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Come noto il reddito di cittadinanza, introdotto dal primo governo Conte, è stato profondamente riformato dall’attuale governo Meloni. Ma c’è un’altra idea concepita addirittura nel 2017, prima della pandemia, dal Movimento 5 Stelle che non solo è sopravvissuta, ma ha assunto ora una valenza di carattere nazionale.

Stiamo parlando del Reddito energetico, la misura che supporta il fotovoltaico domestico per le famiglie meno abbienti. Pochi giorni fa, l’8 novembre, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che disciplina le modalità di funzionamento del fondo rotativo, gli interventi ammissibili e l’ISEE dei beneficiari per gli anni 2024-25.

Il progetto di sostenere individui e nuclei familiari in condizioni di disagio economico affinché possano dotarsi di impianti fotovoltaici residenziali per l’autoconsumo è stato sperimentato inizialmente in Sardegna a Porto Torres, poi nel Lazio e in Puglia, e adesso si passa a un regime nazionale con la costituzione del fondo rotativo a valere per gli anni 2024-25.

Contributi in conto capitale

Attraverso il Reddito energetico è possibile realizzare piccoli impianti solari domestici a costo zero grazie ai contributi in conto capitale in misura pari ai costi ammissibili.

In base a quanto riportato nel Decreto, l’accesso agli incentivi è legato ad un basso ISEE, l’Indicatore della situazione economica equivalente. Potranno richiedere i contributi individui e nuclei familiari con un ISEE inferiore a 15.000 euro e nuclei familiari con un ISEE inferiore a 30.000 euro ma con almeno 4 figli a carico. Ogni soggetto avente diritto può presentare un’unica domanda di contributi, beneficiandone una sola volta. L’agevolazione inoltre non è cumulabile agli altri incentivi pubblici che riguardano il fotovoltaico residenziale. Per accedervi il GSE organizzerà specifici bandi e i soggetti vincitori potranno stipulare con il Gestore un «contratto di reddito energetico».

Per ciascun anno 80 milioni di euro sono riservati alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; 20 milioni di euro alle restanti regioni o province autonome.

Da un punto di vista pratico, per richiedere il Reddito bisognerà attendere che il GSE realizzi la piattaforma informatica digitale per l’acquisizione delle istanze di accesso alle agevolazioni. Nel frattempo con il decreto del MASE si comprende quali costi risultino ammissibili o meno agli incentivi. I contributi copriranno le spese effettivamente sostenute per l‘installazione di impianti fotovoltaici realizzati in assetto di autoconsumo su unità immobiliari accatastate nel gruppo A (escluse A1, A8, A9 e A10).

Ci sono poi altre condizioni: che gli impianti siano realizzati su coperture e/o superfici di edifici, unità immobiliari e/o relative pertinenze, o su aree e spazi pertinenziali, per i quali il soggetto beneficiario è titolare di un valido diritto reale; rispettino i requisiti tecnici definiti dal regolamento del Fondo (pubblicato da ARERA entro i primi di dicembre 2023); abbiano una potenza nominale compresa tra 2 kW e 6 kW. O in ogni caso non superiore alla potenza disponibile in prelievo sul punto di connessione. I costi ammissibili sono riconosciuti direttamente al soggetto realizzatore da parte del GSE, entro limiti massimi stabiliti: 2.000 euro come quota fissa e 1.500 euro/kWe come quota variabile.

 

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