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“Tutto il Sud Italia diventerà Zona Economica Speciale. Questa è una grande opportunità per il Mezzogiorno”. Lo ha detto il ministro per le politiche europee il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto illustrando in conferenza stampa i contenuti del decreto legge approvato dal Cdm di oggi che prevede “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”. Il decreto trasforma le attuali 8 zone economiche speciali in una “zona economica speciale unica” ha spiegato Fitto.

Dal 2024 un’unica zona economica speciale

Il decreto nasce dalla presa d’atto che la precedente organizzazione delle Zes, limitate alle aree retroportuali del Sud, non ha consentito di raggiungere appieno gli obiettivi posti alla base dell’introduzione nel nostro ordinamento di tale strumento, ovvero la necessità di attrarre investimenti nelle aree del Mezzogiorno maggiormente connesse ai flussi commerciali internazionali. Fra i vantaggi della “Zes Unica” l’estensione dello speciale credito d’imposta a tutto il Mezzogiorno. Come spiega la norma che istituisce le zone economiche speciali le nuove imprese e quelle già esistenti, che avviano un’attività economica o investimenti, possono usufruire di procedure semplificate e regimi procedimentali speciali, con accelerazione dei termini procedimentali ed adempimenti semplificati. Lo stesso credito d’imposta vale anche per l’acquisto di immobili strumentali agli investimenti.

Le percentuali di credito variano in base alle dimensioni aziendali: 45% per le piccole e micro imprese; 35% per le medie imprese; 25% per grandi imprese. Per beneficiare del credito d’imposta le aziende devono restare sul territorio almeno sette anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni.

L’agevolazione non si applica ai soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e distribuzione di energia e infrastrutture energetiche, ai settori creditizio, finanziario e assicurativo, coloro che operano nei settori dell’agricoltura e della pesca e acquacoltura. L’agevolazione non si applica inoltre alle imprese in difficoltà.

L’assunzione di oltre 2mila professionisti

Nel decreto si prevede l’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 persone, di cui 71 risorse previste a livello centrale, 250 per le Regioni e 1.879 per i Comuni con l’obiettivo di rafforzare la capacità amministrativa per l’attuazione delle politiche di coesione. L’obiettivo -. si legge nel provvedimento – è quello di evitare che il nuovo ciclo di programmazione sperimenti le medesime difficoltà che hanno determinato gli storici ritardi che caratterizzano il nostro Paese nell’impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione.

Fonte: Today.it

 

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