Lo scorso 31 ottobre Istat ha pubblicato la nota mensile sull’andamento dell’occupazione in Italia, con riferimento al mese di settembre 2024. Se è vero che il tasso di disoccupazione resta in calo rispetto agli anni scorsi, permane però piuttosto alto quello riferito ai giovani – pari al 18,3% (+0,3 punti). Incognita inflazione, carovita e spese impreviste rischiano di mettere a dura prova bilanci familiari e risparmi faticosamente accumulati nel corso del tempo e, proprio per questo, in Europa c’è chi pensa a soluzioni – in qualche modo – innovative, per avvicinare i cittadini disoccupati al lavoro.
In Turchia, a Istanbul, una recente iniziativa delle autorità locali garantirà biglietti gratis sui mezzi pubblici, bus a tram, a chi non ha lavoro. Vediamo insieme in sintesi i punti chiave del piano al via e facciamo il punto sulla situazione nel nostro paese.
In Italia i disoccupati possono viaggiare gratis? E se sì, dove e a quali condizioni? Ecco cosa sapere.
L’iniziativa dei trasporti pubblici nella città di Istanbul
Agevolare gli spostamenti dei disoccupati turchi, in modo che possano più facilmente raggiungere potenziali luoghi di lavoro in cui consegnare il proprio CV aggiornato (e scritto in modo efficace) o sostenere un colloquio per una possibile assunzione: questo è l’obiettivo delle istituzioni della maggiore città turca, una vera e propria megalopoli da 16 milioni di abitanti.
Se il traffico rischia di pesare sui tempi di viaggio con pesanti ritardi, e se il costo dei biglietti – o di un’automobile di proprietà – può “frenare” le speranze di occupazione di non pochi giovani cittadini del paese, ecco spiegato il perché del varo di un progetto che, dopo essere stato annunciato qualche mese fa, ora entra nel vivo con l’assegnazione di 96 corse in un lasso di tempo pari a un trimestre.
Ogni fruitore della speciale agevolazione – di fatto un sussidio contro la povertà – potrà contare su un massimo di quattro corse giornaliere e dovrà servirsi di un’app e di un codice QR ad hoc: digitalmente gli autori dell’iniziativa mirano infatti ad arginare possibili irregolarità e abusi, in riferimento a una sorta di bonus che potrebbe far gola ai ‘portoghesi’.
Inflazione e disoccupazione alle stelle in Turchia
L’agenzia finanziaria Bloomberg ha analizzato l’esperimento di Istanbul, rimarcando che quest’ultimo appare quasi una conseguenza inevitabile rispetto a una corsa dell’inflazione che – negli ultimi anni – sta enormemente pesando sulle risorse economiche dei cittadini turchi. Gli incrementi assai significativi dei prezzi in vari settori, in particolare per i beni di prima necessità e i servizi essenziali ma anche nelle aree come ad es. ristorazione, abbigliamento, immobili e arredamento, sono sotto gli occhi di tutti e minano le spese della popolazione.
Basti pensare che i prezzi dei biglietti bus e tram sono quintuplicati nell’ultimo quinquennio, in un territorio – la Turchia – flagellato dall’accoppiata crisi valutarie e iper-inflazione e gravato dalla vicinanza geografica al conflitto tra Russia e Ucraina. Non solo. Se la percentuale dei disoccupati è l’8,8% – apparendo in qualche modo sotto controllo – è quella specifica dei giovani a far paura, avvicinandosi al 30%.
La questione dell’effettiva efficacia di tali iniziative per trovare lavoro, resta però aperta. Non è solo il costo azzerato del viaggio, ma anche la qualità del trasporto, la puntualità delle corse, la capacità di collegare le aree a più densa disoccupazione o periferiche a quelle commerciali e con uffici disponibili ad assumere: in una città enorme e popolatissima come Istanbul, il successo di questo progetto dipende anche e soprattutto dalla coesistenza dei fattori appena citati.
Come funziona in Italia, alcuni esempi di iniziative locali
Nel nostro paese la mappa delle agevolazioni per i trasporti pubblici, ci indica un’attuazione con modalità diverse a seconda della zona. Le società responsabili della gestione dei servizi di trasporto pubblico urbano hanno varato biglietti tram e bus agevolati, ma non a zero euro.
Vediamo qualche esempio concreto, in riferimento ad alcune delle maggiori città italiane:
- a Milano, l’Atm prevede per i disoccupati da almeno due anni un abbonamento valido per 12 mesi solari al costo di 50 euro (con requisito Isee);
- a Roma la locale Atac mette a disposizione dei residenti un mensile senza limiti a 16 euro (anche qui con requisito Isee);
- a Torino, invece, esiste uno speciale biglietto in abbonamento per disoccupati al costo annuale di 36 euro, ma occorre essere iscritti al Centro per l’impiego e bisogna rispettare un requisito Isee piuttosto rigido;
- a Genova, c’è un abbonamento annuale agevolato applicato ai residenti, al costo di 120 euro. Anche in questa città è previsto un tetto Isee, oltre il quale l’agevolazione non è concessa.
Biglietti gratis per chi è senza lavoro: un progetto su scala nazionale è possibile?
A questo punto la domanda sorge spontanea: con virtuose politiche pubbliche di welfare, è possibile pensare a un’estensione dell’esempio di Istanbul, con biglietti bus e tram gratis per tutti i cittadini italiani senza lavoro e alla ricerca di un’occupazione? Vero è che questa iniziativa ha il pregio di sostenere il benessere e l’inclusione sociale delle persone, diminuendo le disuguaglianze e migliorando l’accesso ai servizi essenziali.
In altre parole, l’attuazione di trasporti pubblici gratuiti per categorie specifiche, come ad es. anziani, studenti o, per quanto qui specificamente interessa, disoccupati – e quindi persone a basso reddito – aiuta a eliminare le barriere economiche rappresentate dai costi della mobilità.
Tuttavia un progetto con queste caratteristiche – da attuare su scala nazionale – incontrerebbe diverse sfide, in particolare per la complessità del sistema amministrativo, della suddivisione delle competenze tra Stato e Regioni (art. 117 Costituzione) e delle distinte situazioni economiche e infrastrutturali locali. Un “mosaico” in cui incastrare tutti i pezzi non appare di certo un’operazione agevole, tenuto conto del fatto che – in Italia – il settore dei trasporti pubblici è gestito primariamente a livello regionale, con politiche ritagliate sulle esigenze locali. Un decentramento che determina un quadro assai articolato, in cui ciascuna regione ha autonomia sulle tariffe e sui tipi di agevolazioni per categorie specifiche, come studenti, disabili o disoccupati.
Per cogliere l’obiettivo dei biglietti tram e bus gratis per disoccupati in tutta la penisola e isole, sarebbe perciò necessaria una uniforme normativa nazionale, con fondi ad hoc rivolti alle regioni. Tali norme compenserebbero le perdite di ricavi derivanti dai mancati introiti. Dal lato squisitamente economico, a dire il vero sarebbe da valutare attentamente l’impatto sui bilanci delle aziende di trasporto pubblico, che in non poche città italiane già registrano dati negativi. In linea generale, in mancanza di un adeguato finanziamento statale (o europeo), una misura simile potrebbe rivelarsi una sorta di boomerang, gravando ulteriormente i servizi pubblici di trasporto.
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