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La situazione non è così tragica come a Trieste dove, parlando di prime case, fra Tasi e Tari i poveri cittadini verranno letteralmente “spennati” visto che gli esborsi raddoppieranno da un anno all’altro. A Gorizia, la situazione è migliore. Anche se rincari, inevitabilmente, ci saranno con una punta del 31%.

Le simulazioni del Comune

Abbiamo preso come modello un servizio effettuato nei giorni scorsi dal Piccolo in cronaca di Trieste. E grazie alla (decisiva) collaborazione della responsabile dei servizi economico-finanziari del Comune Anna Maria Cisint e degli uffici da lei diretti siamo riusciti a confezionare e costruire il grafico pubblicato in alto. Sono state prese in considerazione Tasi e Tari cioé, banalizzando al massimo, la tassa sulla prima casa e la tariffa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (che prima si chiamava Tares, prima ancora Tia, quindi Tarsu): le due imposte sono state “calate” in tre realtà-standard semplificate. La prima è quella di due coniugi senza figli che risiedono in un’abitazione di 65 metri quadrati del valore attorno ai 100mila euro. L’anno scorso non esisteva la Tari: eppure c’era il contributo statale pari a 0,30 euro al metro quadrato. Sommando il peso di Tari e Tasi emerge che questo nucleo familiare nel 2013 ha speso 212,22 euro, nel 2014 invece la cifra complessiva salirà a 230,58 euro con una variazione percentuale dell’8,7%.

Il picco d’aumento riguarda invece la famiglia-tipo composta da padre, madre e figlio che risiede in un appartamento da 85 metri quadrati del valore di circa 130mila euro. Stando alle simulazioni effettuate dagli uffici economico-finanziari del Comune il peso della tassazione sulla casa era pari a 281 euro e 28 centesimi nel 2013. Quest’anno la cifra crescerà a quota 370,83 euro. La variazione è, pertanto, del 31 per cento. E passiamo all’ultima simulazione che prende in considerazione una casa da 100 metri quadrati abitata da un nucleo familiare di quattro persone: padre, madre e due figli. Il valore dell’abitazione è di circa 170mila euro. Ebbene: nel 2013 l’esborso fra tributo statale e Tari era di 368,16 euro. Nel 2014 il conto è più salato visto che la somma schizza a 473,99 euro. Ma rispetto al servizio pubblicato sulla cronaca di Trieste abbiamo allargato l’attenzione anche ai principali immobili di tipo non residenziale. E le sorprese non mancano perché gli esborsi, in questo caso, sono… inferiori rispetto al 2013. Qualche esempio: bar, pasticcerie e caffè pagavano 1.215 euro e pagheranno 1.184 euro; i capannoni industriali comportavano un esborso di 13.713 euro che diventeranno 12.597; i supermercati passano da una spesa di 13.095 euro (2013) a 12.566 euro (2014). «Ciò significa che è stata data grande attenzione alle attività economiche», commenta Anna Cisint.

Lo sfogo dell’assessore

Ma perché il Comune ha dovuto introdurre la Tasi, peraltro con un’aliquota bassa (1,5%)? «La causa è lo Stato – taglia corto Guido Germano Pettarin, assessore comunale al Bilancio -. Sì, lo Stato ci chiede 3.677.070 euro come extra gettito Imu corrispondente al fondo di solidarietà. Significa che sono 2.424.000 euro in più rispetto allo scorso anno quando fummo già costretti a “regalare” a Roma 1.253.000 euro. Di fronte a queste cifre, non potevamo fare diversamente».

Già nel recente passato, Pettarin diede voce a tutta la sua rabbia: il Comune si trova, in sostanza, a fare l’esattore per lo Stato. «Non posso che ripetere quanto già dichiarai qualche settimana fa. È vergognoso che i Comuni virtuosi come il nostro siano costretti a tassare i propri cittadini solo per coprire le spese di Roma».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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