Il parere del perito incaricato a fine aprile dal giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia, Giovanni Giorgianni, potrebbe dunque rivelarsi fondamentale per fare luce su quanto accaduto nella notte di Halloween di due anni fa e per chiarire il ruolo di Marco Di Muro, unico indagato per omicidio volontario. Quella sera, infatti, il cameriere ventenne di Formello che da sempre si dichiara innocente, era con Federica, sulla spiaggia di Vigna di Valle. Gli avvocati dell’uomo, Cesare Gai e Francesco Sciortino, non commentano in attesa di avere i particolari della perizia, proseguendo in una strategia che Gai definisce “low profile”.
I DETTAGLI
I dettagli che stanno emergendo dalla nuova relazione, però, sembrano ribaltare le ricostruzioni iniziali, a cominciare dai segni rinvenuti sul corpo di Federica: le abrasioni trovate sulla fronte della ragazza sarebbero state causate da sfregamento, non dalle ore passate riversa con il volto sulla sabbia, dentro l’acqua, prima del rinvenimento del corpo: probabilmente la ragazza sarebbe stata trascinata fin dentro l’acqua. Per il perito, inoltre, anche la ferita sul collo non sarebbe una piaga da decubito (come ipotizzato dal primo perito, Moriani), ma deriverebbe da un attrito avvenuto, resta da capire, prima o dopo la morte di Federica.
Elementi che sembrano combaciare con le ipotesi formulate sin dall’inizio dall’avvocato della famiglia, Andrea Rossi. «Sono appena uscito dallo studio dell’avvocato e sono sconvolto -dice Luigi Mangiapelo, il papà di Federica – spero solo che si arrivi presto alla fine di questo processo e quest’ultima perizia, negando completamente la miocardite come causa della morte di Federica, ne cambia completamente la prospettiva».
LA FAMIGLIA
Il calvario di mamma Rosella e papà Luigi prosegue, loro che non si sono mai arresi nella ricerca della verità. L’opposizione dei legali della famiglia all’archiviazione del caso e le numerose inesattezze raccontate da Di Muro, avevano convinto la Procura di Civitavecchia a prorogare le indagini di tre mesi, fino a settembre.
LA PROROGA
Risale a gennaio, infatti, la nomina da parte del gip Giorgianni dei tre periti che sarebbero dovuti giungere ad una decisione collegiale sulle cause della morte. Ma, a fine aprile, quelle che arrivano sul tavolo del gip sono relazioni dalle conclusioni divergenti. Medico legale e cardiologo parlano di morte causata da miocardite; per lo pneumologo, invece, Federica Mangiapelo è annegata, la miocardite è una concausa. Anche le osservazioni depositate mercoledì escludono la miocardite, segnando un punto di svolta nell’inchiesta. L’attesa, ora, è rivolta alla discussione della perizia prevista nell’udienza del 18 settembre.
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