I telegiornali di questi giorni hanno riparlato dei sequestri di persona di cinquant’anni fa perchè sono alla sbarra gli uomini che hanno rapito e ucciso Cristina Mazzotti, studentessa milanese figlia di un industriale del settore cerealicolo che venne rapita a Milano dalla ‘ndrangheta. In quel periodo l’anonima sequestri aveva messo a segno diversi sequestri in tutta Italia. Uno solo venne compiuto a Cremona: fu quello di Riccardo Aldighieri, titolare della autofficina e della concessionaria OM di via Dante e personaggio notissimo in città e provincia (tra l’altro fu il primo presidente della Cremonese nel dopoguerra). Era il 27 ottobre 1979, esattamente un venerdì pomeriggio di 45 anni fa. Aldighieri stava uscendo dalla sua autofficina per salire sulla sua auto parcheggiata in via Porta del Tempio, quando venne affiancato da una Bmw grigia dalla quale scese un uomo mascherato. Questi gli gettò una coperta addosso e lo spinse nell’auto dove vi erano altri tre complici. L’auto partì sgommando verso porta Milano. La scena venne vista da un testimone che corse subito in officina e tutto trafelato disse all’impiegata di avvertire i carabinieri. Subito vennero istituiti posti di blocco ma i rapitori raggiunsero Milano. Tre giorni dopo i sequestratori si fecero sentire chiedendo ben tre miliardi di lire, una cifra pazzesca anche in quell’epoca di grandi sequestri. L’accordo per il rilascio si trovò due settimane dopo a 750 milioni di lire che vennero consegnati in un’area di sosta della tangenziale est di Milano. Dopo 16 giorni dal rapimento il commendator Aldighieri venne liberato nelle campagne di Gonzaga, nel mantovano. Per Aldighieri, diabetico e malato di cuore, quel sequestro segnò la fine: qualche settimana dopo il sequestro venne ricoverato in ospedale per problemi cardiaci e morì. La banda che rapì l’anziano imprenditore era composta da giostrai veneti: vennero tutti arrestati. Il primo fu Giancarlo Moretti, giostraio di 25 anni originario di Vicomoscano di Casalmaggiore considerato il basista del sequestro.
Quello di Aldighieri è stato l’unico rapimento di un cremonese effettuato in un periodo in cui la Lombardia era nel mirino di bande criminali specializzate nei sequestri (tra gli altri quelli di Pietro Torrielli, Cristina Mazzotti, Mirco Panattoni, Pierangelo Bolis, Aldo Cannavale, Fazio Longhi).
Nella foto di Muchetti il ritorno a Cremona sull’auto dei carabinieri di Riccardo Aldighieri dopo il rilascio, i titoli del quotidiano “La Provincia” sul sequestro e la vecchia sede dell’ Officina Aldighieri
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