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Le novità del maxi-emendamento governativo approvato al Decreto 39/2024: Superbonus, Sismabonus e Bonus Barriere detraibili in 10 anni con retroattività, controlli dei comuni per l’anti-frode con recupero del 50% delle somme indebitamente detratte, Bonus Ristrutturazioni al 30% dal 2028, vietata la compensazione dei crediti coi contributi previdenziali.

La Commissione Finanze del Senato ha approvato, nella serata del 14 maggio col voto favorevole di Italia Viva e l’astensione di Forza Italia (che voleva dei cambiamenti), il maxi-emendamento depositato nella notte tra venerdì 10 e sabato 11.

L’emendamento del Governo al DL Superbonus, che poi è stato incardinato nel testo del DDL di conversione, come avevamo preannunciato, contiene diverse novità – che non piacciono molto alle Associazioni di categoria, e nemmeno alle banche – e anche una sforbiciata alla ‘mamma’ di tutte le agevolazioni, il Bonus Ristrutturazioni, che a questo punto sarà al 50% solo fino al termine di quest’anno e poi scenderà al 36% (come da norma) e, dal 2028, al 30%, per volere del Governo.

In ogni caso, elenchiamo brevemente le principali novità, in attesa del voto del Senato, presso cui il Governo dovrebbe porre la questione di fiducia.

 

Stop alla compensazione coi contributi previdenziali

Le misure del maxi-emendamento comportano che non sarà più possibile compensare i crediti fiscali con contributi previdenziali e INAIL da parte delle banche, degli intermediari finanziari, delle società appartenenti a gruppi bancari e delle imprese di assicurazione.

In pratica, sarà vietato compensare i propri crediti di imposta derivanti da cessione del credito con contributi previdenziali, assistenziali e premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali.

 

Superbonus, Barriere e Sismabonus: detrazione in 10 anni retroattiva

L’agevolazione, inoltre dovrà essere detratta in 10 anni – e non più in 4 – per le spese sostenute nel 2024-25; al momento, per il Superbonus col decalage (70% nel 2024 e 65% nel 2025) la fruizione è con detrazioni in 4 rate.

Le detrazioni IRPEF maturate dal 1° gennaio 2024 quindi dovranno essere recuperate in 10 anni, con la tanto ‘polemizzata’ retroattività della norma che alla fine è stata confermata.

Da sottolineare che la detrazione in 10 anni varrà anche per il Sismabonus e il Bonus Barriere Architettoniche, sempre per le detrazioni dal 1° gennaio 2024.

 

Quattro e cinque rate salve per chi ha esercitato l’opzione nel 2024

Da sottolineare anche che chi, nel 2024, ha beneficiato del Superbonus con la cessione del credito o le imprese che hanno scontato le fatture, potranno continuare a compensare in 4 anni i crediti Superbonus e in 5 anni quelli Sismabonus e Bonus Barriere.

 

Divieto di cessione del credito per le rate residue

L’emendamento prevede anche il divieto, per chi ha beneficiato del Superbonus o di un altro bonus sotto forma di detrazione diretta, di optare per la cessione del credito per le rate non ancora fruite.

 

Banche

Le banche dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate di avere acquistato i crediti a un prezzo pari o superiore al 75% del valore nominale; in caso contrario, scatterà l’allungamento delle detrazioni da 4 a 6 anni del periodo di fruizione delle quote residue dei crediti dal 2025 in poi.

Quindi: dal 1° gennaio 2025, le rate si spalmano su 6 annualità e non più su 10.

Le rate restano a 4 anni per gli istituti finanziari che hanno scontato i crediti almeno al 75%.

 

Recupero somme da parte dei comuni

Le pubbliche amministrazioni locali procederanno alla segnalazione, alle Autorità competenti (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate), di interventi ‘fasulli’, che hanno portato a detrazioni indebite.

Quei comuni che effettueranno le segnalazioni potranno prendere circa il 50% (a ristoro della partecipazione contro l’evasione fiscale) di quanto segnalato (multe, tributi riscossi, ecc).

E’ prevista, inoltre, una check list dei controlli.

 

Bonus Ristrutturazioni al 30%

Attenzione poi all’art.9-bis comma 8, il quale riporta che “all’articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: «3-ter. Per le spese agevolate ai sensi del presente articolo sostenute a partire dal 1° gennaio 2028 al 31 dicembre 2033, escluse quelle di cui al comma 3-bis, l’aliquota di detrazione è ridotta al 30 per cento»

Ciò significa che il Bonus Ristrutturazioni, che attualmente si prende al 36% (ma in realtà al 50% per via della maggiorazione) scenderà al 30% dal 2028 fino al 2033 mentre per il triennio 2025-2027 sarà al 36%, senza un’altra norma che ne elevi la percentuale (l’ultima è stata la Legge di Bilancio 2022).

Da notare che al termine del 2024 ‘scadranno’ anche Ecobonus e Sismabonus, col restyling delle agevolazioni edilizie per l’approdo ad un bonus unico che ancora non è stato concordato neppure nei ‘grandi’ particolari.

 

Il disappunto del CNI

Nella notte fra venerdì e sabato scorsi è stato presentato in Commissione Finanze del Senato, l’emendamento del Governo al decreto legge Superbonus – si legge nel comunicato del CNI – Il testo contiene, tra le altre cose, la norma che prevede, relativamente alle spese legate al Superbonus sostenute nell’anno 2024, la ripartizione della detrazione in dieci quote annuali invece di quattro. La norma si applicherà anche al Sismabonus. La detraibilità in dieci anni delle spese per interventi col Superbonus riguarda un ammontare di detrazioni fruibili pari a quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025. La misura, la cui retroattività evidentemente è limitata al solo 2024, naturalmente avrà un certo impatto sui cittadini e sulle imprese che hanno effettuato e fatturato i lavori in Superbonus nel corso di quest’anno e che hanno maturato il diritto alla detrazione, facendo saltare le loro pianificazioni fiscali creando dunque delle difficoltà

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri esprime quindi “il forte disappunto per l’ennesima modifica alla norma che genera totale disorientamento in tutti i cittadini e gli operatori interessati“, in quanto “il Superbonus si è ormai configurato come il provvedimento soggetto in assoluto al maggior numero di modifiche, sin dal giorno in cui è stato varato… Chiunque si trovi di fronte alla necessità di fare un investimento, che sia un proprietario di un immobile, un’impresa o un professionista, ha il diritto di poter usufruire di meccanismi certi e duraturi nel tempo, tali da consentire la programmazione delle spese. In questo senso, questa ennesima svolta è inaccettabile“.

Ancora, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri “esprime una forte perplessità nei confronti delle cifre relative al Superbonus, sovente sbandierate al fine di giustificare gli interventi a tutela della finanza pubblica. Non si precisa mai abbastanza, ad esempio, che le citate altisonanti spese a carico dello Stato si riferiscono alla totalità dei Bonus e non al solo Superbonus.

Inoltre – concludono gli Ingegneri – non si dice mai che si tratta di cifre lorde, alle quali andrebbero sottratte l’IVA e l’IRPEF versate su quegli importi da proprietari di immobili ed operatori interessati. In generale non vengono mai calcolati i ritorni, diretti e indiretti, che la spesa per Superbonus ha generato in termini di crescita del Pil, crescita dell’occupazione, crescita del gettito fiscale ed emersione di attività in nero. Al di là di ogni valutazione di merito di quello che è stata l’esperienza del Superbonus, come CNI gradiremmo che il Governo riferisse dati precisi e certi su quella che è la reale spesa netta a carico dello Stato, perché soltanto basandosi su dati inconfutabili si potrà rendere concreta“.


IL MAXI EMENDAMENTO AL DL 39/2024, DEPOSITATO IN SENATO E IL TESTO DEL DDL DI CONVERSIONE PROPOSTO DALLA COMMISSIONE IN SENATO (NON ANCORA IN VIGORE) SONO SCARICABILI IN ALLEGATO PREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALE

 

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