Di Valentina Giambastiani
BENEVENTO. Ha portato un “colpo grosso” il dispositivo di contrasto al contrabbando di tabacchi lavorati esteri adottato dai finanzieri dei Comandi Provinciali di Napoli e Benevento che, nell’ambito di un’indagine congiunta, hanno scopeto l’esistenza di una fabbrica clandestina di sigarette sequestrando circa 27 tonnellate di tabacco trinciato nonché arrestando 7 stranieri.
Prima di arrivare all’irruzione nella manifattura, i finanzieri operanti hanno condotto diversi servizi di osservazione e pedinamento nei dintorni di uno stabile sito all’interno della zona industriale di Benevento, grazie ai quali hanno potuto inquadrare al meglio la situazione per poi scegliere il momento migliore per sorprendere i responsabili nel mezzo della produzione clandestina, della quale peraltro già si intuivano le rilevanti proporzioni.
La conferma di ciò è stata data dall’accesso dei militari che nello stesso opificio, oltre all’enorme quantità di tabacco semilavorato, hanno rinvenuto tre macchinari e centinaia di migliaia di materiali necessari per la fabbricazione e il confezionamento delle sigarette tra filtri, bobine di carta, alluminio e pacchetti vuoti, nonché 75 kg di sigarette già impacchettate e pronte per essere commercializzate.
Da rilevare inoltre come nello stesso opificio fosse presente un locale attrezzato a “punto di ristoro”, oltre che un ricovero in cui erano presenti 10 posti letto; dotazioni che per gli investigatori erano funzionali ad assicurare una produzione elevata oltre che no-stop delle “bionde”.
Secondo gli inquirenti i potenziali introiti che potevano derivare dalla vendita di tali sigarette sono stimabili in oltre 3.000.000 di euro, mentre le marche delle sigarette fabbricate (tutte da introdurre nel mercato clandestino del settore) sono quelle di Marlboro e Rothmans nelle loro diverse versioni.
Sette sono invece i soggetti sopresi dai finanzieri nella suddetta produzione illecita, tutti arrestati con successiva convalida del GIP del Tribunale beneventano che ha ravvisato gli elementi di gravità necessari a determinare le citate misure di custodia cautelare.
Agli stessi va comunque riconosciuto il principio della presunzione d’innocenza, che li seguirà durante tutto l’iter processuale che li riguarda sino ad eventuale e definitivo pronunciamento di condanna che, pertanto, ne dichiari le rispettive responsabilità.
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