Licchelli (Assosharing): più preferenziali e meno semafori, così saremmo più competitivi
Più di sette volte su dieci è un uomo l’automobilista che sceglie il car sharing free floating a Bergamo. Cioè quel servizio di All Ways che permette di parcheggiare l’auto in qualsiasi stallo della città, anche in quelli gialli riservati in genere ai residenti. Il servizio viene usato soprattutto tra gli uomini che hanno tra i 18 e i 30 anni. A Bergamo il viaggio dura, in media, 139,90 minuti (contro i 109 minuti di media dei viaggi in Italia). E la distanza media percorsa in città è di 20,19 chilometri (mentre quella italiana è di 12,20 chilometri).
In città, attualmente, ci sono 12 automobili e tre van con il sistema free floating. «I van sono molto apprezzati dalle aziende bergamasche e, all’inizio del 2025, il loro numero aumenterà, ci stiamo lavorando — spiega Luigi Licchelli, presidente di Assosharing, che è la prima associazione di categoria (nata nel 2020 e con sede a Roma) della sharing mobility —. Ci sono aziende bergamasche che rinunciano a comprare un van in più, perché lo utilizzerebbero solo in modo saltuario e, quando serve, lo prendono in sharing».
Il servizio free floating è stato avviato in città il 16 gennaio di quest’anno. Da allora, sono stati fatti 3.735 viaggi. In media, una dozzina al giorno. «Il Comune di Bergamo, a differenza di altri, ha permesso l’avvio del servizio con una delibera di giunta. L’amministrazione — spiega Licchelli — non richiede canoni di concessione né oneri per i permessi o l’accesso alla Ztl. È un caso molto raro in Italia, che noi stiamo portando da esempio anche in altre città. Il Comune di Bergamo (con l’ex assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni, ndr) ha ascoltato le istanze degli operatori e ha operato dando vantaggi a questo servizio, come l’accesso alle Ztl (ad esclusione di quella interna di Città Alta, ndr) e alle corsie preferenziali del trasporto pubblico locale (Tpl)».
Ci sono però altri accorgimenti che, secondo Assosharing, incentiverebbero questo servizio. «Innanzitutto — dice Licchelli — vorremmo l’allineamento dell’Iva dal 22 al 10%, come per il Tpl e gli Ncc. Sulla città, vorremmo più parcheggi dedicati alla sharing mobility, meno semafori e più rotonde, anche per una maggiore sostenibilità ambientale». Per il presidente Licchelli, «servirebbero anche più corsie preferenziali per fluidificare meglio la circolazione».
Assosharing ha monitorato, in questi mesi, quello che è successo in città. Ci sono luci e ombre. Un ostacolo è la disponibilità di stalli liberi per parcheggiare i veicoli. «I pochi stalli riservati al car sharing — dice Licchelli — sono spesso occupati da veicoli non autorizzati». C’è però anche una caratteristica positiva dei bergamaschi: «Non sono stati riscontrati atti vandalici rilevanti — dice —, quasi un unicum in Italia. Non abbiamo avuto veicoli rimossi per sosta in divieto: è un dato molto positivo. E, mediamente, gli utenti di Bergamo, a differenza di quelli delle altre città, mostrano maggiore rispetto per il servizio di sharing e i veicoli, sia dal punto di vista dell’uso corretto dei mezzi che dei pagamenti, che risultano più regolari».
I veicoli di All Ways possono essere sbloccati tramite un’applicazione per smartphone (c’è sia sulla piattaforma iOS che Android). Ci si registra e bisogna fornire un documento di identità, la patente di guida valida e i dati della carta di credito per pagare. Dopo un controllo di conformità dei dati da parte dell’operatore, l’utente potrà noleggiare i veicoli. «Non si devono ritirare le chiavi da nessuna parte — spiega Licchelli —, sono già nel veicolo». Il costo è di 34 centesimi al minuto per le auto, 44 per i van. E ci sono pacchetti con tariffe più vantaggiose da 2 ore a 28 giorni consecutivi.
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