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BIBLIOTECHE E REGIONALISMO, PROGETTI CONTRO L’AGEISMO, AIUTI AI TRASPORTI #finsubito prestito immediato


Domanda: ci  sono aiuti per la cultura, per le biblioteche e per nuovi modelli di business nell’informazione? Giada Messi

Risposta:
sì. Ci sono aiuti per la cultura, ci sono fondi per le traduzioni e le produzioni di opere letterarie europee con il programma Europa Creativa. Ci sono poi realtà come le biblioteche che stanno innovandosi e che contribuiscono alla cultura locale, regionale, nazionale ed europea con progetti di rafforzamento e di valorizzazione della lettura e delle identità territoriali. Tra le biblioteche più attive c’è la biblioteca creata e gestita dalla Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina-Società del Giardino con sede a Milano, che ha realizzato tra l’altro una pubblicazione pregevole intitolata “La famiglia meneghina – una voce lungo un secolo 1924-2024” presentata a livello nazionale. Vi si spiega la storia dal 9 giugno 1924 e l’opera divulgatrice della Famiglia Meneghina, i contenuti degli oltre undicimila volumi raccolti nella biblioteca aperta al pubblico, le attività di divulgazione culturale, le pubblicazioni realizzate, i volti di chi valorizza e ha contribuito a rafforzare nei cento anni la cultura meneghina. In Italia il Ministero ha in nuce un nuovo “Patto per la promozione della lettura 2024-2026”. L’Ufficio europeo delle associazioni delle biblioteche, dell’informazione e della documentazione (EBLIDA- European Bureau of Library, Information and Documentation Associations) è un’associazione ombrello indipendente di biblioteche, informazioni, associazioni di documentazione e istituzioni in Unione europea. Tra i progetti si cita LIBRI (Library bridges) che mira a contribuire allo sviluppo e all’attuazione di strategie locali integrate nelle biblioteche e ad aumentare l’efficacia dell’integrazione dei cittadini di paesi terzi a livello regionale e locale; promuove strategie locali integrate nelle biblioteche, una mappatura, una rete di portatori di interessi (bibliotecari, autorità locali e regionali, associazioni guidate da cittadini di paesi terzi), progetti di sviluppo di contenuti specifici (guide/kit di strumenti) per aiutare i bibliotecari a progettare e attuare attività interculturali. Dal 2007, il progetto Bibliothèques Sans Frontières (Biblioteche senza frontiere) lavora per portare conoscenza e informazione alle persone bisognose. Fornisce accesso e risorse che collegano le persone ai libri e alle risorse digitali, ampliando la portata delle biblioteche, formando facilitatori in situazioni di post-emergenza e rispondendo alle esigenze delle comunità con risorse insufficienti. Il  progetto RL:EU -Rifornimento delle biblioteche: Collegamento delle biblioteche alle risorse dell’UE mira ad aiutare le biblioteche pubbliche europee a sbloccare le risorse dell’UE per sostenere i loro programmi e le loro strategie in materia di istruzione degli adulti. Questo progetto riunisce le Biblioteche Pubbliche 2030, EBLIDA, e PiNA sviluppare un approccio che aiuti le biblioteche pubbliche e i bibliotecari a conoscere le iniziative e i programmi dell’UE e ad accedere ai finanziamenti dell’UE. Poiché le biblioteche pubbliche sono il primo punto di riferimento per molti discenti adulti, questo progetto mira a contribuire a sviluppare le capacità delle biblioteche di essere centri di apprendimento per l’istruzione degli adulti lungimiranti attraverso lo sviluppo di una piattaforma con buone pratiche e supporto per trovare partner di progetto e sviluppare progetti europei; una metodologia di formazione dei formatori che consenta ai bibliotecari di formare altri bibliotecari sui programmi e le iniziative dell’UE e sui progetti finanziati dall’UE; una cartella di lavoro per aiutare a riflettere su come le biblioteche svolgono un ruolo come centri di apprendimento per adulti e su come queste attività possono ricevere fondi dell’UE; raccomandazioni politiche per il finanziamento delle biblioteche pubbliche da parte dell’UE. Le “Biblioteche di risorse: collegare le biblioteche alle risorse dell’UE” (RL:EU) punta quindi ad aiutare le biblioteche pubbliche europee a sbloccare le risorse dell’UE per sostenere i loro programmi e le loro strategie in materia di istruzione degli adulti. Questo progetto riunisce Public Libraries 2030, EBLIDA e PiNA per sviluppare un approccio che aiuti le biblioteche pubbliche e i bibliotecari a conoscere le iniziative e i programmi dell’UE e ad accedere ai finanziamenti dell’UE.


Domanda: ci sono dati preoccupanti sull’aumento dell’ageismo, ci sono progetti o fondi per arginare questa problematica ? Francesca Bentoglio

Risposta
: sì. È vero l’ageismo sta aumentando anche in Unione europea. Si intende per ageismo. La Fondazione Longevitas ha anche creato e divulgato un Manifesto europeo contro l’ageismo e ha chiesto l’istituzione di una Giornata Europea contro l’Ageismo per sensibilizzare l’opinione pubblica, coinvolgere la società civile e promuovere azioni concrete contro questo fenomeno dilagante. “La nostra federazione,” ha ribadito il prof. Michele Poerio, presidente della FEDER.S.P.e V. (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove),” è l’unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione, ma si fa carico istituzionalmente anche dei problemi delle loro vedove, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell’Associazione stessa e da tempo ci battiamo contro la discriminazione degli over 60 non solo pensionati, ma anche degli over nei luoghi di lavoro; abbiamo vinto tre cause legali e riportato l’attenzione contro i tagli alle pensioni; informiamo i giovani sulle soluzioni europee, i PEPP, come strumenti di previdenza complementare, sono prodotti pensionistici individuali paneuropei  validi in tutti gli Stati membri e di cui quasi nessuno parla; diamo servizi gratuiti agli over 65; monitoriamo con il nostro centro studi il valore anche della silver economy senza il contributo degli over 60 la società italiana ed europea sarebbe già al collasso; ecco perché serve rispetto e la valorizzazione del ruolo degli over 60”. Tra i progetti europei c’è il progetto, attivo dal gennaio 2024 per 24 mesi, AGE against the machine, un progetto europeo contro l’ageismo che promuove il dialogo intergenerazionale e la solidarietà tra i giovani (18+) e i cittadini più anziani di cinque Stati dell’Unione Europea per quanto riguarda le questioni dei cittadini anziani e le conseguenze dell’età; consente ai cittadini più anziani di far sentire la propria voce e partecipare ai processi decisionali riguardanti il loro status, posizione e qualità della vita; punta a cambiare l’immagine degli anziani, che è il risultato dei pregiudizi ageisti. Le attività del progetto includono spettacoli teatrali interattivi con dibattiti nazionali che coinvolgono il pubblico, festival interattivi (Holstebro, Cuneo, Evora, Goleniów, Novi Sad), conferenze internazionali e una serie di piccoli eventi pubblici (azioni flash mob in spazi pubblici, registrati e distribuiti online oltre a cinque brevi animazioni video, che affrontano temi legati all’età.

  

Domanda: c’è un regionalismo che necessita di fondi, ci sono progetti europei in tal senso? Mario Marchetti

Risposta:
sì. C’è il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)  che è uno dei principali strumenti finanziari della politica di coesione dell’Unione Europea, creato nel 1975 al fine di contribuire ad appianare le disparità esistenti fra i diversi livelli di sviluppo delle regioni europee e di migliorare il tenore di vita nelle regioni meno favorite. L’Unione europea – sulla base di accordi stipulati con i singoli Stati membri (Accordi di Partenariato) e secondo regole condivise – assegna, in un arco temporale di sette anni (Ciclo di programmazione), specifiche risorse finanziarie a cui si aggiungono quelle nazionali messe a disposizione dai medesimi Stati Membri. L’utilizzo e il funzionamento di tali fondi sono disciplinati da Regolamenti della Commissione europea. Per l’Italia, al perseguimento delle finalità strategiche dei fondi europei per la coesione concorrono anche ad interventi attivati a livello nazionale e complementari alla programmazione comunitaria. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai fondi strutturali europei, lo strumento finanziario nazionale principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale. Per l’attuale ciclo di programmazione 2021-2027, il fondo è stato rifinanziato per 73,5 miliardi di euro. Ci sono poi i fondi della Cooperazione territoriale europea (Cte) o Interreg  che sono strumenti previsti dall’Unione europea per rafforzare la cooperazione tra regioni e Stati all’interno dell’Unione europea e, oltre che tra questi, a territori non appartenenti all’Unione europea. In quanto parte della politica di coesione dell’Unione europea, la Cte è attuata essenzialmente attraverso il sostegno dei fondi strutturali di investimento europei (fondi Sie). La Cte 2021-2027 si articola in quattro ambiti di cooperazione Interreg: cooperazione transfrontaliera (Interreg A); cooperazione transnazionale (Interreg B); cooperazione interregionale (Interreg C); cooperazione nelle regioni ultraperiferiche (Interreg D). La Cte è cofinanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), dai contributi nazionali versati dagli Stati aderenti ai singoli programmi e, ove applicabile, da strumenti di finanziamento esterno dell’Unione europea. Gli stanziamenti europei alla Cte provengono da tre fonti di finanziamento: 8,9 miliardi dal Fesr, 4 miliardi dallo strumento per i paesi in pre-adesione (Ipa III) e 611 milioni dallo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (Ndici). Il budget totale della Cte adottato per il periodo 2021-2027 è di 13,8 miliardi di euro, di cui 10,4 miliardi dal bilancio dell’Unione europea e 3,4 miliardi dal cofinanziamento nazionale.  Tra i bandi aperti c’è il terzo bando del programma Interreg Central Europe, che mette a disposizione 14 milioni di euro per finanziare progetti su piccola scala per soluzioni pionieristiche a favore delle aree periferiche e in ritardo di sviluppo. Questo terzo bando rimarrà aperto fino al 10 dicembre 2024. 


Domanda : non ci sono fondi europei a supporto dei trasporti, con la crisi che c’è? Aurelio Figini

Risposta:
sì. C’è tempo fino al 21 gennaio 2025 per partecipare ai bandi del cosiddetto “Meccanismo per Collegare l’Europa – settore Trasporti”. I bandi sono gestiti dall’Agenzia esecutiva CINEA. Il budget totale ammonta a 2,5 miliardi di euro. I bandi sostengono la visione della Commissione europea di un futuro sistema di trasporto sostenibile, con soluzioni intelligenti e resilienti per interconnettere l’Unione Europea. Il loro obiettivo è aumentare la sostenibilità della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo del Green Deal europeo di ridurre le emissioni dei trasporti del novanta per cento entro il 2050. I bandi riguardano le reti TEN-T in diverse aree tra cui le linee ferroviarie, le vie navigabili interne, i porti marittimi e porti interni, la sicurezza stradale, i terminal ferroviario-stradali, le piattaforme logistiche multimodali, gli hub passeggeri multimodali, le applicazioni intelligenti e interoperabili per i trasporti, le soluzioni di mobilità sicura e protetta, la resilienza delle infrastrutture. Possono presentare una proposta progettuale uno o più Stati membri dell’Unione europea oppure le organizzazioni internazionali o gli organismi pubblici o privati con sede legale in uno Stato membro dell’Unione Europea. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 14 ottobre ha comunicato le modalità e le condizioni per chiedere le lettere di supporto alla candidatura di un progetto in risposta a questo bando che è una condizione necessaria alla presentazione di una proposta progettuale. Le proposte di progetti vanno inviate al Ministero che procederà ad una verifica di compatibilità e coerenza con le priorità strategiche nazionali nel settore dei trasporti. Il termine ultimo per l’invio al Ministero è il 19 dicembre, dopo quel termine non ci sarebbero i tempi per eseguire l’istruttoria sui progetti da candidare in tempo per l’invio delle candidature entro la scadenza del bando. Sono cinque i “corridoi” europei in cui l’Italia è inserita per i progetti. Ci sono anche fondi per soluzioni relative ai trasporti per ricariche e combustibili ecosostenibili con contributi a fondo perduto.

   



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