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FIRENZE. Una udienza preliminare con un dispositivo multiforme quello emesso dal gup, Angelo Antonio Pezzuti nella mattina di venerdì 26 gennaio nel primo vero esame giudiziario sul crac dell’azienda Braccialini spa che aveva sede a Scandicci, decretato con la sentenza di fallimento del 20 dicembre del 2017. Sessantanove gli imputati per i quali i pubblici ministeri Luca Turco e Christine Von Borries il 9 dicembre del 2020 avevano chiesto il rinvio a giudizio con capi di accusa che variavano dalla bancarotta fraudolenta a quella preferenziale, al concorso e ad altri capi di accusa minori.

Alcuni degli imputati hanno chiesto il giudizio abbreviato, altri il rito ordinario. E così fra le tante dichiarazioni di non luogo a procedere «perché i fatti non sussistono», sono arrivate anche le condanne col rito abbreviato a due anni e sei mesi di reclusione per Riccardo Braccialini (65 anni di Firenze) che è stato prima presidente e poi consigliere del consiglio di amministrazione dell’azienda nel periodo di tempo fra il 2011 ed il 2016 preso in considerazione dagli inquirenti. Inoltre è stato condannato al pagamento delle spese processuali, l’inabilitazione all’esercizio di una impresa commerciale e l’incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la stessa durata della pena detentiva. Sono otto i mesi di condanna invece per gli altri membri sempre del cda, Massimo Braccialini (64 anni di Firenze) , Antonio Attanasio (75 di Napoli) , Fabrizio Buzzati (58 di Firenze) e Alberto Iadanza (46 anni di Valdagno-Vicenza) , oltre alle spese processuali e alle pene accessorie di inabilitazione e incapacità di avere ruoli in imprese commerciali. Per gli ultimi tre condannati il giudice delle udienze preliminari ha disposto la sospensione condizionale della pena per cinque anni e la non menzione. Tutti e cinque sono stati inoltre condannati al risarcimento dei danni morali e patrimoniali a favore della parte civile da liquidarsi ad opera del giudice civile. Riccardo Braccialini è stato inoltre condannato al pagamento di mezzo milione di euro a titolo provvisionale a favore dei curatori del fallimento della Braccialini spa oltre a dover pagare il 70 per cento delle spese di giudizio della parte civile e di concorrere in solido con gli altri quattro condannati per il rimanente 30 per cento (per un totale di 14.031 euro).

«Sono moderatamente soddisfatto della sentenza – dice l’avvocato Giovanni Maria Flora, che difende i fratelli Braccialini – I miei clienti sono stati assolti dalle accuse più gravi di bancarotta fraudolenta e dei pagamenti preferenziali. È rimasto un solo capo di accusa più lieve e confido nell’appello per vedere riconosciuta la loro totale estraneità».

Dopo la sentenza con rito abbreviato il gup, Angelo Antonio Pezzuti ha esaminato le posizioni degli altri imputati e ha rinviato a giudizio, con la prima udienza fissata per il 10 settembre prossimo: Alessandro Ridi (63 anni di Firenze), Renzo Bortolo Maragotto (77 anni di Milano), Gabriele Benfenati (70 anni di Bologna), Carlo D’Amario (78 di Galbiate-Lecco), Zhang Lei (39 anni cittadina cinese), Luca Maurizio Duranti (50, di Milano). Dal processo sono usciti tutti con l’assoluzione vari dirigenti di diverse banche che avevano avuto rapporti con l’azienda e che secondo l’accusa avevano concorso al fallimento. «Non possiamo che ritenerci soddisfatti per questa decisione che ha accolto in pieno le nostre istanze» dice l’avvocato fiorentino Nino D’Avirro che difendeva diversi bancari.

 

 

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