Sarà ancora conveniente utilizzarlo? Cosa cambia tra prime case e seconde abitazioni? E ai condomini?
Cosa succede ai bonus casa con la Legge di Bilancio 2025? Sarà ancora conveniente utilizzarli per le ristrutturazioni e quanto? Cosa succede a chi non è proprietario di prime case, agli inquilini e ai comodatari? E i lavori nei condomini? Il Sole 24 Ore oggi analizza la manovra del governo e cosa cambia per fisco e immobili. E avverte: a partire dal 2026 lo sconto fiscale sarà il più basso dal 1998. Quindi è il caso di approfittare oggi delle ultime e scarse possibilità di avere aiuti di Stato. O, meglio ancora, sbrigarsi a pagare entro il 31 dicembre 2024. Visto che per privati e condomini farà fede la data di effettuazione del bonifico. Mentre è meglio che tutti gli altri facciano bene i conti.
La convenienza dei bonus casa nel 2025
Nel 2025 il bonus casa dell’articolo 16-bis del Tuir resterà al 50% solo per le prime case. Altrimenti scenderà al 36%. Il tetto di spesa rimane a 96 mila euro. Mentre Sismabonus ed Ecobonus seguiranno la stesso destino. Il bonus giardini sparisce, mentre quello sui mobili rimane al 50% su 50 mila euro. Il bonus barriere architettoniche rimane al 75% fino a fine 2025. Così come il Superbonus nella versione ridotta al 65%. E che però potrà avere solo chi l’ha prenotato entro lo scorso 15 ottobre con pratica edilizia e delibera condominiale. Quale sarà la convenienza? I possessori di prima casa salvano la detrazione del 50%. Perdono il 15% sui lavori con ecobonus come le coibentazioni. Ma deve essere la residenza anagrafica usata come abitazione principale e posseduta a titolo di proprietà o con altro diritto reale di godimento.
La prima abitazione e gli altri immobili
E questo quindi esclude inquilini e comodatari. Per le seconde case o gli immobili non abitativi l’incentivo scende al 36%: sarà più costoso cambiare le finestre. Ma i proprietari si orienteranno sulla detrazione “edilizia”, che evita la pratica obbligatoria all’Enea, a meno che non si tratti di immobili non abitativi o non si voglia sfruttare il plafond di spesa separato. I lavori di maggior impatto energetico o antisismico finiscono disincentivati. Mentre il bonus barriere rimarrà. Servirà però cautela per i cantieri che partiranno nel 2025. L’anno successivo infatti sarà tutto meno conveniente. E arriveranno anche i tagli alle detrazioni. Se i beneficiari hanno un reddito superiore a 75mila euro, le spese per interventi agevolati pagate nel 2025 confluiranno nel limite massimo di oneri detraibili.
Gli esempi
Il quotidiano offre alcuni esempi concreti su come cambiano i bonus per gli immobili. Con i lavori iniziati nel 2024 e terminati nel 2025 dovrà scomputare le spese del 2024 dalla detrazione al 50%. Un contribuente con un alloggio al mare in usufrutto ha diritto alla detrazione del 36% su una spesa massima di 96 mila per installare un condizionatore d’aria (agevolato ex articolo 16-bis del Tuir). Per le finestre può avere lo stesso 36% “edilizio” o l’ecobonus, sempre al 36%, ma con pratica Enea obbligatoria e limite di spesa a 166.667 euro. Infine, chi ristruttura la sua villetta (prima casa) ha diritto a una detrazione del 50% su una spesa massima di 96.000 per gli interventi agevolati dall’articolo 16-bis del Tuir (recupero edilizio). Può avere anche l’ecobonus del 50% con vari massimali di spesa. Ma perderà parte delle detrazioni se il suo reddito è superiore ai 75 mila euro.
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