Messaggio del cardinale prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale della Pesca, il 21 novembre: le modalità predatore della pesca intensiva infliggono ferite all’ambiente e tolgono lavoro a chi invece “può contribuire più efficacemente al bene comune”
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Le “modalità predatorie” di una pesca intensiva che punta alla crescita dei profitti attraverso la tecnologia, infliggendo “ferite alla nostra casa comune”, strappano il lavoro “a coloro che per secoli hanno custodito le ricchezze del mare, dei fiumi e dei grandi laghi”. Ma i legislatori “possono smarcarsi dai grandi interessi di pochi, per intervenire a favore di piccole comunità, imprese familiari e organizzazioni di pescatori che, con le opportune garanzie, sono in grado di contribuire più direttamente ed efficacemente al bene comune”. Lo sottolinea il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pesca 2024, che si celebra il 21 novembre, sul tema “Le acque brulichino di esseri viventi” dalle parole creatrici della Genesi.
LEGGI QUI IL MESSAGGIO INTEGRALE DEL CARDINAL CZERNY
La pesca stravolta da un modello economico aggressivo
Il porporato ribadisce l’accompagnamento e il sostegno della Chiesa ai pescatori di tutto il mondo, che “hanno una vocazione a custodire il mare che va sostenuta in un’ottica di ecologia integrale diffusa e popolare”. Una sensibilità che li inserisce a pieno titolo “fra le membra del Corpo di Cristo che cooperano alla creazione di un mondo più fedele ai sogni di Dio”. Nella sua analisi, ricorda che “il lavoro dei pescatori, fra i più antichi dell’umanità, è profondamente cambiato in larga parte del nostro pianeta”, ed equilibri secolari “fra lavoro umano e natura” sono stati stravolti “da un modello economico aggressivo e divisivo”. E questo sta condizionando “in modo diretto la vita e il futuro di milioni di esseri umani che vivono della pesca”, a vantaggio “di una minoranza sempre più influente e potente, disinteressata agli effetti a medio e lungo termine di questa economia che uccide”.
Ecosistemi minacciati da modalità di lavoro che impoveriscono i popoli
Ricordando che la Chiesa “partecipa delle gioie e delle speranze, ma anche delle tristezze e delle angosce” dell’umanità, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale sottolinea che oggi quest’ultima “è chiamata a riscoprire la fraternità come dimensione sociale e politica, la cultura dell’incontro come alternativa alla globalizzazione dell’indifferenza”. Per questo i cristiani non possono “voltarsi dall’altra parte quando interi ecosistemi sono minacciati da modalità di lavoro che li devastano e impoveriscono sino alla fame popolazioni già provate da diseguaglianze e conflitti”. La voce di questi popoli si è potuta ascoltare, ricorda Czerny, anche nell’ultimo Sinodo, per una crescita “nella consapevolezza che in queste sfide la missione della Chiesa si fa più chiara”.
La tecnologia può rafforzare dignità e sicurezza del lavoro
Tra coloro che riconoscono “le conseguenze di un cattivo paradigma di sviluppo” ci sono i Movimenti popolari, che lo scorso 20 settembre Papa Francesco ha invitato a non lasciarsi abbattere dalla rassegnazione, e da “protagonisti della Storia”, a non lasciarsi intimorire, ma andare avanti. Perché, sottolinea ancora il cardinale “esisterà e può essere perseguito uno sviluppo tecnologico che rafforza la dignità e la sicurezza del lavoro, ristabilendo i giusti equilibri fra le persone, il lavoro e l’ambiente”. E conclude ricordando la potenza silenziosa della preghiera “che sempre deve accompagnare l’impegno per la giustizia”. Come quella del Papa con i Movimenti popolari “perché quanti sono economicamente potenti escano dall’isolamento, rifiutino la falsa sicurezza del denaro e si aprano per condividere i beni che hanno una destinazione universale, perché tutti derivano dal Creato”. Il porporato affida a Maria, Sterra Maris, “le preoccupazioni e i desideri dei pescatori e di tutti coloro che beneficiano del loro lavoro”.
Pescatori italiani in udienza dal Papa il 23 novembre
In occasione della Giornata mondiale della pesca, Papa Francesco incontrerà i pescatori italiani in una udienza privata speciale il prossimo 23 novembre alle 10. Ad accompagnarli monsignor Gianrico Ruzza, vescovo promotore dell’Apostolato del Mare in Italia.
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