Bagarre nell’aula del Consiglio regionale della Lombardia. Ieri sera, 18 maggio, dopo oltre 12 ore di seduta, alle 21 in teoria l’assemblea avrebbe dovuto chiudere i lavori (la convocazione scadeva, appunto, a quell’ora) e ri-aggiornarsi. Se non fosse, però, che il presidente del parlamentino di via Fabio Filzi, Federico Romani di FdI, ha provato a far proseguire la seduta, senza però aver preso prima accordi in tal senso con i capigruppo dei partiti. Risultato? Una ribellione in piena regola, con tutte le opposizioni – dai morattiani di Lombardia Migliore al Pd, dai grillini fino ad Avs – ad occupare i banchi della presidenza.
Il regolamento di via Filzi prevede che, in caso di prolungamento di una seduta già convocata, questo possa avvenire solo in caso di accordo preventivo tra tutti i capigruppo dei partiti, sia di maggioranza sia di opposizione. Cosa che ieri non era avvenuta: per questo ieri, dopo il voto alle 21.05 di una mozione presentata da Fratelli d’Italia per chiedere lo stato di emergenza per alcuni territori lombardi a seguito delle forti piogge delle scorse settimane, tutti si aspettavano che la seduta fosse chiusa e aggiornata alla settimana successiva (era già convocata per il prossimo martedì, 25 giugno). Se non fosse, però, che Romani ha provato a far andare comunque avanti le votazioni: sul piatto c’era infatti la conferma delle nomine dei revisori dei conti regionali.
La votazione del provvedimento è però andata a vuoto per due volte: le opposizioni si sono rifiutate di partecipare, e nonostante la presenza in aula del centrodestra, non si è riuscito a raggiungere il numero legale. Di qui, la sospensione della seduta, ma non la sua chiusura, con il risultato che gli esponenti del centrosinistra hanno deciso di occupare i banchi della presidenza dell’aula, mentre da una parte all’altra del parlamentino di via Filzi volavano insulti e accuse reciproche.
“La Russa ci ha urlato, guardando noi dell’opposizione, prima ‘indegni’ e poi ‘schifosi’ – racconta allora il consigliere regionale Luca Paladini, esponente del Patto Civico e fondatore dei Sentinelli – Nessun assessore di questa Regione tiene un atteggiamento come il suo, ma neanche si avvicina. Con gli altri ci si confronta, la stragrande maggioranza delle volte non si è d’accordo, ma dentro i confini di un rapporto civile. Con La Russa no. È letteralmente impossibile. Quando prende la parola, la postura è davvero quella dell’uomo che si sta gustando la rivincita dopo anni di isolamento politico”.
La seduta si è chiusa, infine, solo alle 22, dopo che Romani ha assicurato alle opposizioni che non si sarebbe proseguito e si sarebbe rinviato alla prossima settimana: di qui, l’interruzione della protesta. La discussione dei provvedimenti che ieri erano all’ordine del giorno, ma non sono stati messi in votazione, proseguirà quindi il prossimo mercoledì 26 giugno: tra questi, anche la mozione (presentata da FdI) per chiedere il pignoramento dello stipendio da neo-eurodeputata di Ilaria Salis per un presunto debito di 90 mila euro con Aler.
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