Una storia senza fine quella dell’ufficio postale di Serra Sant’Abbondio. Il Comune, dopo la riduzione del servizio da 6 a 3 giorni, fatto avvenuto addirittura otto anni fa, fece ricorso al Tar delle Marche per gli evidenti disagi che il taglio comportava per la comunità serrana. Fu proprio il da poco eletto sindaco Ludovico Caverni (nella foto) a intraprendere questa lunga e tortuosa battaglia.
“Ci hanno dato appuntamento nel giugno 2024 per vedere scritta la parola fine su questa storia comica. In altre parole vedrò il termine della vicenda non più nei panni di sindaco – sorride ironico Caverni – nel caso non mi ricandidassi. Questa è l’Italia. Nel frattempo stiamo interloquendo con l’onorevole Antonio Baldelli in modo che si possa trovare una soluzione prima del giugno 2024, magari allungando il servizio postale da tre 3 a 5 giorni”. “Durante il secondo governo Conte- continua il primo cittadino- ci fu lo stop a questi tagli di servizi nei piccoli Comuni in quanto ritenuti vitali per particolari realtà interne piccole come la nostra. Ma noi in quanto ‘colpiti’ dal provvedimento in maniera antecedente a quella decisione, siamo rimasti al palo, ormai da otto anni. Un qualche cosa di veramente grottesco. Se non ci sono i servizi base, inutile proporre iniziative per portare gente in questi luoghi. Già di per sé investire da noi in attività come in altre parti similari alla nostra, è un gesto eroico. Se poi non si viene supportati, è naturale conseguenza lo spopolamento e quindi il graduale abbandono delle nuove generazioni”. “Intanto – aggiunge sempre Caverni- dopo i reiterati reclami a Intesa San Paolo è stato da poco ripristinato il bancomat out per oltre tre mesi. Una piccola luce, non dimentichiamo che non disponiamo della banca”. Infine l’appello: “Va concretamente vista la possibilità di agevolare con fondi speciali le attività dell’entroterra, in altre parole applicare la detassazione. Si è parlato di Zes, le Zone economiche speciali. Sono aree geograficamente delimitate con incentivi specifici per attività commerciali e produttive. L’auspicio è che le Marche possano entrarvi come già accaduto per l’Abruzzo. In questo contesto però Regione e Stato devono assumere una presa di posizione diversa da quella che finora è stata se si vuole che paesi come questi sopravvivano. Ci vogliono investimenti pubblici e privati. E quest’ultimi vanno incentivati con la detassazione. In più, i servizi base, come il medico, la posta, la banca, devono essere garantiti. Altrimenti tutti gli sforzi che facciamo sono vani”.
Amedeo Pisciolini
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