Anapa denuncia: «Molti intermediari assicurativi del mezzogiorno si stanno vedendo richiedere dall’istituto previdenziale contributi e sanzioni per migliaia di euro, a causa di mancati versamenti contributivi nel periodo 2021-2024» L’oggetto del contendere è…
«Gli agenti professionisti di assicurazione sono sul piede di guerra con l’Inps per gli avvisi di pagamento con sanzioni che l’istituto di previdenza sta inviando a molti intermediari assicurativi del mezzogiorno». È quanto si legge in una nota diffusa da Anapa Rete ImpresAgenzia, l’associazione degli agenti presieduta da Vincenzo Cirasola.
Gli agenti, spiega Anapa, «si stanno vedendo richiedere dall’Inps contributi e sanzioni per migliaia di euro, a causa di mancati versamenti contributivi nel periodo 2021-2024. Ciò sta mettendo in ginocchio molte piccole agenzie caratterizzate da una cronica fragilità finanziaria». L’oggetto del contendere è «l’ammissibilità degli agenti a fruire dei provvedimenti di decontribuzione (fino al 30% delle aliquote ordinarie) disposti dalla legge di bilancio 2021 a favore di alcune categorie disagiate delle regioni meridionali e per i giovani under 36 anni, in tutta Italia. Sulla materia era intervenuto un pronunciamento della Commissione Europea, la quale aveva escluso dai benefici le imprese appartenenti al settore finanziario. In questo novero erano compresi anche gli agenti?».
Anapa l’ha sempre negato per un motivo di sostanza e un altro formale. Nella sostanza il sindacato «aveva fin da subito sottolineato in una lettera al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che “equiparare le agenzie di assicurazione alle compagnie di assicurazione e alle banche appare del tutto immotivato e discriminatorio”». Sul piano formale Anapa «aveva richiamato quanto disposto con il Decreto Liquidità nella prima fase emergenziale della pandemia, quando gli agenti, prima esclusi dalle agevolazioni disposte dal governo, erano stati successivamente ricompresi tra i beneficiari. Le rassicurazioni ricevute lo scorso anno dal Mimit a tener conto delle ragioni degli agenti, seppure mai state seguite da un riscontro positivo formale, avevamo creato delle speranze a quegli agenti che, nel frattempo, avevano utilizzato i benefici dell’agevolazione contributiva in aree svantaggiate (decontribuzione Sud), come anche gli under 36 anni. Gli stessi che, in questi mesi, purtroppo, si sono invece visti recapitare dall’istituto previdenziale, avvisi di pagamento per fruizione indebita dell’agevolazione con ingiunzioni alla restituzione, gravate di sanzioni e interessi. È una partita stimata complessivamente in oltre 50 milioni di euro».
Anapa, per contenere il più possibile i disagi della categoria, è scesa in campo agendo su due strade parallele. «Sia per le vie giudiziarie, mettendo a disposizione dei propri iscritti l’assistenza legale per presentare ricorso in sede amministrativa e dinanzi al giudice del lavoro, consigliando loro di concentrarli per il tramite di un noto giuslavorista al quale è stato anche conferito mandato di presentare domanda di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea sulle decisioni della Commissione Europea per un’interpretazione delle normative sugli aiuti di stato considerata discriminatoria».
L’iniziativa di Anapa si sta sviluppando «anche per vie politiche, in primis rivolgendosi al Ministero del Lavoro affinché solleciti la Commissione Europea per ottenere una risposta che sblocchi la questione e, in subordine, tentando la difficile strada di un emendamento chiarificatore».
In questo ambito Vincenzo Cirasola, accompagnato da Guido Lazzarelli, direttore centrale competente di Confcommercio e da Giulio Sottanelli, parlamentare, è stato ricevuto nei giorni scorsi a Montecitorio da Marco Osnato (FdI), presidente della 6° Commissione Finanza della Camera dei Deputati, e successivamente presso il Ministero del Lavoro, da Claudio Durigon, sottosegretario competente in materia, ai quali ha spiegato le motivazioni dell’iniziativa di Anapa, evidenziando «l’incongruenza dell’interpretazione da parte dell’Inps, la quale da un lato pretende che gli agenti di assicurazione versino i contributi previdenziali come “commercianti” e, dall’altro lato, equipara le agenzie di assicurazione alle grandi banche e compagnie assicurative».
Cirasola ha auspicato «che il Governo recepisca le nostre richieste per sanare, ancora prima che lo faccia la magistratura, questa grave ingiustizia che sta mettendo a repentaglio la sussistenza di molte piccole agenzie assicurative nel mezzogiorno». (fs)
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