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Rimini, violenza sessuale di gruppo su una ragazza di 16 anni, arrestati un diciottenne e un minorenne. «Conosciuta su Instagram e abbandonata in strada» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Enea Conti

La violenza avvenuta ad agosto, quando la ragazza aveva chiamato i soccorsi dopo essere stata scaricata in strada da alcuni sconosciuti: oggi l’arresto del neo 18enne e del 17enne. Il legale della famiglia: «Una ragazza fragile con una dipendenza dai social network»

Avrebbero violentato una 16enne che abita in Valconca, sulle colline del Riminese, per poi abbandonarla in strada a pochi passi dalla sua abitazione. 

A tre mesi dai fatti sono stati arrestati dai carabinieri di Riccione, all’alba di giovedì 14 novembre, che hanno eseguito due misure cautelari emesse su richieste delle Procure della Repubblica di Rimini e dei Minorenni di Bologna. I presunti aggressori, italiani, sono infatti un neo diciottenne e un diciassettenne rispettivamente residenti a Fano, nel Pesarese e a Rimini. 




















































La violenza sessuale a Rimini dei due giovanissimi

Era la sera del 5 agosto scorso quando al centralino del 112 arrivava la telefonata della ragazza. Era in strada, a pochi passi da casa, ma era disorientata e portava addosso i segni della violenza subita. «Mi hanno violentato in due e mi hanno abbandonata qui dopo avermi fatto scendere da una macchina», aveva detto all’operatore che aveva ricevuto la chiamata

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Quando i militari sono arrivati sul posto l’hanno subito rintracciata. Come già era emerso dal tono della sua voce al telefono, era in stato confusionale. Ebbe tuttavia la lucidità di raccontare i dettagli più drammatici di una serata che – ha raccontato – aveva trascorso con due giovani conosciuti su Instagram.

L’annuncio online, l’incontro e il rifiuto di avere rapporti sessuali

Dalle indagini è emerso che due giovani avevano conosciuto la minorenne online, e che avevano pattuito prestazioni sessuali a pagamento. Dopo l’incontro, però, la ragazza, in preda al panico, si rifiutò al loro cospetto. Loro avrebbero quindi reagito facendole assumere cannabinoidi, in una quantità tale da abbassare ogni sua difesa fisica e psichica, prima di violentarla, anche con le minacce. 

Il «listino prezzi» della vittima di abusi

All’epoca il caso fece scalpore: sul noto social network, all’interno un profilo all’apparenza «camuffato» erano comparse alcune foto della ragazzina abbinate ad un «listino prezzi». Un dettaglio, non da poco, che ha subito fatto pensare ai militari e al pm titolare del fascicolo Davide Ercolani in via ordinaria (poi affiancato dal pm per i minori Caterina Sallusti), ad un caso di prostituzione minorile sul web. La sera del 5 agosto arrivò sul posto un’ambulanza che in pochi minuti raggiunse l’Ospedale di Rimini. Trasportò la ragazza in codice rosa, quello che attiva il protocollo anti violenze.

I medici aveva confermato le lesioni compatibili alla violenza

A rendere verosimile il suo racconto furono i medici, che durante le visite refertarono escoriazioni e lesioni compatibili con una violenza sessuale. Segni a partire dai quali, furono prelevati i dna dei due presunti responsabili, grazie anche al lavoro del Ris di Parma. Oltre alla versione dei medici ad accreditare quanto denunciato dalla ragazza c’era anche altro. Alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza installate nella zona in cui era stata soccorsa avevano immortalato l’auto in corsa dei presunti stupratori. 

Le indagini dei carabinieri per risalire ai due giovani

Per i militari è stato piuttosto semplice risalire all’identità dei due giovani che l’occupavano, i cui campioni di dna furono poi comparati con quelli analizzati dal Ris e prelevati alla ragazza, nella notte in cui sarebbero avvenute le violenze di gruppo.

Quello di violenza di gruppo è il reato di cui sono accusati i due giovani arrestati la mattina del 14 novembre, che attendono, nel carcere minorile di Bologna il 17enne riminese, e in quello di Rimini il 18enne di Fano, l’interrogatorio di convalida delle due misure cautelari. 

L’avvocato della famiglia: «Si tratta di una ragazza fragile»

Ma chi è la vittima della mattanza di cui sono accusati? Un primo e stilizzato ritratto lo aveva fatto il legale dei loro familiari, Aldo Pancini. . «La figlia dei miei assistiti – aveva spiegato il legale pochi giorni dopo l’uscita della notizia – è seguita dai servizi sociali da un anno per un problema di grave dipendenza dai social, di cui soffre». E in particolare la giovane avrebbe caricato sue foto e video, con tanto di listino prezzi, ignara dei rischi che avrebbe corso. 

Come i genitori, la vittima del presunto stupro, vive da sempre in Romagna. Il padre è il titolare di una ditta locale, la moglie lavora con lui nel settore dell’amministrazione. La segnalazione ai servizi sociali era partita dall’istituto superiore a cui è iscritta. I docenti, pare tramite la voce di qualche studente, avevano preso visione delle foto che ritraevano la sedicenne che erano state diffuse su molti social network. «È un’adolescente molto fragile con un passato non sereno», chiosa l’avvocato. Ed è di questa fragilità che avrebbero abusato i due giovani che l’avevano adescata su Instagram. 

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14 novembre 2024 ( modifica il 14 novembre 2024 | 13:53)

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