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«Tre secondi per esplodere». Ora le indagini sui complici – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


«Le bombe carta a scuola hanno rappresentato un grave rischio per l’incolumità dei ragazzi presenti in classe e delineano anche un problema sociale. Potevano deflagrare in 3 secondi. E il potenziale di quegli ordigni, per fortuna inesplosi, poteva fare molto male». A parlare è il maresciallo del nucleo artificieri del comando provinciale di Lecce, intervenuto il 31 ottobre scorso, nel liceo scientifico “De Giorgi” di Lecce per mettere in sicurezza l’area e disinnescare il pericolo rappresentato dai 14 grossi petardi introdotti a scuola da uno studente 15enne, fermato e collocato in una comunità penale per minori dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale per i minorenni di Lecce. L’adolescente, a cui è stata contestata la detenzione e trasporto, davanti al gip avrebbe tuttavia dichiarato di aver acquistato i “petardoni” da un venditore ambulante. Intanto altri minorenni sarebbero finiti sotto indagine.
Tant’è che gli ordigni artigianali pronti ad esplodere, dopo aver scatenato il panico tra i compagni la mattina di Halloween, erano finiti nel piccolo cortile dell’edificio scolastico col rischio di poter causare una tragedia. Nei candelotti esplosivi c’era oltre mezzo chilo di polvere pirica.

Secondo quanto ricostruito, a trovare le bombe artigianali (con innesco rudimentale e senza protezione) è stato il preside dell’istituto superiore, che nel pomeriggio del 31 ottobre scorso si era messo a caccia di uno zaino sospetto. Quindi la segnalazione ai carabinieri della stazione “Santa Rosa” e al comando provinciale, intervenuti presso il liceo con il nucleo degli artificieri. «Siamo stati attivati dai colleghi del gruppo territoriale – ricorda il maresciallo – e in brevissimo tempo ci siamo adoperati per mettere in sicurezza l’area per poi analizzare e classificare nello specifico l’esplosivo rinvenuto. Il primo passo da compiere è valutare l’efficacia e il potenziale pericolo rappresentato dall’ordigno. Quindi, di norma – prosegue – cerchiamo di identificare qual è la tipologia di prodotto con cui abbiamo a che fare, poi lo mettiamo in sicurezza per il trasporto e successivamente operiamo per la disarticolazione e la campionatura dell’ordigno. Infine si provvede col mettere a disposizione tutto il materiale all’autorità giudiziaria».
Gli artificieri dunque, dopo essere intervenuti nel liceo ed aver messo al sicuro il perimetro, si sono concentrati sul pericolo, “congelando” le bombe carta da trasferire in luoghi idonei, ad esempio una cava, dove compiere gli esperimenti empirici necessari a testare le pericolosità degli ordini. La fese successiva della disarticolazione è infine lo smontaggio del petardone, per consentire l’analisi approfondita delle componenti in laboratorio.
Nella busta oggetto di sequestro e analisi dei carabinieri erano quindi state ritrovate 14 bombe carta artiginali, in particolare 7 del peso di grammi 30 e 7 del peso di 50 grammi. L’esplosione accidentale (anche senza bisogno di un accendino ma con la sola cenere di una sigaretta o in prossimità di oggetti metallici) ma collettiva degli ordigni avrebbe potuto causare gravi danni a persone e cose nel raggio di 6 metri. Considerata quindi la gravità dell’episodio, gli accertamenti degli inquirenti sono proseguiti anche nei giorni successivi: il sospetto è che il 15enne avesse trasportato i petardi a scuola dopo aver perfezionato accordi di vendita con altri minori in cambio di una somma di denaro. Le indagini tuttavia proseguono, con i carabinieri in cerca di ulteriori tracce su un presunto mercato nero e di collegamenti su eventuali complici.





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