Incrementare le risorse destinate al settore automotive, ma stop ai bonus per rottamare le vecchie auto.
Come fa sapere today, questo il piano del governo Meloni per fronteggiare la crisi dell’industria automobilistica che – in vista dello stop alla produzione di motori endotermici decisa dall’Europa – si trova nell’empasse di una transizione verso l’auto elettrica che non trova mercato.
Oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che il piano orchestrato con il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti prevede sostegni alle imprese che faranno investimenti nel segno della transizione green, mettendo però uno sto alle “misure di bonus” che “hanno dimostrato la loro scarsa efficacia”.
Non usa mezze parole il ministro Urso nel definire il collasso del settore dell’automotive, inteso sia come fabbriche di auto che di tutto l’indotto.
Le chiusure annunciate dal gigante tedesco Volkswagen sono solo le ultime che avranno ripercussioni anche sulle aziende italiane.
Inoltre come ricorda Urso il primo gennaio del prossimo anno scatterà un sistema di multe per le case costruttrici che non raggiungono una proporzione di vendita fra elettrico e endotermico.
Per Urso l’ammontare di queste multe è pari a 17 miliardi di euro. Un importo che “determinerebbe il collasso dell’industria di auto”.
E per evitare questa tagliola le case automobilistiche stanno chiudendo gli stabilimenti che producono endotermiche.
Urso punta il dito soprattutto contro Stellantis che dopo essere entrata in società con il gruppo cinese Leapmotor, importa le auto elettriche dalla Cina e le fa certificare a Mirafiori per far figurare di aver venduto più auto elettriche. Un sistema che ovviamente non genera reddito per l’Italia.
“La prossima settimana, il 14 novembre, si riunirà il tavolo Stellantis e ci attendiamo risposte concrete da parte dell’impresa sul destino degli stabilimenti italiani e dei lavoratori” spiega ancora Urso intervenendo oggi in Senato.
Urso ha spiegato che il governo vuole definire nuovi strumenti di sostegno per le industrie che lavorano nell’indotto per le case automobilistiche.
“La componentistica è la vera forza del made in Italy – spiega Urso – auspichiamo di poter annunciare già il 14 novembre gli interventi da inserire nella legge di bilancio per sostenere la filiera e i processi di riconversione produttiva”.
Anche il ministro dell’economia ha difeso il definanziamento del fondo per l’automotive: Secondo Giorgetti non ha senso finanziare agevolazioni nel settore automobilistico, visto che di veicoli ne produciamo sempre meno e rischiamo solo di incentivare acquisti di auto cinesi.
“Parole che ufficializzano la condanna a morte della filiera dell’automotive” accusano i parlamentari del Movimento 5 stelle. “Bisogna prepararsi a un triste festival di delocalizzazioni e a una deflagrazione del ricorso alla cassa integrazione.
Del resto, eccezion fatta per l’industria legata al comparto militare, la terza legge di bilancio di Giorgetti si contraddistingue per il vuoto cosmico in tema di politiche industriali e nuovi investimenti”.
“Con Meloni l’Italia alza definitivamente bandiera bianca sull’automotive, con conseguenze a dir poco catastrofiche”, concludono i pentastellati.
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