L’Inps si prepara ad applicare le nuove modalità di rivalutazione degli assegni pensionistici per il 2025, con una dinamica che si distaccherà sensibilmente da quella recentemente applicata. La significativa diminuzione dell’inflazione apporterà un adeguamento delle pensioni pari all’1,6%, segnando così un rallentamento rispetto al 2024. Ciononostante, alcune modifiche introdotte dal Governo potrebbero riservare delle sorprese.
Rivalutazione più contenuta per effetto dell’inflazione in calo
Se da un lato il minor indice d’inflazione favorirà il potere d’acquisto, le pensioni subiranno un incremento inferiore rispetto agli anni scorsi. Per un assegno di 1000€ il ritocco sarà di circa 16€. Una variazione nettamente minore se paragonata al 5,4% del 2024. L’Italia registra infatti tra i tassi inflazionistici più bassi in Europa.
Cambiano le fasce di rivalutazione: previsti aggiustamenti al rialzo per gli importi medi ed elevati
Novità anche per le fasce d’importo. Il Governo rivedrà i criteri di perequazione che negli ultimi anni avevano penalizzato le pensioni più consistenti. Secondo le bozze, gli incrementi saranno: 1% fino a 1842€, 0,9% tra 1842-3073€, 0,75% tra 3073-3688€ e 0,5% sopra i 3688€. Aumento maggiorato al 2,5% invece per le minime, che arriveranno a circa 630€. Forza Italia preme per un ulteriore rialzo di queste ultime. Il 2025 porterà quindi più equità nella rivalutazione delle pensioni.
In sintesi, il 2025 vedrà un cambio di passo nella dinamica degli aumenti pensionistici, con un impatto più contenuto dell’inflazione e l’introduzione di correttivi alle precedenti modalità di perequazione degli assegni, orientati a un trattamento più equilibrato per tutte le fasce di reddito.
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