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Fatto salvo il ruolo politico (sempre più di primo piano) del ministro Raffaele Fitto, a cui la premier Giorgia Meloni ha affidato diverse importanti deleghe — dagli Affari europei al Pnrr, al Mezzogiorno — sono due le figure chiave individuate da Palazzo Chigi e dallo stesso dicastero retto dall’ex governatore della Puglia per seguire l’evolversi delle strategie dedicate al Meridione.

In campo

Si tratta di Michele Palma, classe ’72, chiamato alla guida del Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud – importante struttura di supporto alla presidenza del Consiglio nata dalle ceneri dell’Agenzia per la coesione territoriale («soppressa» a far data dal primo dicembre 2023) le cui competenze sono state (ri)definite dall’articolo 24 bis del Dpcm del 10 novembre scorso — e di Antonio Maria Caponetto, classe ’65, designato al coordinamento della Struttura di missione della Zes unica per il Mezzogiorno. Per collaborare con quest’ultimo, è notizia del 30 dicembre, Fitto ha annunciato due direttori generali: Pietro Paolo Mileti, già segretario generale del Comune di Roma, e Lorenzo Armentano, dirigente della presidenza del Consiglio e vicecapo Ufficio legislativo. Sia Palma che Caponetto sono consiglieri di prima fascia a Palazzo Chigi

I compiti

Palma — come spiegato sul sito del governo — dovrà guidare la struttura incaricata «di coordinare la pianificazione e l’attuazione delle politiche di coesione, con il riferimento alle risorse nazionali ed europee pertinenti». Questo include «l’integrazione con i fondi tematici Ue e gli interventi mirati allo sviluppo del Mezzogiorno e al riequilibrio territoriale». Il Dipartimento ancora, si muoverà «a stretto contatto con le amministrazioni centrali e regionali per preparare la programmazione strategica e finanziaria delle risorse europee e nazionali destinate alle politiche di coesione». Il che concerne «anche l’adozione di direttive, la pianificazione e l’identificazione degli interventi finanziati dai fondi per la coesione europei, dalle risorse aggiuntive e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, in modo integrato con i fondi tematici europei».

Sorveglianza

In più la struttura con alla testa Palma «è responsabile della sorveglianza, del monitoraggio avanzato e della valutazione dei programmi e degli interventi finanziati dalla politica di coesione europea e nazionale». In collaborazione «con le amministrazioni competenti, il Dipartimento, poi, raccoglie ed elabora informazioni e dati sull’attuazione dei programmi delle politiche di coesione europee e nazionali». Un percorso «essenziale per l’adozione di misure volte ad accelerare gli interventi necessari».

Assistenza

Palma e i suoi collaboratori forniranno anche «supporto e assistenza tecnica alle amministrazioni che gestiscono i programmi finanziati dai fondi europei o nazionali per la politica di coesione ai fini di accelerare l’attuazione degli interventi e a rafforzare la capacità amministrativa».

Supporto alla premier

Ma soprattutto il Dipartimento «garantisce supporto al presidente del Consiglio dei ministri o all’Autorità politica delegata per le politiche di coesione e per il sud nei rapporti con le istituzioni dell’Unione Europea, in particolare durante la definizione delle politiche di coesione e la verifica della loro attuazione».

Poteri sostitutivi

Inoltre, la struttura e il suo vertice «si occupano dell’istruttoria relativa all’esercizio dei poteri sostitutivi per garantire un uso efficace delle risorse per la politica di coesione e nell’esercizio delle sue funzioni può avvalersi dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa per raggiungere gli obiettivi stabiliti».

Uffici e servizi

Il Dipartimento si articola in cinque uffici di livello generale e diciotto servizi di livello dirigenziale non generale. E si avvale del supporto del Nucleo per le politiche di coesione (Nupc), che riunisce le competenze e le funzioni precedentemente svolte dal Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione e dal Nucleo di verifica e controllo.

Agevolazioni estese

Le tre designazioni (Caponetto, Mileti e Armentano) «rendono operativa la struttura e consentono di avviare tempestivamente le attività propedeutiche all’estensione a tutto il territorio del Sud Italia delle misure di semplificazione e agevolazione fiscale precedentemente limitate alle aree retroportuali delle attuali otto Zes». Il trasferimento delle funzioni dai commissari alla nuova realtà operativa sarà effettiva al primo marzo 2024.

Appuntamento per martedì 9 gennaio

«Al fine di avviare il passaggio di consegne, il ministro ha convocato per martedì 9 gennaio 2024 una riunione con i commissari straordinari per un primo confronto con la struttura di missione Zes».

Il piano strategico

«Con la piena operatività di questa struttura», spiega Fitto, «il Governo fornisce un nuovo e fondamentale impulso al rilancio del Mezzogiorno attraverso la semplificazione normativa e procedurale e l’attrazione degli investimenti privati in tutto il territorio del Sud, dimostrando una visione di lungo periodo dello sviluppo che troverà piena espressione nel Piano strategico della Zes unica».

3 gennaio 2024

 

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