19 operatori sanitari vittime di aggressioni nel 2023 a Sassari, di cui 15 infermieri.
È uno dei dati emersi ieri nel convegno, tenutosi all’Hotel Grazia Deledda, organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche.
«Ma si parla solo – riferisce Gianluca Chelo, presidente dell’Opi Sassari – delle denunce. Il sommerso in realtà è molto più ampio. Ogni giorno ricevo mail e telefonate in cui mi si segnalano aggressioni e minacce».
La statistica relativa alla Sardegna racconta di un 40,2% di infermieri che raccontano di aver subito degli atti di violenza durante il loro lavoro, sia fisici che verbali, per non parlare degli attacchi diffamatori sui social.
«Si pensi che il 44% degli operatori ha subito da 4 a 10 aggressioni, il 55% da 11 a 20 e l’ 1% oltre 20 aggressioni in un anno».
Un fenomeno che, come si evince da diversi casi nazionali, è in crescita costante. «Abbiamo provato a darci una spiegazione di questo aumento e pensiamo possano giocare un ruolo le scarse risorse in termini di personale, come capita nel pronto soccorso e nelle unità di degenza a fronte di una grande richiesta da parte dell’utenza».
Ora gli infermieri lanciano un appello alle istituzioni. «Ci devono tutelare dal punto di vista normativo – conclude Chelo – ma anche riconoscerci la professionalità, sulla base delle competenze ottenute con lunghi studi, e che necessita di un adeguato riconoscimento economico».
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