Jesi (Ancona), 29 ottobre 2024 – Una nuova truffa aggravata. Nella giornata di ieri, al termine dell’attività investigativa, personale di polizia giudiziaria del commissariato ha denunciato una donna albanese di 38 anni residente a Matera. I primi giorni di ottobre, la vittima, una 18enne nigeriana, in sede di querela riferiva d’aver notato sul sito marketplace del social Facebook un annuncio in cui veniva messo in vendita un I-phone 12 Pro Max al prezzo di 250 euro. Contattato il venditore tramite servizio di messaggistica, la giovane si è detta interessata all’acquisto. Quest’ultimo, le ha fornita il proprio numero di cellulare per un più rapido scambio di informazioni via WhatsApp informandola che, per l’acquisto dello smartphone, avrebbe dovuto pagare subito la somma di euro 130 euro. Quindi, una volta ricevuto l’accredito, avrebbe provveduto all’invio del telefono comunicandole il codice di tracciabilità. Il presunto venditore ha così fornito alla vittima il numero di carta Postepay cu cui effettuare la ricarica. Adempiuto a ciò, la vittima ha inviato a riscontro copia dell’avvenuto pagamento. Poco dopo, il venditore , per rassicurare la vittima, le ha inviato le foto dei codici di tracciabilità. Nei giorni successivi la giovane, controllando nel sito, non trovava alcuna traccia del codice che le era stato fornito così ha chiesto spiegazioni al venditore il quale, in maniera evasiva e pretestuosa, affermava che vi erano stati problemi tecnici ed avrebbe dovuto fare un nuovo invio dell’oggetto chiedendole ulteriori 100 euro, sempre mediante ricarica della carta Postepay. Effettuato il pagamento, la vittima ha ricevuto nuovi codici di tracciabilità ma, come accaduto prima, da un controllo nel sito non ha avuto alcun riscontro. Il venditore a quel punto le ha detto per attivare il codice di tracciabilità, necessario per seguire la spedizione, avrebbe dovuto sborsare altri 55 euro. La vittima ha accettato e ha versato la somma richiesta tramite ricarica. Nei giorni successivi, i tentativi di contatto del venditore risultavano vani: si è reso di fatto irreperibile. All’indomani della querela, gli accertamenti investigativi espletati dagli agenti del commissariato, all’ufficio antiriciclaggio delle poste italiane, hanno consentito di verificare come la carta Postepay nella quale era confluito il denaro, risultava attivata in uno sportello di Matera e intestata ad una cittadina albanese, residente appunto a Matera. Pertanto, la donna raggiunta dalla polizia del posto su delega del commissariato, è stata denunciata a piede libero per truffa aggravata dall’essere il fatto commesso a distanza mediante l’utilizzo di strumenti telematici idonei ad ostacolare la propria identificazione.
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