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Le occasioni mancate
Di fare delle Marche una zona economica speciale se ne parla dal giugno del 2021, quando l’allora ministro per il Sud, Mara Carfagna, invitò i governatori Acquaroli e Marsilio a trovare una strada per far nascere una Zes Marche-Abruzzo, con fulcro il porto di Ancona, nella quale le aziende potevano investire grazie a condizioni favorevoli sia sul piano amministrativo, attraverso la semplificazione e lo snellimento delle procedure, sia su quello delle agevolazioni fiscali.
Le posizioni
L’ultimo a parlare è stato il presidente di Confindustria Ascoli Piceno, Simone Ferraioli, che ha detto di volere «la Zes per il sud delle Marche, altrimenti le aziende andranno in Abruzzo». Come ha fatto Brunello Cucinelli, al 43% in Cariaggi Filati di Cagli (dove c’è anche Chanel al 24,5%), che quest’anno inizierà la produzione a Penne (Pescara): qui ha investito diversi milioni per un nuovo stabilimento all’interno di quella che era la Zes Abruzzo e che occuperà fino a 350 addetti. I contenuti di quello che potrebbe essere un progetto rivoluzionario sono ancora da mettere in piedi, ma è certa la volontà politica del Governo per dare un riconoscimento alle regioni del Centro Italia, soprattutto dopo la nascita – al momento solo sulla carta – della Zes del Mezzogiorno, che ha aperto i benefici non più, dunque, a una piccola area comunale, ma all’intero territorio regionale.
Governo il centrodestra
La congiuntura favorevole si regge sulle attuali maggioranze che governano le quattro regioni interessate e tutte una volta in mano al centrosinistra. Non solo: Francesco Acquaroli, Francesco Rocca e Marco Marsilio sono stati indicati da Fdi, mentre Donatella Tesei rappresenta la Lega. Se ne parlerà dopo le elezioni regionali in Abruzzo (si vota il 10 marzo prossimo), se non addirittura dopo quelle in Umbria, previste tra novembre e dicembre.
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