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Terminato l’effetto trascinamento dei cantieri avviati
all’inizio del 2023 (prima del Decreto Legge n. 11/2023 che ha
cominciato il processo di smantellamento del meccanismo delle
opzioni alternative alla detrazione diretta), si può dire che il
superbonus è ufficialmente terminato.

Superbonus: il nuovo report Enea

Dall’inizio del monitoraggio (settembre 2021), il numero di
investimenti ammessi a detrazione registrato da Enea non è mai
stato così basso. Nell’ultimo report
Enea
, aprile 2024 ha registrato appena:

  • 1.063 nuove asseverazioni;
  • meno di 345 milioni di euro di investimenti ammessi a
    detrazione;
  • meno di 385 milioni di euro di investimenti per lavori conclusi
    ammesse a detrazione;
  • meno di 399 milioni di euro di detrazioni maturate per lavori
    conclusi.

Numeri assolutamente irrisori se paragonati alla media mensile
dei primi tre mesi del 2024 di investimenti ammessi a detrazione
(quasi 5 miliardi di euro al mese) e che evidenziano come la “cura”
del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti
abbia portato effetti tangibili sui cantieri edili.

Gli effetti degli ultimi provvedimenti normativi

Sono 15 i provvedimenti normativi emanati da questo Governo sul
Superbonus (a breve arriverà il sedicesimo) ma quelli che hanno più
inciso sono certamente:

  • il
    Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11
    (Decreto Cessioni),
    convertito con modificazioni dalla Legge 11
    aprile 2023, n. 38
    – che ha limitato o quasi azzerato le
    possibilità di utilizzo delle opzioni alternative (sconto in
    fattura e cessione del credito);
  • il Decreto Legge 29 dicembre
    2023, n. 212
    (Decreto Superbonus) convertito senza
    modificazioni dalla Legge 22 febbraio 2024,
    n.17
    – che ha previsto la nota misura “salva SAL” per non
    perdere la detrazione nel caso i cantieri non riescano ad arrivare
    al fine dei lavori;
  • il Decreto Legge 29 marzo 2024,
    n. 39
    (Decreto tagli cessioni, in attesa di conversione in
    legge entro il 28 maggio 2024) – che ha previsto retroattivamente
    l’obbligo di ripartire il superbonus “diretto” (cioè utilizzato
    direttamente dal contribuente che lo ha maturato) in 10 anni (più
    altre misure).

È chiaro che, alla luce degli ultimi dati Enea e della volontà
del Ministro Giorgetti di “salvaguardare i conti dello Stato” (ma
non quello dei contribuenti), le nuove misure previste all’interno
del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 39/2024
(che operano una nuova, ulteriore e netta stretta) potrebbero
essere inutili.

Conclusioni

I numeri sono chiari: il superbonus è terminato con
l’abrogazione del meccanismo delle opzioni alternative a partire
dal 17 febbraio 2023. I dati registrati nell’ultimo anno riguardano
i cantieri che hanno potuto continuare ad utilizzare lo sconto in
fattura e la cessione del credito.

Governo e Parlamento dovrebbero, dunque, fare marcia indietro
sulle

nuove misure approvate dal Senato
 e pensare di trovare una
definitiva soluzione al blocco della cessione che, dopo 2 anni di
modifiche, non si riesce ancora a risolvere.

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