.

La Commissione Regionale è composta da tre membri titolati e da tre supplenti designati:

  • dal Presidente della Camera di commercio del capoluogo regionale;
  • dal Prefetto del capoluogo regionale;
  • dal Presidente della sezione imprese del Tribunale del capoluogo regionale.

La Commissione Regionale è costituita presso la Camera di Commercio del capoluogo di regione, dura in carica 2 anni e ai 3 membri della Commissione non spetta alcun compenso o rimborso. La Commissione regionale lombarda si riunisce in Camera Arbitrale di Milano (CAM) società interamente partecipata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.


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2. I numeri lombardi


CAM dal 2021, su incarico della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, si occupa di gestire tutte le istanze di crisi delle imprese lombarde, assieme alla Commissione lombarda. Dai dati raccolti da CAM dalla attivazione della procedura (dal 15/11/2021) a tutto il 2022, risulta che la Lombardia è la regione con il più alto numero di imprese che fanno ricorso alla CNC, con un peso del 21% sul totale delle istanze presentate a livello nazionale. Milano concentra il 58,6% delle istanze lombarde.
Il 18,2% degli esperti nazionali è lombardo. E’ del 70% la quota delle imprese italiane, che nel presentare l’istanza, ha chiesto le misure protettive e cautelari. Queste misure sono interventi volti a proteggere il patrimonio, i beni aziendali e i diritti, con i quali viene esercitata l’attività di impresa aziendale, dalle iniziative giudiziarie dei creditori e servono a facilitare il buon esito delle trattative assunte per la regolazione della crisi. Il 19,4% delle istanze nazionali, contenente richieste di misure protettive, proviene dalla Lombardia. Su 475 imprese, che a livello nazionale hanno fatto ricorso alla Composizione negoziata della crisi, nel periodo di riferimento dal 15.11.21 al 16.11.2022: il 67,8% è una S.r.l.; seguono le S.p.A. che pesano per il 10% del totale; le Ditte Individuali con 9,9%. In Italia le imprese che fanno ricorso alla CNC nel 62% dei casi sono microimprese con meno di 10 dipendenti. Nel 25,5% dei casi si tratta di piccole imprese, con meno di 50 dipendenti. Una impresa su 4 (25,5% sul totale) ha un fatturato inferiore a 250 mila euro.
Lo strumento per prendere piede necessita di un cambio culturale: occorre far comprendere alle imprese le opportunità dell’affrontare la crisi, quando questa è ancora reversibile, anzi la crisi – se è intercettata in modo tempestivo – diventa un’occasione per rilanciarsi. CAM, istituzione a servizio delle imprese, è attiva nel garantire la competenza e l’indipendenza dell’esperto chiamato a facilitare il dialogo tra imprenditore e creditori e a diffondere la cultura della prevenzione della crisi, che è la chiave di volta per leggere i segnali economici, giocare d’anticipo e salvaguardare la continuità dell’attività economica delle nostre imprese.

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Il leitmotiv del Codice della crisi è il costante confronto fra quanto i creditori possono conseguire con la proposta del debitore rispetto a quanto realizzabile con la liquidazione giudiziale che comporterebbe anche la perdita di posti di lavoro, competenze e conoscenze.

Le procedure della crisi d’impresa

L’opera esamina le procedure e le novità introdotte nell’ordinamento dal Codice della Crisi tenendo conto anche del recente D.Lgs. 17 giugno 2022, n. 83 e del “Decreto semplificazioni” (D.L. 21 giugno 2022, n. 73 come convertito con L. 4 agosto 2022, n. 122).

Particolare attenzione è rivolta alla continuità aziendale delle imprese in crisi o in insolvenza reversibile e alla possibile liquidazione giudiziale.

Il leitmotiv del Codice della crisi è il costante confronto fra quanto i creditori possono conseguire con la proposta del debitore rispetto a quanto realizzabile con la liquidazione giudiziale che comporterebbe anche la perdita di posti di lavoro, competenze e conoscenze.

La riforma recepisce i contenuti della Direttiva UE 1023/2019, peraltro in parte anticipati dalla dottrina e dalle recenti sentenze e ordinanze della Corte di Cassazione.

Gli autori esaminano le singole procedure negoziali e giudiziali che, a prescindere dal comune obiettivo di mantenere o recuperare la continuità aziendale, presentano diverse situazioni in riferimento alle misure protettive, alla transazione fiscale e contributiva, alla deroga delle cause di prelazione, alla sospensione o scioglimento dei contratti, alla prededucibilità dei crediti legalmente sorti durante la procedura e agli effetti fiscali.

L’opera si rivolge sia ad un lettore professionale coinvolto nelle procedure a vario titolo (consulente del debitore, esperto, attestatore, commissario giudiziale), sia al lettore proveniente dal mondo economico-imprenditoriale, ivi compreso l’istituto di credito, attento ad assumere decisioni in modo informato, anche quale creditore.

L’opera inoltre si pone l’obiettivo di facilitare il compito degli esperti del settore che a vario titolo si approcciano alla nuova formulazione della materia concorsuale mediante l’illustrazione delle nuove e interessanti fattispecie venute alla luce dal travagliato iter di approvazione.

Mario Ferri
Dottore commercialista con esperienza ultradecennale in materia fallimentare, tributaria e societaria. Già Assessore al Bilancio, Tributi e Partecipazioni del Comune di Rimini. Coautore di pubblicazioni in tema di tariffe, liberalizzazioni, regolamentazione e forme di privatizzazione di servizi pubblici. Relatore in seminari accreditati per la formazione professionale per Avvocati e Commercialisti.
Luca Giannini
Avvocato dal 1993, attualmente Docente di Industrial Property Rights presso la Link Campus University di Roma, già Professore Straordinario di Diritto Privato presso la medesima Università. Attualmente Docente di Diritto commerciale internazionale presso la Fusp di Rimini. Docente presso l’Accademia del Lusso di Roma. Docente presso l’Istituto Modartech di Pontedera presso la Fondazione Piaggio. Autore di numerose pubblicazioni in tema di Diritto societario e diritto della Moda. Partecipa in qualità di relatore a Convegni nelle citate materie.

Mario Ferri, Luca Giannini | Maggioli Editore 2022

 

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