La decisione della Banca Centrale Europea (Bce) di ridurre il tasso di interesse di 25 punti base a causa del rallentamento dell’inflazione avrà vari effetti, sia immediati che nel medio termine, su cittadini, imprese e governi. Secondo il presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, le rate dei mutui a tasso variabile diminuiranno ulteriormente. In Italia, se l’inflazione continuerà a rimanere bassa e a scendere anche negli altri Paesi, ci saranno benefici tangibili. Negli ultimi anni, le rate dei mutui a tasso variabile hanno visto un incremento notevole, fino al 78% in più, e ora il risparmio sarà di circa 20 euro al mese, con possibilità di aumenti in caso di ulteriori riduzioni dei tassi.
I mercati e le offerte bancarie avevano già previsto questa decisione da parte della Bce. Negli scorsi mesi, i tassi di interesse sui mutui erano già diminuiti e ci si aspetta che continuino a calare nei prossimi mesi. Per esempio, secondo Mutuionline.it, il tasso medio per mutui a tasso variabile è attualmente del 4,33%, con punte che arrivano fino al 3,86%. Si prevede che la media possa scendere al 4,08% nei prossimi giorni e potrebbe ulteriormente diminuire nel 2025.
Se la Bce prosegue con questa politica di riduzione dei tassi, è possibile che i mutui a tasso variabile raggiungano livelli simili a quelli dei mutui a tasso fisso, attualmente mediamente al 3,06%, con punte fino al 2,7%. Queste riduzioni del tasso di interesse saranno significative per i borghesi che hanno prestiti variabili e potrebbero portare a un ampliamento della capacità di spesa delle famiglie, influenzando positivamente anche l’economia in generale. In questo contesto, le imprese potrebbero beneficiare di costi di finanziamento più bassi, favorendo investimenti e crescita. La situazione economica è quindi in evoluzione e le decisioni della Bce potrebbero avere effetti a lungo termine nel plasmare il panorama finanziario europeo.
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