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Matteo Salvini incassa l’ok del governo sul salva-casa. Il consiglio dei ministri riunito nella mattinata di venerdì 24 maggio a Palazzo Chigi approva il provvedimento, che sana le difformità minori riguardanti circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano. Una pace edilizia che potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 10 miliardi di euro.

Tra le misure principali la tolleranza sulle piccole irregolarità legate a interventi costruttivi realizzati entro il 24 maggio 2024, strutturata in maniera inversamente proporzionale alla superficie: 2% oltre i 500 metri quadri, 3% fra i 300 e i 500 metri quadri, 4% fra i 100 e i 300 metri quadri, 5% sotto i 100 metri quadri.

Previsti anche lo stop alla doppia conformità e la semplificazione delle pratiche per il cambio di destinazione d’uso – prevedendo il principio dell’indifferenza funzionale tra le destinazioni d’uso omogenee – nonché la possibilità per i Comuni di vendere immobili con irregolarità edilizie condizionando il contratto alla rimozione dell’abuso da parte dell’acquirente.

Rispetto al quadro normativo vigente, si permette inoltre il mantenimento di alcune strutture amovibili realizzate durante lo stato di emergenza sanitaria da Covid-19 e si prevede che, in caso di trasferimento di immobili pubblici di proprietà dello Stato alle regioni e agli enti locali, la riduzione delle risorse destinate a questi ultimi (al fine di compensare la riduzione delle entrate erariali conseguente al suddetto trasferimento) «sia ripartita in un numero di annualità pari a quelle intercorrenti tra il trasferimento dell’immobile e l’adozione di questo decreto».

Con il decreto, spiega Salvini nel corso della conferenza stampa post-cdm, «passiamo dal silenzio-rigetto al silenzio-assenso: se la pubblica amministrazione non risponde nei tempi previsti, l’istanza del cittadino è accettata». Si parla di una scadenza di 45 giorni in caso di permessi in sanatoria e di appena 30 per le segnalazioni certificate di inizio attività (Scia), a cui vanno aggiunti fino a 180 giorni per gli immobili soggetti a vincolo paesaggistico. «Penso sia una rivoluzione liberale al passo con la modernità: è un intervento che una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera positiva, e spero in ulteriori iniziative di semplificazione durante l’iter parlamentare».

Niente «salva-Milano»

Esclusa invece la clausola «salva-Milano» (o «salva-grattacieli») che avrebbe consentito la ripresa dei lavori nel capoluogo lombardo dopo lo stop imposto dalla procura: la misura dovrebbe rientrare in corsa sotto forma di emendamento durante l’iter di conversione in Parlamento.

«Non abbiamo voluto forzare la mano, spero ci sia un emendamento bipartisan, perché qui si tratta di prendere atto che ci sono migliaia di famiglie che abitano un un appartamento che è impensabile demolire», commenta il leader leghista rispondendo alle domande dei cronisti e anticipando prossimi interventi anche in materia di edilizia pubblica, «mi impegno ad andare a sanare il pregresso, conto che arrivi in conversione perché serve a restituire serenità ad alcune migliaia di famiglie».

La riforma dello sport

Non solo salva-case. Il consiglio dei ministri ha dato luce verde anche al contestato decreto del ministro dello Sport Andrea Abodi che introduce una commissione di vigilanza sui bilanci delle società sportive. A comporla sette membri di nomina governativa e ministeriale, di cui due di diritto (il presidente Inps e il direttore dell’Agenzia delle Entrate) e cinque, tra cui il presidente, individuati dal ministro dello Sport da una rosa di cinque nomi indicata da Coni e federazioni.

«Ritengo che non ci siano elementi di contrasto, anche perché il presidio dell’autonomia dello sport è sostanziato da aspetti che precedono e seguono le attività della nuova commissione», dice Abodi rispondendo in conferenza stampa alle domande di MF-Milano Finanza, «è un grande passo avanti che non è detto risolva il problema della trasparenza e comunque l’efficacia sistematica dei controlli e delle relative determinazioni».

Sanzioni fiscali e green bond

Tra le altre misure approvate, il nuovo decreto attuativo della delega fiscale sulle sanzioni, presentato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha colto l’occasione per rendicontare sullo scivolone dei giorni scorsi sul ripristino del «redditometro»: «C’è stato un chiarimento», sottolinea Salvini in conferenza stampa, «l’intera maggioranza si è impegnata a rileggere il decreto e a scriverlo a più mani, il redditometro è un triste ricordo del passato».

Il nuovo decreto in materia fiscale allinea la punibilità alla media europea del 60% (con i massimi dimezzati dal 240 al 120%) e ridisegna l’applicazione delle sanzioni per i casi di inesistenza e non spettanza dei crediti d’imposta.

Dal tavolo di Palazzo Chigi via libera anche alla normativa sui green bond nell’ambito della legge di delegazione europea. Il governo deve adeguare la normativa nazionale italiana agli standard di sostenibilità della tassonomia europea. A vigilare sarà la Consob, cui è affidato il potere di irrogare sanzioni con una base minima di 5 mila euro. L’attività della Consob dovrà coordinarsi con quella di Ivass e Covip. (riproduzione riservata)




Orario di pubblicazione: 24/05/2024 10:50
Ultimo aggiornamento: 24/05/2024 16:06

 

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