A seguito della nuova legge di Bilancio, nel 2025 dovremmo dire a dio a ben 10 bonus: quali sono.
Con lo scoccare di Novembre, le certezze sono sempre più nitide: la nuova Legge di Bilancio sarà presto realtà, così come le scelte prese. Come affermato tempo fa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “È finito il tempo dei bonus, degli sprechi e del reddito di cittadinanza”. Adesso, si punta sull’ottimizzazione.
Per questo motivo, i punti chiave del nuovo Bilancio si focalizzano sul Cuneo Fiscale per i redditi medio bassi e su diversi incentivi volti a incoraggiare, nonché sostenere le famiglie numerose e le imprese. Meloni, in buona sostanza, punta a distribuire le risorse in modo più efficiente, evitando spese inutili per ridurre il deficit pubblico.
E se da una parte possiamo vedere la nuova Manovra come un valore aggiunto per i cittadini, dall’altra possiamo considerare conclusa l’era dei bonus, almeno quelli che secondo il Governo si rivelano superflui e dispendiosi per le casse dello Stato. Vediamo di quali si tratta.
Bonus economici 2025: addio a questi sostegni
Si dice che per ogni anno che inizia, bisogna gettare qualcosa dalla finestra, un oggetto futile che ricorda il passato e di cui vogliamo liberarci. Ecco, il Governo Meloni ha scelto di scartare ben 10 bonus del passato, tutti molto utili ma al contempo dispendiosi, per potenziare altre misure utili e già esistenti.
- Bonus Caldaie – La direttiva UE “Case Green” impone standard più rigorosi, e questo bonus, che oggi copre il 50% o 65% delle spese per le caldaie a gas, non sarà rinnovato.
- Bonus Colonnine di Ricarica – Copriva l’80% della spesa per colonnine di ricarica di veicoli elettrici. È gestito da Invitalia come rimborso, ma non è previsto per il 2025.
- Bonus Internet – Un incentivo di 100 euro per le famiglie che attivano connessioni in fibra ottica o migliorano la velocità della propria connessione. Non confermato per il 2025.
- Bonus Benzina – Dedicato ai lavoratori dipendenti privati, questo buono di 200 euro esentasse è destinato a scomparire a fine 2024.
- Bonus Verde – Fino al 31 dicembre 2024, l’aliquota del 36% copre le spese per sistemazioni a verde private (giardini, terrazzi, impianti di irrigazione), con un massimo di 5.000 euro. Dal 2025, non sarà più disponibile.
- Ecosismabonus per le Parti Comuni – Utilizzato per interventi combinati di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico sugli edifici, offriva detrazioni tra l’80% e l’85%. Per il nuovo anno, la Manovra mantiene solo i singoli incentivi per ecobonus e sismabonus, eliminando quello per le parti comuni.
- Bonus TV e Decoder – Contributo di 50 euro per dispositivi compatibili con i nuovi standard televisivi, in scadenza a fine anno.
- Bonus Pellet – Prevedeva l’IVA ridotta al 10% per l’acquisto di pellet per riscaldamento. La scadenza è stata fissata a febbraio 2024 e non verrà riproposto.
- Decontribuzione Sud – Era un sostegno per i datori di lavoro nelle regioni meridionali, prorogato fino al 2024 ma non rinnovato. I fondi saranno destinati al bonus per l’assunzione di giovani e donne, oltre che al bonus per le Zone Economiche Speciali (ZES).
- Bonus Acqua Potabile – Includeva un credito d’imposta per l’acquisto di sistemi di purificazione e miglioramento dell’acqua potabile, ma non sarà disponibile nel 2025.
L’eliminazione si focalizza dunque su quelli che possiamo definire bonus temporanei, ossia supporti mirati, per esempio, a favorire l’efficienza energetica e il passaggio verso tecnologie moderne e sostenibili.
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