La ventiduenne Gaia Farina pesantemente offesa dopo un fallo lo scorso 10 novembre. Il tentativo di occultare il fatto da parte della terna arbitrale
Pollice verso per Vis Mediterranea-Brescia e per i violenti insulti scagliati su un’incolpevole giocatrice. Domenica 10 novembre la partita di calcio femminile è divenuta teatro di un episodio di prevaricazione nei confronti di una giovane centrocampista bresciana, la ventiduenne Gaia Farina.
Uno scontro ruvido in campo sarebbe stata la miccia ad aver innescato il viril e cieco furore degli uomini avellinesi appostati sugli spalti. Alcuni supporters irpini al 65esimo minuto di gioco hanno urlato all’ala biancazzurra: «Sei una bastarda» e «Sei una mignotta». Insulti grevi, veementi, reiterati e privi di rispetto nei confronti della giocatrice di Serie B che fino a quel momento agli occhi dei rivali aveva avuto il demerito di segnare un gol e di ingaggiare un duello «fisico» ma corretto con i difensori della Vis Mediterranea.
Inoltre, è altrettanto inspiegabile che nulla di quanto si è verificato sugli spalti, sia stato riportato nel referto arbitrale. «E pensare che al momento della sostituzione di Farina (avvenuta pochi minuti dopo la pioggia di insulti, ndr) il guardalinee mi ha suggerito di non far camminare la mia giocatrice sotto la tribuna» commenta una dirigente del club.
Così a metà del secondo tempo, la partita si è svestita dal proprio valore sportivo e ha assunto i panni del grave fatto di cronaca. «Si è verificato un episodio che reputo surreale perché, a differenza del calcio maschile, il nostro ambiente è meno tossico. Sino a domenica 10 novembre ritenevo il calcio femminile più sensibile ed emotivo rispetto a quello maschile: spero rimanga tale. Dentro di me l’episodio è chiuso ma voglio che una simile situazione non ricapiti più per nessun’altra giocatrice» dichiara l’ala offensiva del Brescia.
L’atto «vergognoso» così è stato descritto dalle giocatrici e dalle tifose biancazzurre, ha l’aggravante di essere avvenuto a due settimane dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Anche per questa ragione, l’allenatore del Brescia Giovanni Valenti condanna il gesto che «non riguarda l’intera società Vis Mediterranea ma soltanto poche persone in tribuna».
Dai tifosi bresciani e dalle compagne di squadra, Farina ha ricevuto vicinanza e sostegno. «Atti di questo tipo non dovrebbero essere tollerati in alcun contesto, tantomeno in un ambiente che dovrebbe promuovere il rispetto e la sportività» scrivono su Instagram le supporters delle leonesse. Lo scontro-salvezza teso sugli spalti e ruvido in campo non ha risparmiato neppure il tecnico bresciano, anche lui oggetto degli strali verbali del pubblico: «Finché urlano nei miei confronti non c’è problema. Se qualche grosso omone dalla tribuna si rivolge nelle modalità che tutti abbiamo sentito a una ragazza, la situazione cambia» dice Valenti.
Pertanto, l’allenatore del Brescia non si gira dall’altra parte. «Probabilmente sbaglio, ma mi dà ancor più fastidio quando simili insulti sono rivolti a una ragazza. Al giorno d’oggi le donne devono convivere con evidenti disparità e con qualche discriminazione. Io sono protettivo nei confronti delle giocatrici».
Insomma, la Vis Mediterranea a bordo campo non ha le panchine rosse per sensibilizzare contro la violenza di genere, ma i propri tifosi non dovrebbero trascurare il rispetto di tutti, specialmente delle ragazze.
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