La Corte di Giustizia Tributaria ha accolto il ricorso in appello del Comitato Bonifica Sostenibile, guidato da Gabriele Trovarelli, annullando le tariffe applicate dal Consorzio di Bonifica Centro e condannandolo a rimborsare i canoni pagati, oltre alle spese legali. Questa sentenza apre la strada a una valanga di ricorsi da parte dei 111 mila consorziati, evidenziando un sistema di contribuzione che il Comitato ritiene illegittimo.
Il presidente Trovarelli si è aggiudicato così la quarta sentenza favorevole nella lunga battaglia contro il Consorzio per una revisione delle tariffe. La questione era partita con un ricorso alla Corte tributaria di primo grado di Chieti, avanzato da un consorziato che chiedeva l’annullamento dei canoni. Dopo un esito negativo in primo grado, l’appello ha finalmente ribaltato la decisione, dichiarando illegittime le tariffe applicate.
Secondo la Corte, il piano di riparto adottato dal Consorzio, che determina i contributi per i consorziati, è stato calcolato senza un “indice di beneficio di bonifica” che dovrebbe diversificare le tariffe in base alle reali necessità di irrigazione dei vari terreni. Questo indicatore, infatti, aiuterebbe a stabilire contributi più equi, considerando che non tutti i terreni richiedono lo stesso apporto d’acqua. Il Comitato sostiene che, senza questo parametro, le tariffe risultano eccessive e penalizzanti, colpendo indiscriminatamente tutti i consorziati, inclusi coloro che traggono meno vantaggi o addirittura nessun beneficio dal sistema di bonifica.
Il ricorso è stato presentato dal Comitato Bonifica Sostenibile, rappresentato dall’avvocato Francesco Paolo Febbo, che ha ottenuto la piena accoglienza delle richieste dei ricorrenti. La Corte, presieduta da Giuseppe Iannaccone e con Giovanni Sisto come relatore e Giampiero Di Florio come giudice, ha dichiarato illegittimo il piano di riparto per mancata verifica delle condizioni normative. “Le bollette inviate ai consorziati in base a un piano di riparto privo dell’accertamento dell’indice di beneficio sono illegittime,” si legge nella sentenza.
Il Consorzio di Bonifica Centro, con sede legale a Chieti Scalo, gestisce un’area di 192.314 ettari, di cui 111.428 sono assoggettati a contribuzione. L’ente coinvolge 78 comuni, principalmente nelle province di Pescara, Chieti e Teramo. Sebbene dal febbraio scorso il consorzio sia guidato da Enisio Tocco, agricoltore di Alanno, il Comitato ritiene che il nuovo presidente non abbia apportato cambiamenti significativi al sistema di contribuzione.
“Nel 2024 la nuova governance del consorzio ha tentato di dare una parvenza di legittimità al piano di riparto,” afferma Trovarelli, “ma anche senza introdurre l’indice di beneficio individuale. Noi del Comitato abbiamo più volte indicato al Consorzio la strada da seguire, suggerendo di calcolare i contributi in base a parametri quali il consumo effettivo d’acqua e il tipo di coltura, informazioni facilmente reperibili dal fascicolo aziendale di ciascun agricoltore.”
Secondo il Comitato, l’attuale sistema di tassazione non equo ha portato a situazioni estreme, con contributi applicati anche a terreni privi di benefici di bonifica – come strade, fossati, terreni non coltivabili o non serviti. Una politica che, secondo Trovarelli, ha generato un’ondata di contenziosi presso la Corte di Giustizia Tributaria, evidenziando l’urgenza di un cambiamento strutturale.
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