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Una notizia molto pesante per il Comune di Palazzolo, che però grazie alle scelte amministrative di questi ultimi anni si trova in una situazione risolvibile senza ricadute pesanti sulle tasche dei cittadini.

Piscine in alto mare: il Comune dovrà accollarsi il mutuo di circa 5,5 milioni di euro

L’Ics ha chiesto l’escussione della fideiussione, pari a 5 milioni e 696mila euro, garantita dal Comune in quanto la società “Spazio Sport One”, che gestisce le piscine di Palazzolo, non ha pagato di fatto quattro rate (tra il 2020 e il 2022) all’Istituto di credito sportivo. Una situazione dovuta in modo particolare alla pandemia (ma con Ics non era prevista la sospensione delle rate del mutuo) e al caro energia: due aspetti che hanno colpito duramente realtà come le piscine. La società che gestisce la struttura di piazzale Kennedy (e altre due ad Alzano e Osio, anche in questo caso la situazione è finita in Consiglio comunale) dunque è risultata insolvente ed è scattata la decadenza dal beneficio del termine (messa in mora). Il  Comune, una volta ricevuta la comunicazione, ha scelto di intervenire per impedire che la fideiussione venga escussa: l’Ente si dovrà accollare il mutuo con Ics, che a seguito di due ristrutturazioni (un lavoro importante svolto dall’Amministrazione Zanni) era passato da 445mila euro a 225mila euro all’anno, diviso in due rate semestrali. La situazione, come detto, per il Comune non è disperata perché in questi anni la Giunta Zanni ha lavorato molto sulla riduzione del debito, passando da 19 milioni a 6,9 milioni di euro. Inoltre, proprio per questa situazione sono stati accantonati nel Fondo passività potenziali 400mila euro. Una scelta che, alla luce di quanto accaduto, si è dimostrata lungimirante. Inoltre, in piena pandemia il Comune aveva messo sul piatto oltre 100mila euro per il pagamento del mutuo.

La gestione

Toccherà alla prossima Amministrazione limare gli accordi con Ics. La trattativa dovrà essere chiusa entro il 15 ottobre e ovviamente ci saranno dei benefici per quanto concerne il mutuo, in quanto si tratta di un Ente comunale e non più di un privato. Ora è presto per capire i prossimi passaggi, ma a causa di questa inadempienza verrà rescissa anche la convenzione (prevista fino al 2049) con il privato, che al momento ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda. Il Comune ovviamente farà di tutto per garantire l’apertura dell’impianto, anche perché la chiusura degli spazi avrebbe effetti ancora più negativi.

L’iter

Il mutuo delle piscine era stato ristrutturato nel 2017 e nel 2018 era è stato trovato l’accordo ufficiale con le tre banche. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello relativo alla ristrutturazione del mutuo di 5,5 milioni di euro con l’Istituto di credito sportivo. La società «Spazio Sport one», guidata da Giuseppe Troncana, non doveva versare più ogni anno 445mila a Ics, ma 225mila euro. Complessivamente, invece, la cifra era di circa 370mila euro annui. Il debito, come sottolineato in Consiglio comunale, verrà estinto nel 2056. Il Comune, il privato e l’Istituto per il credito sportivo, unica banca pubblica a servizio del Paese per il sostegno allo sport e alla cultura, avevano sottoscritto l’accordo relativo alla ristrutturazione del mutuo di 5,5 milioni, contratto dalla società e garantito dalla fideiussione rilasciata dal Comune: una garanzia che complessivamente ammonta a 7 milioni e 690mila euro (inizialmente era circa 6 milioni, aumentata perché durante la Giunta Sala erano stati realizzati anche gli scivoli). Il Comune, grazie a una complessa procedura di negoziazione con Ics, “ha supportato la società di gestione dell’impianto nell’ottenere un tasso di mercato del nuovo finanziamento che consente di ridurre gli oneri passivi finanziari annuali e di rendere il debito contratto maggiormente sostenibile”, avevano spiegato

La storia dell’impianto

L’iter per la costruzione delle piscine iniziò nel 2002 con il primo bando. Il 31 dicembre del 2003, attraverso project financing, l’intervento venne affidato alla società di Troncana con una previsione di spesa di 6 milioni e 250mila euro. Nel 2007, quando sindaco era Silvano Moreschi, iniziarono i lavori (a bilancio è stata inserita la cifra di 9 milioni) e all’inizio dell’anno il Comune rilasciò la famosa e onerosa fideiussione. Non solo, l’Ente spese 900mila euro per l’esproprio dei terreni. Il primo mutuo di 6 milioni venne erogato dall’Istituto del credito sportivo nel dicembre del 2006. Nel 2010 vennero stipulati mutui con la banca del territorio lombardo Credito cooperativo per 800mila euro e con Bpm (ex Banco popolare ex credito bergamasco) per 890mila euro. I primi problemi vennero manifestati dal gestore nel 2012 quando, nel tentativo di tamponare la situazione, venne rinegoziato il mutuo, allungando la durata a 25 anni. A fronte di una diminuzione del fatturato, la società nel 2014 non pagò rate per 474mila euro. All’inizio del 2015 l’Ics chiese alla società di rientrare avvisando anche il Comune.

La ristrutturazione

“La soluzione apparentemente più semplice era quella di rescindere la convenzione, accollarsi il mutuo e indire un bando – aveva spiegato a inizio 2017 il sindaco Gabriele Zanni – Ma ci sarebbero state numerose difficoltà economiche e di gestione. Illogico non rinegoziare mutui a condizioni migliorative”. Alla fine del 2016 i gestori della piscina pagarono una rata del mutuo per 121.592 euro alle condizioni già rinegoziate.
“Per il Comune la garanzia non cambia, solamente varia la ripartizione tra le banche”, aveva continuato il sindaco. La ristrutturazione nel 2017 era stata ripartita in questo modo: 5 milioni e 561mila euro con l’Ics, circa 1 milione e 346mila euro con Btl e 783mila euro con Bpm. Con l’Ics mutuo a tasso fisso 2,5% annuo con un piano di ammortamento in 80 rate semestrali. Per quanto riguarda Btl è stata rilasciata una fideiussione per ristrutturazione debito consolidato di 500mila euro con rata fissa 3mila euro e tasso fisso annuo nominale al 2,5% (205 rate per 17 anni e un mese). Per quanto concerne il nuovo mutuo, per l’estinzione parziale Ics, di oltre 845mila euro è stata stabilita una rata fissa di 5mila euro per 6 anni (72 rate) e una maxirata di 599.343 euro rifinanziabile alle stesse condizioni per 11 anni e 6 mesi (138 rate). Infine, con Bpm è stata versata una fideiussione per la ristrutturazione del debito consolidato di 783mila euro per 21 anni (42 rate).

 

 

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