Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, ha accolto con soddisfazione i risultati raggiunti durante il Consiglio di Agrifish, che ha visto convergere Italia, Francia e Spagna su una posizione comune in merito alle politiche europee sulla pesca. L’accordo rappresenta, secondo Scognamiglio, un momento di svolta, capace di ridiscutere strategie comunitarie spesso percepite come penalizzanti, soprattutto per il settore ittico italiano.
Secondo il presidente di Unci AgroAlimentare, le decisioni europee finora hanno privilegiato una visione che ha “criminalizzato” la pesca, ignorando le difficoltà economiche e occupazionali delle marinerie nazionali. “Questa linea di Bruxelles rischiava di compromettere il made in Italy a vantaggio di prodotti esteri meno garantiti”, ha affermato Scognamiglio, sottolineando come l’Italia, con il coraggio di sollevare critiche in sede europea, abbia dato il via a un dialogo più aperto. Il presidente ha espresso apprezzamento per l’impegno del ministro Francesco Lollobrigida e del sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, che hanno avviato un dialogo costruttivo con il settore, accogliendone le istanze e lavorando per superare l’isolamento italiano in Europa.
Il documento elaborato durante la riunione pone l’accento sulla necessità di un approccio bilanciato che concili tutela ambientale, sostenibilità economica e protezione della biodiversità. Scognamiglio ha sottolineato come i pescatori abbiano già dimostrato apertura verso una riorganizzazione delle loro attività, ma ha ribadito l’importanza di non scaricare esclusivamente sulla filiera ittica i costi delle politiche ambientali. Il presidente ha auspicato che altri Stati membri dell’Ue si uniscano a questo approccio per definire una strategia complessiva che promuova protezione del patrimonio marino e della biodiversità; responsabilizzazione collettiva che coinvolga anche le attività terrestri, per affrontare problemi come l’inquinamento delle acque e sostegno economico alle imprese ittiche, per valorizzare gli sforzi di lavoratori e produttori. La pesca non deve essere vista come una minaccia, ma come una risorsa da sostenere attraverso politiche mirate, capaci di garantire sia la salute del mare che quella delle comunità che ne dipendono. “Questo primo passo – ha concluso Scognamiglio – segna l’inizio di un percorso verso una visione più costruttiva e condivisa”.
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