Reggio Emilia «Da sabato (domani, ndr) inizierà il periodo di liquidazione totale con sconti sino al 50%. A metà gennaio, infatti, chiuderò l’attività. Dispiace molto, ma non potevo fare altrimenti».
“Lentamente muore”, parafrasando la celebre poesia di Martha Medeiros, il centro storico di Reggio, con le vetrine che si abbassano, inesorabilmente, una dopo l’altra. L’ultima notizia di chiusura arriva dal via Emilia San Pietro, precisamente al numero civico 29/F, dove da più di un decennio si trova il negozio Coppola Calzature, che vende scarpe principalmente per donne ed è gestito dall’imprenditore Carmine Coppola.
«Sono qui dal 2011, e prima ero in un’altra via del centro – racconta l’imprenditore –. Da queste parti, purtroppo, non passa più nessuno. Non voglio dare colpe a qualcuno, è semplicemente una situazione figlia del periodo storico, ma tant’è».
Le ragioni di questo abbandono dei reggiani dal loro centro, secondo Coppola, sono molteplici: «Prima di tutto avverto una sensazione diffusa di paura – sottolinea –. Furti e rapine aumentano, qualche negozio si è addirittura dotato di una guardia giurata e i senzatetto che girano chiedendo continuamente denaro sono visti spesso come un pericolo. È per questo che molti hanno rinunciato alla classica “vasca”. I parcheggi, inoltre, sono veramente pochi, per non parlare degli eventi, che scarseggiano».
Su quest’ultimo tema, Carmine Coppola, originario di Salerno ma da una vita a Reggio, ha qualcosa da aggiungere: «Anni fa, in questo periodo che precede le festività natalizie e con San Prospero all’orizzonte, via Emilia San Pietro cominciava ad animarsi. Ora, invece, anche i gestori delle bancarelle hanno rinunciato perché i costi sono molto elevati. Basterebbe allestire piccole sagre, una fiera del cioccolato o di altri prodotti enogastronomici o culturali, per fare in modo che anche i commercianti della zona ne possano giovare».
Il commercio, prosegue Coppola, «in questi anni è cambiato tantissimo. Prima del Covid gli affari andavano a gonfie vele e anche subito dopo il periodo di riaperture ne abbiamo tratto giovamento, poi sono iniziate le sofferenze e io sono stato costretto a lasciare a casa una dipendente. Ora i clienti che vengono sono quelli che ci contattano grazie ai social e che vengono solamente per comprare un modello di scarpe, per poi andarsene. Non c’è più chi si ferma a guardare le vetrine com’era una volta».
Per Coppola è dunque il tempo di bilanci, con amarezza ma allo stesso tempo con consapevolezza: «Credo di aver lavorato bene in questi anni e di essermi fatto apprezzare. Reggio mi ha accolto benissimo, ho avuto esperienze commerciali anche ai Petali e all’Ipercoop. Quando ho comunicato, sulla pagina Instagram del negozio, che avremmo chiuso, moltissime clienti mi hanno contattato esprimendomi solidarietà. Cosa farò adesso? Intanto ho gli ultimi due mesi di attività in cui spero che i reggiani passino a salutarmi, approfittando anche degli sconti. Dopo credo che tornerò nella mia Salerno, magari aprendo lo stesso negozio sul mare. Lì – conclude – dovrebbe esserci più movimento».
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