Il c.d. bonus Natale è senza dubbio uno dei temi più caldi del momento. Ricordiamo che il beneficio, previsto esclusivamente a favore dei titolari di reddito di lavoro dipendente di cui all’art. 49 del Tuir che rispondono a determinati requisiti, consiste in una somma una tantum di 100 euro che verrà erogata unitamente alla tredicesima mensilità (art. 2-bis D.L. 113/2024, conv. L. 143/2024). Non possono essere beneficiari del bonus i titolari di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui all’art. 50 del Tuir.
Le condizioni previste per ottenere il bonus sono:
– aver conseguito nel periodo d’imposta 2024 un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro;
– avere a carico fiscalmente il coniuge non legalmente ed effettivamente separato e almeno un figlio oppure almeno un figlio a carico in caso di unico coniuge;
– l’imposta lorda calcolata sui redditi di lavoro dipendente, con esclusione dei redditi da pensione, deve essere superiore alla detrazione di lavoro dipendente (si ricorda che per il 2024 la soglia della cosiddetta no tax area è fissata a 8.500 euro).
Tra gli aspetti più controversi della misura vi è il requisito soggettivo in base al quale è necessario che il lavoratore abbia il coniuge e almeno un figlio a carico. Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, lasciando immutati gli altri requisiti, il Governo ha deciso di ampliare la platea dei potenziali beneficiari includendo anche i soggetti inizialmente esclusi, tra cui proprio i soggetti che non hanno il coniuge a carico come le coppie di fatto in cui uno dei due componenti ha un figlio a carico. Nella sua versione originaria, infatti, la norma non prevede l’erogazione del bonus ai lavoratori con un figlio a carico non sposati, se l’altro genitore è ancora in vita.
La novità approvata dal Consiglio dei Ministri è contenuta in un emendamento al decreto fiscale in discussione in commissione al Senato. La modifica, in pratica, dovrebbe portare la platea dei beneficiari a oltre 1 milione di lavoratori con un costo di circa 400 milioni di euro.
Il bonus sarà corrisposto previa richiesta del lavoratore al datore di lavoro, in cui va indicato il codice fiscale del coniuge e dei figli a carico. Il reddito complessivo deve essere considerato al netto dell’abitazione principale, considerando il reddito di riferimento (solitamente da utilizzare per la determinazione delle agevolazioni fiscali), computando la quota esente dei redditi agevolati, nonché quelli soggetti a imposta sostitutiva e a cedolare secca (circ. Ag. Entrate n. 19/E/2024).
Infine, si ricorda che il bonus può essere corrisposto anche in misura inferiore a 100 euro poiché è calcolato tenendo conto del periodo lavorato nel corso del 2024; pertanto, si considera il numero dei giorni compresi nel periodo di durata del rapporto di lavoro per i quali il lavoratore ha diritto alle detrazioni per lavoro dipendente. Nel caso in cui il lavoratore abbia più contratti di lavoro dipendente part-time in essere, l’indennità sarà erogata dal sostituto d’imposta individuato dal lavoratore che dovrà indicare nella dichiarazione sostitutiva i redditi di lavoro dipendente e i giorni di lavoro prestati presso gli altri datori di lavoro. Il datore di lavoro è tenuto a conservare la documentazione comprovante l’avvenuta dichiarazione, ai fini di eventuali controlli da parte degli organi competenti.
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