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MONTEBELLUNA (TREVISO) – Un piccolo risparmiatore. La truffa da parte di una banca. È il tema di Cento domeniche, l’ultimo film di Antonio Albanese, che esce oggi e che sabato alle 16 sarà proiettato al cinema Italia Eden a Montebelluna. Dopo la proiezione, attorno alle 17.30, l’autore incontrerà il pubblico in sala, prima di approdare alle 19.30 al cinema Edera di Treviso. Non è un caso che, per la prima presentazione nella Marca sia stata scelta Montebelluna. Perché la città e i suoi abitanti, ma anche quanti risiedono nel comprensorio montebellunese, possono più che mai immedesimarsi nel dolore di chi ha vissuto quello che è stato, per i più, un tradimento. La “fine” della banca del territorio. E alla proiezione interverranno anche rappresentanti degli azionisti travolti dal crac di Veneto Banca.
IL COMITATO
«Una delegazione del nostro gruppo sarà fra il pubblico – dice Andrea Arman, presidente del Comitato Don Torta – e se ci permettono partecipiamo volentieri al dibattito. Abbiamo visto il trailer del film, che sembra trattare un argomento importante con sensibilità». Ma soprattutto, in modo vicino a quelli che sono stati i problemi e in qualche caso le tragedie legate al fallimento dell’istituto di credito che aveva il suo cuore a Montebelluna. Per il quale ora i risparmiatori attendono un ulteriore risarcimento dal Fir. «Qualcuno assicurava che il 10% in più promesso sarebbe arrivato fra il 13 e il 20 novembre – dice ancora Arman – Credo invece che con i tempi della burocrazia italiana dovremo attendere fra dicembre e gennaio. Ovviamente l’arrivo della cifra è una buona notizia, posto che su 500 milioni ce ne hanno presi 250».
LA PELLICOLA
Il quinto film di Albanese da regista è stato girato a Lecco, dove è nato e cresciuto; protagonista un operaio derubato di tutti i risparmi, tornitore come è stato Albanese per sette anni, prima di cambiare vita: «Sono stato fortunato ma non dimentico da dove arrivo – ha detto il regista – La provincia è il mondo della semplicità, dei sogni senza pretese. Un mondo dove le relazioni contano più dei social». Una situazione in parte sovrapponibile a quella di Montebelluna, dove però fra i truffati ci sono non solo operai, ma anche molti piccoli imprenditori. «Io volevo raccontare la gente normale – dice Albanese – che continua a tenere in piedi questo paese.
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