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Le “rinnovabili” e gli interessi nascosti – Alessandria today – italianewsmedia #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Di Pier Luigi Cavalchini

Anche in provincia di Alessandria vi sono, ormai da una ventina d’anni, circa cinquanta impianti di piccola, media e consistente grandezza che permettono ai cittadini/gestori/proprietari di autoprodurre energia e, soprattutto, di rivenderla al gestore elettrico in carica. Una “novità” per i non addetti ai lavori che, però , può arrivare anche a produrre milioni di MWe coprando il fabbidsogno di piccoli centri o di quartieri interi di città. Per esempio l’impianto fotovoltaico di Alessandria Sud, tra i più grandi del Nord Italia, si caratterizza per la sua potenza massima di 7,3 MW. La sua estensione è di 15 ettari ed è suddiviso in 7 sezioni, ognuna delle quali composta da 4.540 moduli fotovoltaici, 1 trasformatore e 3 inverter. La produzione di energia solare annua complessiva è stimata in oltre 8 milioni di kWh: tale quantitativo è in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 3.000 famiglie-tipo.

Dal punto di vista tecnico e del funzionamento dell’impianto, gli oltre 31.000 moduli in silicio policristallino hanno ciascuno una potenza massima pari a 230 W. I pannelli fotovoltaici sono fissati su strutture in acciaio inox e alluminio anodizzato, concepite specificamente per grandi impianti fotovoltaici a terra, articolate in file parallele rivolte a sud. I vitoni, oltre 19.000, sono stati fissati nel terreno grazie a tecnologia laser e GPS.   Niente di particolare, in altre province e in altre regioni ci sono impianti dieci volte grandi,. Ciò che ci interessa mettere in luce è il dfatto che “si può fare”, che una alternativa al “fossile”e al “nucleare” c’è e….se non fossimo convinti basta andare in zona Cantalupo per convincersene.  E, nonostante tutte le critiche al “superbonus” la verità che ne viene fuori è lapalissiana.

” Vorremmo partire da alcuni effetti dell’intervento Superbonus 110% per vedere se e come l’utilizzo dei crediti fiscali trasferibili potrebbe agevolare il passaggio alle “case green”. (1)

Se guardiamo l’andamento delle installazioni di impianti fotovoltaici non a terra (che possono essere associate con le ristrutturazioni edilizie), notiamo che nel periodo 2021/23 sono aumentate del 60%. Da 13 a 21 GW. Sono stati aggiunti impianti per 8 GW pur agendo solo sul 5% degli immobili italiani.

Questo è un effetto del famoso “Superbonus 110%” (che partì basandosi sui crediti fiscali trasferibili nell’edilizia) che viene completamente ignorato e che invece ha grande importanza. Sia per gli obiettivi europei sulle rinnovabili, sia perché con la guerra in Medio Oriente il prezzo del petrolio e anche quello del gas potrebbero aumentare notevolmente (come già successo peraltro recentemente allo scoppio del conflitto fra Russia e Ucraina). A settembre 2024, su un totale di 265.000 GWh di elettricità lorda prodotta in Italia, dal Rapporto TERNA 2023 si evince che il fotovoltaico partecipa al 12% (30.711 GWh) su un totale del 36% del contributo delle fonti rinnovabili (95.400 GWh). Mentre le fonti termiche partecipano per il 64% del totale (168.300 GWh). Dunque l’elettricità prodotta con le fonti termiche è superiore di 72.900 GWh rispetto a quella prodotta con le varie fonti rinnovabili.

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All’inizio della guerra fra Russia e Ucraina il prezzo del gas schizzò alle stelle e qualcuno disse che, se il rapporto fossili/rinnovabili fosse stato il contrario di quello attuale, probabilmente l’economia Italiana non avrebbe risentito degli effetti economico-finanziari derivanti dall’aumento del costo dell’energia. La domanda sorge spontanea: come produrre la differenza di elettricità necessaria ad invertire il rapporto tra fonti termiche e fonti rinnovabili ?

Il rapporto TERNA indica che nel 2023 30.711 GWh di elettricità sono stati prodotti con 30,3 GW di potenza fotovoltaica. Pertanto se vogliamo aumentare di 72.900 GWh la produzione di elettricità attraverso il fotovoltaico, dobbiamo installare circa 72 GW di potenza aggiuntiva. In un’ottica “case green” questa operazione darebbe un grosso contributo, se consideriamo che con la ristrutturazione del 5% degli immobili la potenza fotovoltaica è aumentata di 8 GW. Con relativa produzione di elettricità di circa 8.000 GWh. Ciò significa che sarà necessario agire sul 45% del patrimonio immobiliare per aumentare la produzione di elettricità con il fotovoltaico di 72.900 GWh .

In tal modo si conseguirebbe una maggiore efficienza energetica del patrimonio immobiliare, evitando di consumare il territorio e riducendo le perdite poiché potrebbe essere aumentato il contributo dei “prosumer” (produttori/consumatori).

Cerchiamo allora di confrontare i costi della dipendenza dai combustibili fossili importati a fronte dei costi necessari per aumentare il contributo delle fonti rinnovabili (riprendendo alcuni passi dal documento “Terna” citato sopra.

“Gas:

1 GWh prodotto con il gas costa attualmente circa 40.000 euro ogni anno
900 GWh l’anno “costano” (a quotazioni costanti nel tempo pari al valore attuale di 40 euro/MWh )quasi 3 mld €
25 anni di forniture di gas e conseguente produzione di elettricità costerebbero poco meno di 75 mld €.
Fotovoltaico:

gli impianti fotovoltaici hanno una vita media pari a 25 anni
l’installazione di 1 GW di potenza fotovoltaica costa un miliardo di euro
ogni GW di impianti fotovoltaici installati porta ad una produzione di almeno 1.000 GWh l’anno
si riducono le perdite e i costi degli impianti, avendo avvicinato la produzione al consumo
dopo 25 anni i GW di nuovi impianti installati avranno prodotto complessivamente 72.900 GWh * 25 anni = 1.822.500 GWh
l’investimento per aumentare la potenza dei nostri impianti fotovoltaici di 72 GW è di 72 Mld €. (Eventualmente spalmabile su più anni, anche in funzione delle capacità produttive nazionali).” (2)
In sintesi, se confrontiamo la spesa nell’arco di 25 anni per l’acquisto di gas necessario a produrre 72.900 GWh di elettricità ogni anno (circa 75 miliardi di euro) con l’investimento per aumentare la potenza fotovoltaica che serve a produrre la stessa quantità di elettricità (circa 72 miliardi di euro) vediamo che le somme sono molto simili. Con il vantaggio che con il fotovoltaico possiamo ridurre la dipendenza dalle importazioni e le emissioni di anidride carbonica. A ciò si aggiunge che nella nostra ipotesi di lavoro il prezzo del gas è mantenuto invariato a 40 euro/MWh. Un’assunzione molto conservativa poiché è verosimile che il prezzo tenderà ad aumentare nei prossimi 25 anni. Inoltre non vengono considerati gli effetti di un probabile miglioramento delle tecnologie fotovoltaiche che consentirà di aumentare il rapporto tra potenza installata ed elettricità prodotta.

Oggi un impianto fotovoltaico è venduto come ristrutturazione con detrazione decennale del 50% del prezzo applicando l’IVA al 10%.

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Viceversa, se fosse considerato come “efficientamento energetico” lo Stato potrebbe assegnare una detrazione decennale del 65% della somma investita con IVA inclusa al 22%.

Il punto fondamentale è quello di stabilire come modulare l’incentivo (50 o 65%) e la distribuzione della detrazione (su 10 anni o su 5 anni come avviene per le persone oltre i 75 anni di età) e di assegnare un incentivo più elevato per i redditi bassi al fine di spingere quanti più committenti a fare gli investimenti necessari all’installazione dei pannelli fotovoltaici.

Qualsiasi tipo di incentivazione si scegliesse si potrebbe trasformarla in uno sconto in fattura tramite crediti fiscali trasferibili come fu fatto all’inizio per il Superbonus 110%.

In tal modo:  (riprendendo di nuovo il documento in nota)

sarebbe possibile ridurre l’esborso in euro da parte del committentepoiché una parte del pagamento viene effettuata cedendo i crediti fiscali all’impresa che vende gli impianti;
l’impresa venditrice potrebbe a sua volta cedere i crediti ad altre imprese. Oppure monetizzarli in banca o ancora utilizzarli per ridurre il costo delle tasse da pagare allo Stato.
Secondo il modello econometrico della Banca d’Italia, il moltiplicatore associato all’agevolazione dovrebbe essere intorno all’unità (in letteratura il moltiplicatore è compreso tra 2 e 3). Dunque con 100 euro di detrazioni si ottiene un aumento del Pil pari a 100 euro.

Se consideriamo che:

l’aumento del Pil genera maggiori entrate fiscali
il CRESME ha stimato queste entrate pari al 34% del totale delle detrazioni,
il costo netto per lo Stato è pari 100 – 34 = 66.
Il costo netto può essere considerato come un aumento del debito pubblico, che, se viene messo in rapporto con l’aumento del Pil dimostra che il Pil (+ 100), cresce più del debito (+ 66), spingendo al ribasso il rapporto debito / Pil. Ciò è coerente con i dati empirici per cui il rapporto debito/Pil è diminuito di quasi 20 punti percentuali dal 2020 (154,1%) al 2023 (134,6%). “(1)

Pertanto ogni GW fotovoltaico installato è un passo fondamentale verso l’indipendenza energetica. E permette di liberarsi dalle oscillazioni dei prezzi dell’energia con effetti benefici sulla bilancia commerciale.  Inoltre l’energia solare consente di ridurre le emissioni di anidride carbonica come prescrive la Commissione europea. Infine i crediti fiscali trasferibili possono essere di grande aiuto per conseguire questi obiettivi. 

Le “rinnovabili” e gli interessi nascosti




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