Il Pnrr è in ritardo rispetto alla scadenza del 2026. Ma un’innovativa analisi dei dati della Banca d’Italia e dell’Ance mostra però che la situazione potrebbe essere meno negativa. Grandi opere escluse
Un aspetto ormai radicato del Piano nazionale di ripresa e resilienza è la sua illeggibilità. In parte per i problemi di aggiornamento dei bandi presso l’Autorità anticorruzione (Anac) o della spesa nella piattaforma della Ragioneria dello Stato (Regis), in parte per una certa riluttanza politica, manca da sempre un quadro aggiornato. Di recente, il governo ha lasciato cadere nel vuoto una doppia richiesta di accesso agli atti della Fondazione Openpolis. Di ufficiale c’è solo che a metà di quest’anno era rendicontata la spesa di appena 51,4 miliardi di euro dei 194,4 del Piano, con una quota importante di incentivi automatici quali il Superbonus.
Progetti già avviati
Il Pnrr è dunque in ritardo rispetto alla scadenza del 2026. Un’innovativa analisi dei dati della Banca d’Italia insieme all’Associazione nazionale costruttori edili mostra però che la situazione potrebbe essere meno negativa, benché i problemi restino. Osserva il vicepresidente dell’Ance Piero Petrucco: «Circa il 20% dei cantieri del Pnrr che sono sicuramente aperti, con lavori in fase di esecuzione, non risulta come aggiudicato nelle banche dati ufficiali». In altri termini, i progetti già avviati sembrano essere un quinto in più rispetto a quanto risulti allo stesso governo sulla base delle sue informazioni.
L’analisi Banca d’Italia-Ance
A far emergere lo scarto rispetto ai dati ufficiali è il metodo di Banca d’Italia e Ance: le loro informazioni vengono dal versamento di contributi da parte delle Casse edili; ogni ora di lavoro è legata a un cantiere e ogni cantiere del Pnrr vi appare espressamente come tale, dunque è possibile avere un quadro del grado di avanzamento di ogni singolo progetto. Analizzati in questo modo e aggiornati a due mesi e mezzo fa, gli investimenti potrebbero essere arrivati ben oltre i loro livelli ufficiali.
Il ritardo delle grandi opere
Questo non significa che il Pnrr non abbia dei problemi di esecuzione, che il governo sarà probabilmente costretto ad affrontare nei prossimi mesi. A fine agosto scorso progetti per 44 miliardi (su 194,4) non sembrano avere ancora un ente attuatore. Secondo quanto pubblicato da Banca d’Italia sulla base dei dati delle Casse edili di Ance, due mesi e mezzo fa il 48% dei progetti legati a cantieri sopra i 5 milioni non era ancora avviato, il 40% era in ritardo, il 10% era avviato e nei tempi, mentre il 2% era completato. Tra i progetti in ritardo (forse) irrecuperabile, sembrano esserci certe grandi opere da oltre 800 milioni: tra poco non sarà più realistico completarle entro la scadenza del 2026. Probabile dunque una nuova rimodulazione che sposti alcuni singoli progetti su fondi nazionali e inserisca nel Pnrr investimenti più realizzabili, per esempio tramite incentivi automatici alle imprese.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui