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La zona è smisurata e in una superficie protetta e sottoposta a vincolo paesaggistico, nell’agro di Bitonto. Si tratta di un’area, sulla vecchia via Appia, all’interno di una cava su cui erano stati accatastate centinaia di tonnellate di rifiuti speciali, soprattutto provenienti dalla demolizione di edifici. Ora finita sotto sequestro.

I finanzieri della Tenenza di Bitonto e della Sezione Aerea del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, sotto lo stretto coordinamento da parte della Procura della Repubblica di Bari, nell’ambito della costante attività istituzionale di controllo economico del territorio e prevenzione e repressione degli illeciti ambientali, hanno sequestrato una cava localizzata nei pressi della strada provinciale 231 in un’area protetta e addirittura sottoposta a vincolo paesaggistico nell’agro di Bitonto.

L’indagine da parte delle Fiamme Gialle è il risultato di una complessa e articolata indagine svolta con l’ausilio degli elicotteri della Sezione Aerea e del personale del R.O.A.N., dotato di sistemi informatici e rilevamento cartografico satellitare, che ha consentito di rilevare 260.000 metri cubi di rifiuti, soprattutto rinvenienti dalla demolizione di edifici, su un’area di 13.000 metri quadri su cui sono in corso le ispezioni e gli accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Bari.

Al momento – l’indagine, però, è tutt’altro che conclusa – sono state deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria due persone, in violazione della normativa di cui al decreto legislativo n. 152/2006, il Testo Unico Ambientale, responsabili di aver realizzato e gestito una discarica abusiva e aver eseguito opere di recupero ambientale della cava impiegando rifiuti (speciali e da demolizione), che sono stati illecitamente sepolti attraverso la copertura con terra e materiale di scavo.

Per i fatti accertati, i militari procederanno alla contestazione dell’ecotassa e delle sue violazioni, col fine di garantire il ristoro del danno ambientale arrecato. Gli accertamenti, però, non si sono conclusi. Le indagini proseguono per individuare eventuali altri responsabili dello stoccaggio. In quella cava i rifiuti, da soli, non ci sono mai arrivati: è legittimo ipotizzare che nel tempo siano passati molti automezzi pesanti a scaricare tutto ciò che andrebbe eliminato in maniera lecita.

«Gli esiti dell’attività a tutela dell’ambiente confermano l’importante ruolo della Guardia di Finanza, cui – si legge in una nota – è affidata una funzione concorsuale nelle attività di prevenzione e di contrasto degli illeciti in materia, espletata grazie alle specifiche dotazioni tecnologiche della propria componente aeronavale».



 

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