Quattro più due non unisce, non somma, ma divide. La frattura è di quelle quelle “scomposte” all’interno del Polo Scientifico “Fermi”, con il corpo docenti scisso nelle due anime in cui si articola la realtà scolastica: da un lato i professori del liceo, dall’altro quelli degli istituti tecnici e industriali “De Nino”, “Morandi” e “Da Vinci”. Pomo della discordia la riforma, a livello nazionale, degli istituti tecnici che da cinque anni scolastici potranno passare a quattro, con l’aggiunta di un biennio di specializzazione presso gli ITS.
Proposta che, come previsto dalla legge, deve passare attraverso il voto del collegio docenti, così come accaduto in quel di viale Togliatti lo scorso giovedì. Prima la presentazione del progetto, poi i pareri, i dubbi e le perplessità prima della votazione con la soglia fissata al 50%+1 per far passare i provvedimenti. Un’espressione delle preferenze anticipata da un monito, deciso e chiaro, lanciato dai docenti dei tre istituti tecnici e industriali: “Chiediamo ai colleghi del liceo di astenersi dalla votazione”. Richiesta tanto coraggiosa quanto divisiva, specie se fatta nell’aula magna dell’istituto “ospitante”. Collegio spaccato: da un lato i docenti degli istituti tecnici (in parte quelli interessati dalla riforma, ossia gli insegnanti del CAT) che hanno votato in massa contro e dall’altra quelli del liceo scientifico, neanche sfiorati marginalmente dal cosiddetto “4+2”. Una richiesta, quella dell’astensionismo, che non ha di certo rallegrato i colleghi liceali. Insomma, una frattura interna che, non senza polemiche, si è risolta in una votazione a sfavore (appena 24 voti per il nuovo percorso) dell’introduzione dal prossimo anno scolastico della formula “4+2” per l’ITG “Morandi”.
Corsi e ricorsi storici, perché una situazione simile tra le mura del “Fermi” si verificò sette anni fa, con l’introduzione della sperimentazione del liceo quadriennale. Scelta, inizialmente, accolta tiepidamente da parte dell’istituto. Fondamentale, all’epoca, fu il voto in massa dei docenti degli istituti tecnici e, in parte, di quelli dell’industriale, che fecero passare dalla finestra il nuovo percorso scolastico che contrae da cinque a quattro gli anni di permanenza tra i banchi.
La bocciatura del “4+2” è stata schiacciante in buona parte del Centro Abruzzo. Oltre al polo sulmonese, il nuovo percorso non sarà introdotto neanche al “Galileo Galilei” di Avezzano, al “Patini” di Castel di Sangro e all’”Argoli” di Tagliacozzo. L’ennesimo schiaffo alla nuova scuola voluta dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, dopo le iscrizioni con il contagocce al “Liceo Made in Italy”.
Per il capo del dicastero in viale Trastevere una pagella colma di quattro, almeno in Abruzzo. Rimandato a settembre.
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