CATANZARO La Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso che la Procura Generale di Catanzaro aveva proposto nei confronti di Franco Perri (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano, Aldo Ferraro, e Giuseppe Mussari), di Pasqualino Perri (difeso dall’avvocato Francesco Gambardella) e di Marcello Perri (difeso dall’avvocato Michele Cerminara), contro il provvedimento reso dalla Corte di Appello di Catanzaro che aveva deciso il rigetto della richiesta di confisca dei beni di Franco Perri e dei suoi fratelli.
All’esito dell’udienza di oggi viene dunque confermata l’integrale restituzione ai fratelli Perri del loro patrimonio, stimato dagli inquirenti in 800 milioni di euro, già decisa dal Tribunale di Catanzaro all’esito del giudizio di primo grado, e dalla Corte di Appello nel febbraio scorso.
La misura della Procura
Nel febbraio 2022 la Procura di Catanzaro ottenne il sequestro dell’intero patrimonio dei fratelli Perri, ritenendo che rispetto ad esso fosse ravvisabile una “contaminazione” di risorse di provenienza illecita. Una tesi poi confutata e contestata dal collegio difensivo che, con il supporto della consulenza tecnica dei dottori Claudio Schiavone e Vittoria Iaquinta per Franco Perri, e Antonio Ruberto per Pasqualino e Marcello Perri, sono riusciti a dimostrare l’insussistenza di alcuna contaminazione di quel patrimonio, e la mancanza dei presupposti di legge affinché i Perri potessero ritenersi socialmente pericolosi, ed il loro patrimonio potesse quindi essere confiscato. Estrema soddisfazione esprimono i difensori Staiano, Ferraro e Mussari per un risultato che «finalmente restituisce giustizia a chi, come Franco Perri, non ha mai perso la fiducia nei Magistrati, tutti di alto livello, che lo hanno giudicato in primo grado, in appello, ed oggi in cassazione». (Gi.Cu.)
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