E’ stato Diego nella fiction di Rai 1 «Ninfa dormiente». Adorato dai fan, ma per niente divo: «Da Benevento a Roma, ma non ho subito uno choc perché ero passato per Napoli. Con la mia ragazza stiamo scalando la vita»
Alessandro Orrei, uno dei volti simbolo della fiction «Mare fuori», per la prima volta si apre sulla sua vita privata: «Ho trovato la tranquillità vivendo con la mia compagna a Roma nord. Lei è una studentessa di Medicina, ci supportiamo reciprocamente in tutte le nostre scelte. Io mi sacrifico quando serve per lei, e lei per me se necessario. Condividiamo la scalata delle nostre vite». Orrei, 26 anni – volto da duro buono, somigliante, dicono, a Leo Di Caprio, Mimmo di «Mare fuori», e Diego nella recente serie tv di Rai 1 «Ninfa dormiente» – è un romano acquisito. Nato a Benevento, si è poi trasferito a Napoli, e infine a Roma, sempre inseguendo quel sogno del cinema che lo accompagna da quando aveva 16 anni: «Guardavo un’infinità di film… imparavo a studiarli, li analizzavo, rifacevo le parti che più mi piacevano».
«Ho scoperto in me le debolezze delle giovani vite che interpreto»
Ora ha uno stuolo di ammiratori e ammiratrici, i social lo testimoniano, ma continua a riconoscersi in quei ragazzi fragili che gli viene chiesto dalla televisione di interpretare. Ultimo Diego, appunto, di «Ninfa dormiente» con Elena Sofia Ricci, su Rai 1: «Un ragazzo di 19 anni figlio di un giudice affetto da disturbo da stress post traumatico. Per la sua vita sbandata finisce in una comunità di recupero e per gestire la rabbia viene affiancato da un tutor che gli insegna l’arrampicata. Così ho imparato anch’io a scalare montagne sul set. Stavolta davvero, e non per metafora! Dai problemi di Mimmo di Mare fuori sono passato ai demoni di Diego cambiando in poche settimane scenario, da Napoli a un posto incredibile sulle vette al confine fra Slovenia e Svizzera. Sono stupito: pensavo di non avere nulla a che fare con questo tipo di ragazzi feriti e segnati dalla vita, ma se attiro questo genere di interpretazioni una correlazione fra me e loro ci sarà! Il lavoro intorno alle loro esistenze travagliate mi è servito per accorgermi delle mie debolezze. Non ci avevo ancora fatto i conti».
I giovani fragili: «Fare come i bambini»
Un tema all’ordine del giorno, la fragilità dei giovanissimi: «Ci sono problematiche che gli adolescenti credono di non poter affrontare, si sentono piccoli di fronte a questioni enormi. I nostri nonni hanno affrontato la guerra? Vero. Ma mentre un tempo si arrivava già temprati, pronti alle sfide, credo che oggi i ragazzi non abbiamo l’esperienza, la forza e la corazza adeguate. Ricette non ne ho, ma forse il percorso giusto è quello che fanno i bambini in maniera spontanea: ricordo con gioia immensa la voglia quando ero piccolo di scoprire il mondo, e il mio mondo. Rischi compresi».
Da Benevento a Roma
Nel suo caso, l’azzardo è coinciso con l’abbandono degli affetti più cari, nella sua città di origine, Benevento: «Per non far diventare il mio obiettivo un’ossessione ho cercato di non perdere la leggerezza. Arrivato a Roma ho conosciuto il mio agente attuale, Cristiano Cucchini, e poi mi sono affidato a un coach, Alessandro Prete, che è ancora la mia guida. La recitazione richiede studio e pratica continui, siamo atleti che devono allenarsi tutta la vita per emozionare il pubblico. Non si finisce mai».
Da San Lorenzo a Roma nord «in cerca di calma»
L’impatto con la Capitale? Sorride: «Venivo da Napoli, al caos ero abituato! Mi sono integrato subito. Per carattere amo la tranquillità. Così all’inizio ho preso casa a San Lorenzo, nella movida del centro, poi con la mia compagna ci siamo trasferiti a Roma nord. Lei mi ha appoggiato e mi ha salvato. È il punto fermo. Ci aiutiamo in tutto». E ora? «Mi piacerebbe tornare a fare teatro, dopo Noi, portato in scena l’anno passato al Teatro Totò di Napoli. A breve partirà un progetto per una piattaforma tv, e ovviamente mi vedrete nella quinta stagione di Mare fuori. Del cinema mi interessano le storie di nicchia, autentiche e dai personaggi sfumati. E visto che so anche cantare, perché no un musical…bello, divertente, colorato! La fama è arrivata quando non me l’aspettavo. L’affetto del pubblico mi ha travolto. Ringrazio, e mi godo ogni momento».
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