PESCARA – L’Abruzzo presenta livelli di benessere in linea con la media italiana e migliori della media delle province del Mezzogiorno. In particolare per quel che riguarda la provincia dell’Aquila, che tra le altre cose ha un reddito medio più alto rispetto alle altre tre province. Ad alzare la media per l’Abruzzo sono in particolare gli indicatori “sicurezza” e “salute”, male invece quello dell’”innovazione” e “benessere economico”.
Lo attesta l’Istat nella seconda edizione del report Bes dell’Abruzzo, che delineai profili di benessere equo e sostenibile della regione – e delle rispettive province – a partire dalla lettura integrata di una ampia griglia di indicatori
Il report analizza la regione e le sue province evidenziando i divari rispetto all’Italia, i punti di forza e di debolezza, oltre alle evoluzioni recenti. Inoltre, tre focus tematici approfondiscono il quadro nei domini Benessere economico, Paesaggio e patrimonio culturale, Innovazione, ricerca e creatività con nuove misurazioni e analisi sulle condizioni economiche degli individui, sulla dotazione e fruizione di musei e biblioteche, sull’offerta di servizi comunali online per le famiglie.
Considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta), il 35,1 per cento delle misure colloca le province abruzzesi nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 33,2 per cento le colloca nelle classi bassa e medio-bassa; gli stessi valori calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del 41,8 per cento e del 35,6 per cento, mentre quelli calcolati sulle province del mezzogiorno sono rispettivamente 26,2per cento e 52,1 per cento.
La provincia di L’Aquila presenta il miglior profilo nella regione, con il 39,1 per cento di posizionamenti nelle due classi di benessere più alte –il 17,2 per cento nella classe più elevata- e la minore incidenza nelle due classi più basse(28,1 per cento). Chieti è invece la provincia più sfavorita con il 26,6 per cento delle misure nelle due classi di testa e il 37,5 per cento nelle due classi di coda.
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico per le province abruzzesi emerge nel dominio “Paesaggio e patrimonio culturale”, con il 75,0 per cento degli indicatori nelle due classi di coda (58,3 per cento nella classe bassa) e una frequenza nulla nelle due classi più elevate.
Un profilo simile si rileva nel dominio “Innovazione, ricerca e creatività”, in cui il 75,0 per cento degli indicatori provinciali è nelle due classi di coda (25,0 per cento nella classe bassa) ma si registra una piccola percentuale di indicatori (6,3) nella classe medio-alta.
Lo svantaggio più significativo, in questo dominio, si osserva nella provincia di Chieti dove nel 2021 la percentuale di addetti nelle unità locali di imprese attive nel settore culturale è dello 0,8 (a fronte di un valore medio-Italia del 1,6 per cento).
Seppure in maniera più lieve, si rilevano svantaggi anche nel dominio “Benessere economico”, con il 55,0 per cento delle misure nelle due classi di coda (10,0 per cento nella classe bassa) e nessun posizionamento nelle due classi più elevate.
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio “Sicurezza”, con due terzi degli indicatori nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta (il 45,8 per cento nella sola classe alta) e nessun posizionamento nella classe di coda.
I tassi delle denunce di borseggio e delle denunce di rapina registrano nel 2022 valori regionali rispettivamente pari a 45,7 e 19,0 ogni 100 mila abitanti (a fronte di valori nazionali rispettivamente di219,1 e 43,5 e di una media del meridione di 61,6 e 34,5). Per questi due indicatori, tutti i valori delle province abruzzesi risultano inferiori alle medie di confronto, ad eccezione della provincia di Pescara dove si osservano 36,1 denunce di rapina ogni 100 mila abitanti.
La provincia di L’Aquila presenta invece la quota di denunce di rapina più bassa della regione (5,5), in diminuzione rispetto al 2019. In tutte le province abruzzesi i furti nelle abitazioni sono invece più numerosi rispetto alla media del Mezzogiorno. La regione si attesta a 219,3 denunce ogni 100 mila abitanti, a fronte di131,8 nel Mezzogiorno.
Anche il dominio “Salute” evidenzia punti di forza. Nessuna provincia abruzzese ricade nella classe bassa, ma la frequenza delle due classi più elevate scende al 50,0 per cento e soltanto il 12,5 per cento dei risultati è nella classe alta.
La mortalità stradale dei giovani tra 15 e 34 anni (nel 2022 pari a 0,4 per 10 mila residenti) e quella per tumore tra le persone di 20-64 anni (nel 2021 pari a 7,2 per 10 mila) sono inferiori alle medie di confronto in tutte le province; in particolare per quest’ultimo indicatore si registra, rispetto al 2019, un miglioramento (-0,5 punti) maggiore della media nazionale e che interessa L’Aquila, Teramo e Pescara, ma non Chieti.
La distribuzione del “reddito disponibile equivalente” (elaborata sulla base del sistema integrato dei registri dell’Istat) segnala per l’Abruzzo livelli inferiori a quelli nazionali ma leggermente superiori a quelli del Mezzogiorno: il 50 per cento degli individui residenti in famiglia dispone di almeno 16.600 euro annui a fronte di un valore mediano di 17.500 euro per l’Italia e di 13.600euro per il Mezzogiorno.
La provincia di L’Aquila ha il livello di reddito più elevato (16.900 euro annui) e la maggiore disuguaglianza, Chieti il più basso (16.300 euro) e una disuguaglianza più contenuta rispetto a L’Aquila.
L’Abruzzo dispone di 91 strutture culturali tra musei, aree archeologiche e monumenti, pari al 2,1 per cento delle 4.416 strutture censite in Italia nel 2022.Oltre un terzo dei musei si concentra nella provincia di L’Aquila, che con una media di circa 5mila visitatori per museo nell’anno raccoglie più di un terzo dei visitatori della regione. La provincia di Teramo si distingue per una quota significativa di visitatori stranieri, pari a quasi la metà del totale.
Nel 2022 sono attive in Abruzzo 130 biblioteche pubbliche e private, che rappresentano l’1,6 per cento del totale nazionale e sono distribuite per il 43,8 per cento nei comuni rurali. Sono presenti 3,1 postazioni per la consultazione e la lettura ogni 1.000 abitanti, sopra la media del Mezzogiorno (2,8) ma sotto quella nazionale (3,7).
Nel 2022 solo il 37,1 per cento dei Comuni abruzzesi gestisce interamente online l’iter per l’accesso ad almeno un servizio per le famiglie; la quota è triplicata rispetto al 2018 (anno della precedente rilevazione), ma è ancora inferiore di circa 17 punti percentuali rispetto al valore medio dell’Italia e di circa 6 punti percentuali rispetto al valore del Mezzogiorno. Anche il numero di servizi è inferiore alla media nazionale: solo il 27,0 per cento dei Comuni abruzzesi gestisce interamente online da uno a tre servizi (oltre11 punti percentuali in meno della media-Italia).
Nella provincia di L’Aquila l’indicatore si allinea al valore medio del Mezzogiorno con il 42,5 per cento dei Comuni che gestisce interamente online almeno un servizio per le famiglie, quasi il doppio rispetto alla provincia di Pescara che si ferma al 23,3 per cento.
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