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Il Governo ha commesso un grave errore nella disciplina dell’Isee che ha penalizzato numerose famiglie che versano in condizioni di povertà, ma che vedendosi conteggiato anche l’Assegno Unico Universale si sono visti l’indicatore gonfiato, perdendo la possibilità di beneficiare di misure a sostegno del reddito e bonus. Da Palazzo Chigi, riconosciuto lo scivolone, sembra esserci l’intenzione di intervenire.


L’assegno unico per i figli che gonfia l’Isee e taglia fuori le famiglie da altri aiuti e bonus, come raccontato i giorni scorsi da Repubblica, è diventato un caso politico. Tanto che i viceministri Maurizio Leo (Economia) e Maria Teresa Bellucci (Lavoro) hanno incontrato il presidente del Forum delle associazioni familiari Adriano Bordignon, raccogliendo la sua richiesta di un intervento urgente.

Le famiglie chiedono al governo Meloni di cambiare l’Isee. Da quando infatti ingloba anche l’assegno unico per i figli, l’indicatore cresce e così in diversi casi taglia fuori molti nuclei da altri benefici e bonus. La richiesta di modifiche profonde all’unico strumento che esiste in Italia per disciplinare l’accesso alle prestazioni del welfare non è nuova. Ma ora sembra esserci una necessità più seria.

Vediamo meglio nel dettaglio.

Perché l’assegno unico aumenta l’Isee

Dal momento che viene preso in considerazione l’anno 2022, per la prima volta sul valore dell’attestazione incide anche l’Assegno unico universale (Auu). Ed è proprio questo ad aver inciso sul valore dell’indicatore portando ad una sua lievitazione.

Ricordiamo infatti che l’assegno unico è entrato in vigore, sostituendo gli assegni al nucleo familiare, da marzo 2022. Questo sta garantendo alle famiglie un sostegno importante e soprattutto esentasse. Ma il fatto che l’Assegno unico non faccia reddito non deve far pensare che non se ne tenga conto dell’Isee. Nonostante fosse in programma da tempo, infatti, a oggi non vi sono novità. Il governo Meloni non ha ancora pensato a un modo per escludere l’Assegno unico dal calcolo dell’Isee. Dunque quest’anno l’Isee di molte famiglie è risultato essere più alto.

Ma perché nello specifico l’assegno unico va ad innalzare l’Isee?

A prescindere dal fatto che ogni caso è a sé, c’è un elemento che accomuna gran parte delle famiglie. Si tratta del fatto che nella Dsu di quest’anno si sia tenuto conto, per la prima volta, dell’Assegno unico universale.

È vero infatti che negli anni precedenti le famiglie prendevano gli assegni familiari (Anf) e che anche questi erano considerati nell’Isee. Tuttavia, deve essere anche detto che ciò valeva per i soli lavoratori subordinati per i quali allo stesso tempo non si teneva conto delle detrazioni per figli a carico considerate in busta paga. L’Assegno unico universale, comprendendo anche autonomi e disoccupati, interessa un maggior numero di famiglie. Il tutto, senza poi trascurare il fatto che generalmente l’importo percepito è più alto rispetto a quello che veniva erogato con gli assegni familiari.

Da qui l’amara sorpresa: un Isee più alto che paradossalmente incide negativamente sull’Assegno unico stesso visto che l’importo della prestazione dipende da quello dell’attestazione. E non solo, con un Isee più alto si riducono inevitabilmente le possibilità di beneficiare di altre agevolazioni.

Perché l’assegno unico universale è ancora nell’Isee?

A far riflettere è il fatto che la possibilità di non considerare l’Assegno unico nell’Isee, totalmente o parzialmente, era prevista persino dalla legge delega del 2021 che ha istituito la misura. Tale decisione veniva però rimandata a un successivo decreto attuativo. Dello stesso però non si è occupato né il governo Draghi, caduto a luglio del 2022, né tantomeno quello Meloni. Quest’ultimo, nonostante la promessa di revisione dell’intero Isee, e il possibile passaggio al cosiddetto quoziente familiare, ha lasciato tutto così com’è oggi.

Per la prima volta quindi le famiglie sono state esposte al rischio di avere l’Assegno unico considerato nell’Isee, facendo scattare le proteste delle opposizioni. In particolare del Partito Democratico che ha depositato al Senato un’interrogazione, a firma di Graziano Delrio, alla ministra del Lavoro Marina Calderone, chiedendo quali sono le intenzioni del governo rispetto alla possibilità di ridurre, fino ad azzerare, il peso dell’Assegno unico nell’Isee: “Chiediamo se intenda ridurre il computo dell’assegno nel calcolo dell’Isee, fino a prevedere il suo azzeramento, intervenendo su una situazione di palese irragionevolezza“.

E anche Stefano Lepri, tra gli autori della legge delega del 2021, ex deputato e ora in direzione Pd, ha spiegato: “fino all’anno scorso venivano conteggiati nell’Isee gli assegni familiari, ma non le detrazioni per i figli a carico“. Da quest’anno quelle due misure sono confluite nell’assegno unico, con l’aggiunta di 6 miliardi (l’assegno unico costa 6 miliardi in più dei vecchi bonus assemblati) e la rivalutazione all’inflazione. L’Isee è per forza di cose lievitato. “Il governo ha avuto un anno e mezzo per intervenire, ma non l’ha fatto”.

Isee: cosa farà a questo punto il governo?

Alla luce del clamoroso errore il governo sembra essere perlomeno pronto a discutere di modifiche da apportare al calcolo dell’Isee.

La conferma arriva da Maurizio Leo (viceministro dell’Economia) e da Maria Teresa Bellucci (viceministra al Lavoro) che dopo essersi confrontati lo scorso 14 febbraio con Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari riguardo all’importanza di escludere l’Assegno unico dall’Isee per evitare il paradosso di una misura che anziché sostenere le famiglie le penalizza, hanno aperto alla possibilità di una riforma dell’Isee, senza però scendere nel dettaglio sul quando e come.

Per il momento, quindi, l’Isee 2024 continuerà a tener conto di quanto percepito di sostegno nel corso del 2022. E se non dovessero esserci novità il prossimo anno potrebbe andare ancora peggio. Questo in considerazione che l’Assegno unico verrebbe considerato per tutte le 12 mensilità (mentre oggi solo da marzo a dicembre 2022) e a fronte di un importo più alto tenuto conto della rivalutazione avvenuta a gennaio 2023.

Possibile futura riforma dell’Isee

Una soluzione, quindi, sembra essere necessaria, specialmente per non penalizzare le famiglie più povere. Non sarebbe infatti una bella immagine quella di un Paese che favorisce i piccoli risparmiatori escludendo i Btp dal calcolo dell’Isee, dimenticando invece chi avrebbe maggiormente bisogno di un sostegno.

Come ha riportato Il sole 24 ore Bellucci e Leo hanno detto di confidare sul fatto che “il tavolo tornerà a riunirsi molto presto. Nel frattempo lavoreremo in sinergia per individuare quelle aree di intervento critiche e prospettare contestualmente le possibili soluzioni. Dobbiamo lavorare in una direzione in grado di coniugare semplificazione, efficacia e tecnologia, mettendo tutte le famiglie che ne hanno bisogno nelle condizioni di poter usufruire di uno strumento fondamentale per la piena realizzazione delle politiche di welfare“. Stando ad alcune fonti vicine al dossier, il governo punterebbe in primo luogo a ridurre il peso che la prima casa ha attualmente sull’Indicatore della situazione economica equivalente. Il tavolo ha anche l’obiettivo di individuare le eventuali coperture. La norma di riferimento dell’Isee ricordiamo che è il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 159/2013. L’Isee è un indicatore che serve a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie.

In merito all’incontro avuto al ministero dell’Economia e delle Finanze con Bellucci e Leo, dal canto suo il presidente del Forum dell’Associazioni Familiari Adriano Bordignon ha spiegato che “si è convenuto sulla criticità dell’inverno demografico che il nostro Paese sta affrontando, sulla necessità di individuare risorse nuove da dedicare al rilancio natalistico e alla connessione delle azioni inerenti la riforma fiscale, assegno Unico, riforma dell’Isee, in un’ottica di medio periodo.

Tavolo tecnico di lavoro

Nel corso dell’incontro – ha aggiunto Bordignon – il focus si è concentrato sulla necessità impellente di una riforma dell’Isee che il Forum delle Associazioni Familiari richiede da molti anni segnalandone i numerosi limiti soprattutto in merito alle scale di equivalenza utilizzate, al pesante impatto della prima casa, all’utilizzo dei redditi netti anziché lordi, ma anche per molto altro. Non entrando nello specifico dei nodi emergenti abbiamo raccolto con soddisfazione la disponibilità dei Viceministri ad affrontare questo nodo così importante per le famiglie e a istituire un tavolo di lavoro tecnico interministeriale sul tema specifico della riforma Isee“.

Conclusioni

Il Governo ha commesso un grave errore in merito a ciò che rientra nel conteggio dell’Isee. Da quest’anno infatti vi rientra anche l’Assegno Unico Universale istituito a marzo 2022. Il risultato è stato un aumento dell’indicatore con la conseguente impossibilità di rientrare nella soglia per poter beneficiare di misure a sostegno del reddito e bonus. Ed è un controsenso se consideriamo che invece, da quest’anno, sono stati esclusi dal calcolo i Btp, investititi solitamente da nuclei familiari più benestanti.

Al riguardo il Governo, a seguito anche dell’incontro col Forum delle Associazioni Familiari, sembra intenzionato a voler intervenire con una riforma dell’Isee. A breve dovrebbe essere aperto un tavolo tecnico per trovare una soluzione che elimini ogni paradosso.

 

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