I carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno arrestato, a Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa, 6 persone e a 4 hanno notificato degli obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Lo hanno fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, Micaela Raimondo, del tribunale di Agrigento su richiesta della procura. Quattro sono finiti in carcere, due ai domiciliari, per tre è stato disposto l’obbligo di dimora e per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I 10 indagati, fra cui alcuni romeni, sono indiziati dei reati di incendio, disastro ambientale, furto aggravato, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e ricettazione.
Le misure cautelari sono state emesse dall’autorità giudiziaria dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati fatto in ossequio della cosiddetta legge Nordio.
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L’indagine, condotta dal reparto Operativo – nucleo Investigativo, con l’ausilio di attività tecniche, nel periodo compreso tra gennaio 2024 e ottobre 2024, ha consentito di far piena luce sull’incendio, avvenuto il 20 gennaio di quest’anno, all’interno dello stabilimento per la raccolta, trattamento, smaltimento dei rifiuti e recupero dei materiali con l’utilizzo di procedure ad alto valore tecnologico della ditta Omina srl di contrada Piano Bugiades a Licata. Il rogo mise in ginocchio Licata e provocò una nube tossica che fece scattare la chiusura di scuole, cimiteri e ville per quasi un mese.
Lo scorso 16 ottobre, i carabinieri avevano già arrestato tre persone, una delle quali finita ai domiciliari, sempre in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari che aveva disposto la custodia cautelare in carcere per Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa e Cristoforo Famà , 41 anni, di Licata. Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, era stato invece posto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa. Quest’ultimo, nelle scorse ore, è tornato in libertà : i giudici del tribunale del riesame, pronunciandosi sull’istanza dell’avvocato Calogero Meli, hanno sostituito la misura con il doppio obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.Â
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Il pubblico ministero Alessia Battaglia aveva chiesto altre 11 misure cautelari che il giudice ha rimandato, così come previsto dal recente decreto Nordio, dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati che, assistiti dai loro legali, fra gli altri gli avvocati Salvatore Manganello e Carmelo Pitrola, hanno dato la loro versione dei fatti. Decisione che è arrivata nelle scorse ore.Â
In carcere finiscono Giuseppe Salvatore Barbera, 60 anni, di Campobello di Licata; Gioconda Stemma, 52 anni, di Campobello di Licata; Giuseppe Galiano, 47 anni, di Ravanusa e Maurizio Brancato, 49 anni, di Canicattì. Ai domiciliari, invece, Nicola Bostan, 39 anni, residente a Ravanusa; Marian Alexandru Buluc, 23 anni, residente a Ravanusa. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per: Giovanni Galiano, 21 anni, di Ravanusa. Obbligo di dimora per:Francesco Salamone, 23 anni, di Ravanusa; Ion Acatrinei, 43 anni, residente a Ravanusa ed Emanuele Montaperto, 34 anni, di Campobello di Licata.
L’indagine, partita da un episodio casuale che ha portato gli investigatori a sospettare su uno degli indagati, ha consentito di accertare altri fatti del tutto diversi ovvero numerosi furti in appartamento, in alcuni casi con una successiva richiesta di riscatto, un tentato omicidio e una rapina a un ragazzino.
VIDEO. Gli arresti per l’incendio al deposito Omnia: ecco le immagini
Aggiornato alle 10.03.
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