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  • Il ddl ristrutturazione punta a ridurre il numero di benzinai presenti in Italia e conseguentemente ad agire sul prezzo dei carburanti applicato dai distributori.
  • Oltre alla chiusura dei punti vendita “non idonei” o operanti nell’illegalità, si punta alla riconversione delle stazioni di servizio in chiave green.
  • L’Italia è prima in Europa per numero di distributori presenti sul territorio e seconda per quanto riguarda il parco auto circolante.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, sta preparando un piano di riorganizzazione dei distributori di carburante in Italia (ddl ristrutturazione) con l’obiettivo finale di ridurre il numero di benzinai presenti sul territorio nazionale e rendere quelli presenti più efficienti, sicuri e più green.

Alcuni punti vendita presenti sul territorio spariranno (circa 2.000 secondo le stime), mentre altri potrebbero essere riconvertiti in stazioni di ricarica per veicoli elettrici (circa il 10%, ovvero 1.500). Il mercato è prossimo a un grande cambiamento che potrebbe aiutare a combattere le illegalità (fiscali o strutturali) che si verificano attualmente in diverse stazioni di servizio.

Fortunatamente l’Italia vanta un numero elevatissimo di benzinai sul territorio, superiore a tutti gli altri Paesi europei: facciamo il punto sulla riorganizzazione e cerchiamo di capire quanti distributori ci sono in Italia, quanti verranno chiusi e cosa potrebbe cambiare nel settore.

Benzinai, cosa prevede la riforma del settore

Il disegno di legge di riordino del settore carburanti prevede una serie di novità non solo per quanto riguarda il numero di benzinai presenti in Italia (considerando che a livello nazionale il settore è vastissimo), ma anche per una più ampia riconversione di tante stazione di rifornimento in chiave green.

Secondo quanto anticipato dal sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci, le principali novità della riforma dei benzinai riguarderanno la razionalizzazione di un mercato con troppi partecipanti, l’introduzione di nuove regole e requisiti per l’apertura di un distributore (come ad esempio la presenza di specifici prodotti, benzina o gasolio in miscela e-fuel) e al contempo l’erogazione di incentivi per la transizione green delle strutture.

L’idea è quella di finanziare le spese sostenute al 50% fino a 60mila euro, oltre a prevedere una serie di incentivi amministrativi e di premialità se si costruisce o ristruttura un edificio in un’area dove è presente un impianto dismesso. Viene poi superata l’esposizione del prezzo medio de carburanti applicata a livello regionale, sostituita da un Qr Code ed eliminata l’indicazione sulla differenza tra tariffe tra self-service e servito.

Secondo le stime, questa razionalizzazione potrebbe mettere in discussione almeno 8.000 stazioni di rifornimento per le riconversioni che danno priorità alle colonnine elettriche e ai biocarburanti. Sono invece 4.000 circa i punti vendita che risultano “incompatibili” con il cambiamento green, in quanto dislocati in prossimità di rotatorie o incroci.

blank business

Quanti benzinai ci sono in Italia rispetto agli altri paesi europei

Paese Popolazione* Punti vendita Erogato medio (in mc) Vetture per punto vendita
Austria 8,90 2.748 2.548 1.822
Belgio 11,55 3.121 2410 1.871
Danimarca 5,82 2.068 1.877 1.266
Francia 67,09 11.151 3.844 2.950
Finlandia 5,52 1.869 1.995 1.427
Germania 83,16 14.458 3.486 3.259
Grecia 10,71 5.889 770 801
Italia 60,24 22.608 1.237 1.778
Polonia 37,95 7.852 3.106 3.071
Portogallo 10,29 3.333 1.801 1.595
Regno Unito 65,80 8.381 4.344 4.155
Spagna 47,33 11.810 2.424 2.075
Svezia 10,32 2.678 2.066 1746
Svizzera 8,41 3.293 1.382 1.388
Ungheria 9,79 2.015 2.812 1.821
Media 27,33 5.762 2.490 2089
*Dati in milioni di abitanti

L’approvazione del ddl riorganizzazione potrebbe quindi portare alla chiusura di numerosi distributori di rifornimento di carburante, ma ciò non costituirebbe un problema per il nostro Paese.

L’Italia è prima in Europa per numero di distributori di benzina, come descrivono i dati di Faib Confesercenti1, associazione di categoria dei benzinai, presenti sul territorio, con un totale di oltre 22.600 stazioni di servizio. Seconda è la Germania, che però possiede un numero nettamente inferiore di punti vendita rispetto all’Italia (circa 14.500 mila).

Il nostro Paese detiene un parco auto con oltre 40 milioni di autovetture circolanti (secondo in Europa dopo la Germania), ma il numero di autovetture per punto vendita, pari a poco meno di 1.800, è più basso non solo rispetto a quello della Germania (circa 3.000 vetture) ma anche rispetto al Regno Unito, alla Polonia, alle Francia, alla Spagna e alla maggior parte dei paesi europei.

Anche l’erogato medio di carburante nel nostro paese, pari a 1.237 mc/anno, è inferiore alla media europea del 47% (per una differenza pari a 1.176 mc/anno).

I problemi del settore dei benzinai

benzinai italiabenzinai italia

Il tentativo di riorganizzazione del settore dei benzinai è attivo da anni, ma finalmente potrebbe essere arrivata la svolta. Con il ddl riorganizzazione si andrebbero a risolvere alcuni dei problemi attualmente presenti sul mercato: in primis, la razionalizzazione permetterebbe di scovare quelle stazioni di servizio che attualmente operano nell’illegalità, stimate tra le 4.000 e le 5.000 in totale secondo UNEM, Unione Energie per la Mobilità.

Le stazioni di servizio non conformi alle nuove regole, infatti, potrebbero essere costrette a chiudere in seguito ai controlli avviati dalle autorità competenti (per esempio le Fiamme Gialle).

Un altro obiettivo della riforma del settore è quello di garantire la regolare erogazione dei carburanti, sia in relazione alla qualità sia in relazione al prezzo.

E soprattutto, per ridurre il numero di operatori sul mercato, oltre a chiudere le stazioni illegali, si sta valutando la riconversione delle stazioni di servizio in chiave green (con hub di energia elettrica o idrogeno) con l’obiettivo di alimentare i veicoli del futuro.

 

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