Zare Markovski si presenta solo in sala stampa nel giorno della sua presentazione. È vero che l’espertissimo allenatore macedone non ha bisogno di uno stuolo di accompagnatori dal momento che la sua storia nella pallacanestro è nota a tutti, ma è stato strano non vedere rappresentanti della società al suo fianco per introdurre il volto nuovo pronto a sedersi sulla panchina dell’Estra. Sarebbe stata anche l’occasione per chiedere qualche spiegazione più approfondita sulla decisione di licenziare per giusta causa Dante Calabria e perché è stato scelto Markovski come successore. Non è stato possibile.
Markovski aveva voglia di tornare ad allenare e la chiamata da parte di Pistoia ha esaudito il suo desiderio. “Già questa estate aspettavo magari che qualcuno appunto a Pistoia si ricordasse del mio passato e avesse bisogno di me – dice Markovski – e una volta che è accaduto non mi sono tirato indietro, perché dopo anni volevo tornare sul campo dove mi sento meglio e cercare di continuare anche il mio sviluppo personale di apprendimento e insegnamento cestistico che avevo iniziato anni fa. Non vedevo l’ora di tornare ad allenare e mi fa piacere di essere a disposizione di una piazza storica. I tifosi? Li vedo come un muro che paragonerei a quelli del Dortmund nel calcio o Celtic Glasgow per cui più stimoli di così non possono esistere”.
Markovski arriva a Pistoia in un momento particolare e molto delicato, con una squadra a cui dover trovare un’identità tattica e un gruppo in parte da formare. “La squadra l’ho trovata con la metà delle vittorie rispetto alle partite disputate – afferma il tecnico biancorosso – perciò la partenza dovrebbe essere più tranquilla dal punto di vista tecnico-tattico come inserimento delle mie idee. Ho cercato bruscamente di inserire il mio basket, poi ho capito che bisogna adattarsi piano piano, diciamo che quotidianamente cerchiamo di andare passo dopo passo verso una nuova impronta tattica. Cosa deve fare un allenatore quando subentra? Il primo punto è quello di inquadrare le capacità della squadra e mettersi a disposizione. Questo è un tipo di squadra e non puoi applicare la tua pallacanestro con ogni tipo di squadra, bisogna adattarsi soprattutto quando entri a stagione in corso”.
Domenica Markovski, per uno strano scherzo del destino, ripartirà da dove aveva interrotto il suo percorso da allenatore in Serie A. A Sassari. “La Dinamo è una squadra che merita più dei due punti che ha – ammette Markovski – perché è costruita bene cosa che in Sardegna stanno facendo da ann. Mi aspetto una partita difficile. Tutte le partite si affrontano in modo diverso perché diverse sono le squadre, questa volta dovremo cercare di adattarci a quelle che sono le caratteristiche di Sassari e giocare contro le loro qualità che sono ben bilanciate tra esterni e interni. Noi abbiamo lavorato su mettere ordine nel talento offensivo che abbiamo e cercare di giocare meglio con la palla”.
È fin troppo semplice affermare che Pistoia dovrà partire soprattutto da una difesa solida per provare a tornare a casa con i due punti. Una difesa che fino ad ora non sempre è stata impeccabile e che ha funzionato a fasi alterne. “È molto semplice dire che il migliore attacco inizia da una buona difesa, ma viceversa si può dire anche che la migliore difesa inizia dal rimbalzo in attacco – sottolinea il coach macedone –. Più rimbalzi in attacco prendi e meno dai la possibilità agli avversari di attaccarti. Il nostro comito sarà anche questo”.
Maurizio Innocenti
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